Holly e Benji: 5 personaggi ispirati a 6 calciatori reali

Pubblicato il 5 Gennaio 2020 alle 12:00

Holly & Benji negli anni ha di recente collezionato molte presenze di personaggi realmente esistenti, ma all’inizio ci si limitava a calciatori che richiamassero miti del passato e del presente; ecco dunque cinque calciatori che richiamano leggende del calcio internazionale.

Probabilmente avrete sentito anche altri accostamenti (per esempio la serpentina che Juan Diaz ha fatto ai giocatori del Giappone lo ha fatto paragonare a Maradona), ma qui abbiamo inserito quelli che ci sembrano più evidenti.

Rivaul

Quando Holly (Tsubasa) arriva al Barcellona (Catalogna nell’anime) in Road to 2002, l’ostacolo più grande che deve superare si chiama Rivaul, il centrocampista brasiliano più forte del mondo. All’inizio la coesistenza è impossibile (anche se Rivaul riconosce il talento di Holly e gli si mostra amico) e Holly viene retrocesso nel Catalogna B, dove però dimostra subito di essere sprecato; tornato nella prima squadra per sostituire Rivaul, in seguito la coesistenza tra i due sarà possibile e Holly potrà dimostrare a tutti la sua classe.

le foto dei calciatori sono tutte tratte da wikipedia

Come suggerisce anche il nome, il calciatore prende ispirazione da Rivaldo Vítor Borba Ferreira, meglio noto come Rivaldo, ex calciatore brasiliano di ruolo centrocampista o attaccante. Rivaldo è stato campione del mondo con la sua nazionale, ha conquistato trofei nei campionati brasiliano, spagnolo, greco, uzbeko, oltre che trofei internazionali riservati ai club.

A livello individuale ha vinto un Pallone d’oro e anche il FIFA World Player. Nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, la lista dei 125 più grandi giocatori viventi.

Tuttavia, il finale del nome potrebbe essere un omaggio anche a Raúl, il grande capitano del Real Madrid dei Galacticos. Raúl González Blanco, con i suoi 1063 incontri disputati, è anche tra i pochi calciatori con almeno 1000 presenze in carriera ed è quello con più presenze (741) e, con 323 reti, il secondo miglior marcatore nella storia del Madrid, dopo CR7. Il capitanissimo è stato inserito da Pelé nel FIFA 100 e ha conquistato il titolo di Pichichi (il premio del quotidiano Marca al miglior marcatore de La Liga) nel 1999 e nel 2001. Ora è allenatore, sempre per il Real: allena con il suo stile il Castiglia.

Franz Schester

Giovane talento del Werder Brema e della nazionale di calcio tedesca, Schester appare già nel film La grande sfida europea (in cui lo vediamo nel campo dove gioca la selezione) e poi ufficialmente in Sfida al Mondo, in cui Schester fa il suo debutto con la sua squadra di club.

Già in quella partita dimostra le sue qualità di giocatore, che gli garantiranno una carriera molto brillante sia nei campionati destinati ai club che nella nazionale (prima nella Germania Ovest poi in quella della Germania unita). In Road to 2002 (e nella serie Forever) si vede il Werder Brema giocare una partita contro l’Amburgo del portiere Benji. A comandare la manovra del Werder troviamo ancora Schester insieme a Victorino e Margus (che nella storia è un suo grande amico).

Schester deve il suo cognome a Bernhard Schuster, detto Bernd, campione tedesco di ruolo centrocampista, ora allenatore. Dopo un esordio di successo nell’Augusta viene acquistato dal Colonia nel 1978; dopo due buoni campionati, passa a giocare in Spagna, nel Barcellona, dove contribuisce alla conquista di diversi trofei, tranne la Coppa dei Campioni a favore della Steaua Bucarest.

Nel 1988 passa al Real Madrid, ma anche qui, nonostante molti successi con i blancos, manca la conquista del più importante trofeo europeo, questa volta a favore del Milan. Dopo vari trasferimenti per altre squadre, anche di rilievo, chiude la carriera al Pumas in Messico. Purtroppo nell’ambito della nazionale ha avuto meno fortuna del suo quasi omonimo su carta, a causa di diversi disaccordi con altri giocatori; già a 24 anni disse addio a ogni convocazione.

Ramon Victorino

Ramon è il più importante giocatore della nazionale uruguayana, di cui è anche il capitano dal tempo delle nazionali giovanili. A differenza di altri giocatori che vestiranno sempre lo stesso numero sulla maglia, il centravanti ha indossato sia la numero 9 che la numero 11. Fino a Road to 2002 lo vediamo giocare nel suo Paese di origine, nel Club Nacional de Football, e, soprattutto, in tutte le manifestazioni internazionali cui prende parte l’Uruguay. Caratteristica la frase con cui viene lanciato “”Vai, Victorinoooo!!!”. Da Road to 2002, come visto, passa al Werder Brema, quindi avrà più spazio anche nella sua carriera per club.

Soprannominato el Piscador, Waldemar Barreto Victorino, debutta nel 1969, nelle file del Cerro, come attaccante. Passa poi al Progreso, e poi al River Plate di Montevideo.

Nel 1976 viene convocato per la prima volta nella nazionale uruguaiana: uno 0-3 subito dall’Argentina, in un match valido per la III edizione della Coppa dell’Atlantico.

Victorino continua comunque a ben figurare in campionato, tanto da esser acquistato dal Nacional, nel 1978. L’anno d’oro è il 1980 in cui Victorino vince il titolo nazionale e la Coppa Libertadores, battendo in finale i brasiliani dell’Internacional di Porto Alegre e decidendo il match di ritorno segnando al 35′ la rete che decide la sfida.

Sul finire dell’anno prende avvio in Uruguay il Mundialito, torneo che pone di fronte le squadre fino ad allora vincitrici del mondiale: la Celeste domina il torneo e Victorino è il protagonista: il Piscador segna una rete in ambedue le partite e, il 10 gennaio 1981, Victorino realizza il goal decisivo con cui l’Uruguay batte 2-1 il Brasile e fa suo il Mundialito.

L’11 febbraio, il Nacional gioca a Tokyo contro il Nottingham Forest per la Coppa Intercontinentale (dove, si dice, abbia impressionato il mangaka di Holly e Benji, Yoichi Takahashi).

Successivamente il calciatore andrà in Colombia e in Italia, al Cagliari, ma ormai i tempi di grande fasto sono terminati.

Hermann Kaltz

Tra i personaggi stranieri della serie Kaltz è uno di quelli che ha maggiore spazio, in quanto gioca nell’Amburgo insieme a Benji e a Schneider; inoltre il suo portare lo stuzzicadenti sempre in bocca riesce sempre a farlo distinguere nella massa.

Kaltz non è molto dotato tecnicamente, ma la sua stazza ne fa un centrocampista di tutto rispetto, apprezzato da compagni e tifosi (anche se spesso troppo nervoso). Il passaggio del suo ex capitano al Bayern, allenato dal padre, sarà un duro colpo da digerire, vissuto quasi come un tradimento. Tuttavia l’amicizia con Benji gli farà superare anche questa triste esperienza di vita.

Manfred Kaltz, invece, è stato un celebre calciatore tedesco, di ruolo però difensore, che ha fatto la storia dell’Amburgo nelle competizioni UEFA, anche come rigorista.

Ha giocato in Bundesliga nell’Amburgo, e 13 volte nel Mulhouse nel campionato francese; ma è tornato all’Amburgo nella stagione successiva, a causa della retrocessione della squadra nel campionato 1989-1990.

In precedenza, Kaltz era stato costretto a lasciare l’Amburgo, il club nel quale aveva militato sin dal 1971, dopo che la società aveva deciso di non rinnovargli il contratto. Fu in seguito richiamato, come detto, nel 1990 e gli fu data la possibilità di disputare l’ultimo anno da calciatore nel club cui era più legato.

Kaltz ha disputato con la nazionale tedesca 69 incontri, vincendo il campionato europeo 1980 in Italia e giungendo secondo nel campionato del mondo 1982 in Spagna.

Karl Heinz Schneider

Come si vede dalla sua caratterizzazione grafica, Karl è in effetti la copia a contrario di Oliver Hutton; ed in effetti entrambi, oltre ad un talento eccezionale, hanno un vero e proprio ascendente sui loro compagni, aiutandoli a dare il meglio di loro stessi.

Con il tempo questa dicotomia andrà meno, per l’arrivo di molti altri rivali temibili, ma Karl rimarrà sempre uno dei talenti del calcio internazionale.

Karl è  stato un bomber fin dalle giovanili dell’Amburgo, caratteristica mantenuta anche nel Bayern Monaco e nella nazionale tedesca giovanile. Oltre che di Holly, Karl è un grande amico e grande rivale di Benji, soprattutto quando passa al Bayern, il cui allenatore è suo padre.

Il Kaiser, il suo soprannome, è stato il capocannoniere del torneo U-15 di Parigi segnando 12 gol in 4 partite. Il suo tiro speciale è il Fire Shot.

In Giappone è doppiato nella prima versione da un altro talento, Keiichi Nanba.

Già il nome richiama il grande Karl-Heinz Rummenigge ex calciatore tedesco, di ruolo attaccante, campione d’Europa nel 1980 e vicecampione del mondo nel 1982 e nel 1986, Pallone d’Oro per un biennio (1980-1981).

Leggenda del Bayern Monaco, ha militato in questo team dal 1974 al 1984, per un totale di 422 presenze e 217 reti, vincendo due campionati tedeschi, due Coppe nazionali, due Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale.

Nel 1984 passa all’Inter, dove rimane fino al 1987, chiudendo la carriera nel 1989 tra le file del Servette.

Dopo il ritiro come calciatore, è tornato al Bayern Monaco come dirigente, prima nel ruolo di vicepresidente (dal 1991 al 2002) e in seguito di direttore amministrativo.

Considerato «il più forte attaccante del mondo» della prima metà degli anni Ottanta, aveva grande potenza fisica e si è inoltre distinto per la sua correttezza dentro e fuori dal campo; tutte caratteristiche che il nostro Karl ha mantenuto.

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