Vinland Saga 1×12: Il regno dell’altra riva | Recensione

Pubblicato il 5 Ottobre 2019 alle 17:00

Cosa ha in mente Askeladd per sfuggire ai suoi inseguitori?

Autore originale: Makoto Yukimura
Studio di animazione: Wit Studio

Lucia Lasorsa
Lucia Lasorsa
2019-10-05T17:00:30+00:00
Lucia Lasorsa

Cosa ha in mente Askeladd per sfuggire ai suoi inseguitori? Autore originale: Makoto Yukimura Studio di animazione: Wit Studio

Vinland Saga si distingue dai classici shonen di combattimento per via di scelte narrative decisamente molto mature, atte a rendere meglio comprensibili ai lettori e agli spettatori il contesto storico reale nel quale si svolgono le vicende raccontate, per cui alcune sezioni sono quasi o del tutto prive di azione, che viene sacrificata proprio in virtù della narrazione pura, ed è questo il dettaglio che più di tutti ci dimostra come in realtà ci troviamo di fronte a un seinen. L’ultimo episodio dell’anime rientra proprio in questa categoria, proprio perché, di tanto in tanto, si rende necessaria una sospensione dell’azione più pura in visrtù del racconto.

IL REGNO DELL’ALTRA RIVA

Come sappiamo bene, Askeladd e i suoi uomini stanno viaggiando insieme al principe Canute e a Ragnar, ma alle loro calcagna c’è sempre Torkell l’Alto. Askeladd è un uomo ricco di risorse, e in questo episodio vedrete come questo guerriero sappia sempre come muoversi, anche nelle situazioni che sembrano più drammatiche: al suo seguito, infatti, dobbiamo ricordare che ci sono all’incirca un centinaio di uomini, mentre Thorkell può contare su un esercito molto più nutrito: per questo, l’assassino di Thors decide di chiedere aiuto ad alcuni suoi alleati che dimorano al di là di un fiume. Ma di chi si tratta?

Il titolo della puntata lascia già intendere che guadando quel fiume Askeladd e i suoi entreranno in un territorio estraneo a Thorkell, ma naturalmente non entrerò troppo nei dettagli per non togliervi il gusto della scoperta, nell’eventualità non abbiate ancora visto questo episodio. Ma questo basterà a fermarlo, o anche il mastodontico uomo può contare su un qualche tipo di risorsa ignota ad Askeladd?

I HAVE INSIDE ME BLOOD OF KINGS

Questo episodio è differente dai precedenti fondamentalmente per un motivo: per la prima volta, abbiamo la possibilità di ascoltare la voce di Canute e di conoscerlo un po’ meglio. Nonostante le scene a lui dedicate siano poche e di breve durata, sono più che sufficienti per farci capire un paio di cose su di lui: è un ragazzo molto timido e insicuro, e se fino ad ora non aveva mai aperto bocca è proprio per questo. Ora, però, sorge un dubbio: potrà un ragazzino così impacciato e pavido essere un buon re? 

L’enorme differenza fra Canute e i Vichinghi si rende ancor più palese se lo confrontiamo a un suo coetaneo che conosciamo invece molto bene: si tratta naturalmente di Thorfinn, un giovane uomo per nulla intimorito dalle battaglie e che decisamente non ha paura né di dire la sua, né tanto meno di morire in battaglia. Del resto è pur sempre un Vichingo, per cui morire sul campo di battaglia o riuscire una volta in più a salvarsi la pelle sono entrambe opzioni comunque equivalenti, anche se perdere la vita prima di essere riuscito a vendicare la morte di suo padre gli lascerebbe comunque l’amaro in bocca anche una volta giunto nel Valhalla.

HE DREAMED A GOD UP AND CALLED IT CHRISTIANITY/WHAT I WANT AND WHAT I NEED IS AND WILL ALWAYS BE FREE

In un’altra breve sequenza viene nuovamente mostrata l’enorme distanza fra la religione Norrena e il più recente Cristianesimo: mentre per i Vichinghi, infatti, assumono una grande importanza i beni materiali come le ricchezze e le belle donne, per un prete cristiano certe cose non hanno la benché minima importanza, poiché ciò a cui anela è qualcosa di immateriale, intangibile, qualcosa che non può essere comprata con il denaro, un bisogno intimo della sua anima che non può essere soddisfatto nemmeno da un intero harem di donne lascive.

La spiritualità è un concetto del tutto estraneo a questi uomini dediti unicamente al soddisfacimento dei proprio bisogni e istinti più puramente umani, poiché i valori loro e della loro religione sono decisamente altri, e in questa puntata vrete ancora una volta un assaggio di quanto profonda sia la frattura fra questi due modi di conepire la religione, così distanti fra loro che trovare anche solo un punto di contatto sembra essere davvero impossibile.

Dunque, dopo una breve, ma interessantissima lezione di storia e di religione, verso la fine della puntata avviene qualcosa che lascia presagire che viaggiare tranquilli per più di pochi giorni sia solo una chimera: una nuova battaglia è alle porte, ma Thorfinn, Askeladd e tutti gli altri uomini coinvolti nella protezione del principe Canute sono sempre pronti a un bel bagno di sangue!

In Breve

Voto Complessivo

7.8

8

Punteggio Totale

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