Thor con Chris Hemsworth di Kenneth Branagh

Pubblicato il 18 Aprile 2015 alle 10:10

Scacciato dalla celeste Asgard a causa della sua presunzione, privato dei ricordi sulla sua vera identità ed esiliato sulla Terra dal padre Odino, il possente Dio del Tuono si reincarna nel giovane medico zoppo Donald Blake. L’eroe tornerà ad impugnare il Mjolnir, il mitico martello del Tuono e del Lampo, ritroverà il suo vero io e difenderà la Terra dalle minacce più svariate, a cominciare dal perfido fratellastro Loki. Ha così inizio la lunga ed articolata saga di Thor, leggendaria divinità nordica riletta in chiave supereroistica da Stan Lee e Larry Lieber. Apparso per la prima volta sulle pagine di Journey into Mistery n. 83 del 1962 e concepito graficamente da Jack Kirby, Thor è divenuto in breve tempo uno dei personaggi più amati della Marvel nonché uno dei membri più importanti dei Vendicatori.

Thor apparve per la prima volta in versione live nel film tv del 1988 Hulk e Thor gli Invincibili, titolo italiano di The Incredible Hulk Returns, prosieguo della celebre serie tv sul Golia verde nel quale Thor e Donald Blake sono due personaggi distinti interpretati rispettivamente da Eric Allan Kramer e Steve Levitt. Nel 1990, dopo l’uscita del suo Darkman, il regista Sam Raimi propose un concept su Thor alla 20th Century Fox insieme a Stan Lee ma la casa di produzione lo rifiutò.

Nel 2000, in piena espansione dei Marvel Studios, si ipotizzò una serie tv sul Dio del Tuono con Tyler Mane nel ruolo del protagonista, lo stesso attore che aveva interpretato Sabretooth in X-Men, uscito quello stesso anno riscontrando grande successo al botteghino. Poco tempo dopo, però, i Marvel Studios optarono per un lungometraggio sul Dio del Tuono, la Sony Pictures acquistò i diritti e, nel 2004, David S. Goyer entrò in trattative per sceneggiare e dirigere la pellicola ma non se ne fece nulla.

Il progetto passò alla Paramount Pictures e il film fu annunciato come una produzione dei Marvel Studios. Mark Protosevich, fan dell’opera originale, fu ingaggiato per scrivere la sceneggiatura.

La sua intenzione era quella di realizzare non una storia su un umano che acquista dei superpoteri ma su una divnità che arriva a comprendere il suo vero potenziale, come “un dio del Vecchio Testamento che diventa un dio da Nuovo Testamento.” Nel 2007, Matthew Vaughn venne assunto come regista e riscrisse la stesura di Protosevich per far scendere il budget da 300 milioni di dollari a 150.

Nel 2008, dopo il successo di Iron Man, i Marvel Studios annunciarono Thor per giugno 2010 ed intendevano introdurre il Dio del Tuono in Iron Man 2. Intanto, il contratto di Vaughn giunse al termine e il regista uscì dal progetto. La palla passò a Kenneth Branagh, attore e regista nordirlandese che ha legato il suo nome soprattutto a trasposizioni di opere shakespeariane e che visualizzò il cinecomic come “una storia umana al centro di un grande scenario epico”.

La data d’uscita fu spostata a maggio 2011, due mesi prima dell’uscita di Captain America che pure fa parte della saga dei Vendicatori.

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Dopo essere stato respinto ad un primo provino, il 27enne australiano Chris Hemsworth usufruì di una seconda chance e, stavolta, Branagh e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, gli affidarono il ruolo di Thor. L’attore mise su dieci chili per raggiungere l’aspetto necessario, studiò il fumetto e cercò di umanizzare e rendere più realistico il personaggio.

Avendo lavorato come muratore in Australia, Hemsworth sapeva come brandire il martello Mjolnir e, per le scene di combattimento, si ispirò allo stile dei pugili, brutale ed aggraziato al contempo, con il corpo ben piantato a terra e potenti movimenti del fianco. Nel film, Odino non priva Thor del suo corpo e della sua memoria ma lo rende mortale e lo esilia sulla Terra.

Il supereroe risulta più ragazzo e meno uomo rispetto alla controparte fumettistica ma, in fin dei conti, la storia racconta la fase di transizione del protagonista da giovane avventato ed arrogante ad adulto in grado di provare empatia e di sviluppare senso del sacrificio.

Quando seppe che il film sarebbe stato diretto da Branagh, Natalie Portman, che aveva già preso parte al cinecomic V for Vendetta, accettò il ruolo di Jane Foster neppure leggere lo script. Nel fumetto il grande amore di Thor è un’infermiera mentre, per il film, il personaggio fu riscritto come un’astrofisica.

All’attrice piacque l’idea ed iniziò a leggere biografie di scienziate come la biofisica Rosalind Franklin. Nel film, Jane è l’ex-fidanzata del dr. Donald Blake del quale Thor prende solo il nome per breve tempo.

I sentimenti che il Dio del Tuono inizia a provare per la ragazza cambiano il suo atteggiamento verso il prossimo ed arriva dapprima a rischiare la propria vita e poi a rinunciare a lei per la salvezza dello Jotunheim, il mondo dei Giganti di Ghiaccio.

Jane è assistita da due personaggi inesistenti nel fumetto. La giovane assistente e amica Darcy Lewis, interpretata da Kat Dennings, è una ragazza sciocca che fa fatica a comprendere quanto le accade intorno e funge più che altro da diversivo comico.

Lo svedese Stellan Skarsgård è invece lo scienziato Erik Selvig, insegnante di Jane e Darcy che stringe amicizia con Thor risultando una sorta di figura paterna più condiscendente rispetto ad Odino.

L’inglese Tom Hiddleston, che aveva lavorato con Branagh nell’opera teatrale Ivanov e nella serie tv Wallander, fece il provino per interpretare Thor ma fu ritenuto più adatto per l’infido fratellastro Loki che l’attore considerò “una versione a fumetti di Edmund in Re Lear ma più malvagio.”

Hiddleston si sottopose ad una dieta rigida perché il regista voleva che Loki sembrasse scarno ed affamato come Cassio nel Giulio Cesare. L’attore s’ispirò alle interpretazioni di Peter O’Toole ne Il Leone d’Inverno e Lawrence d’Arabia che giudicava crude e commoventi, divertenti e, allo stesso tempo, terrificanti.

Per comprendere la psicologia tormentata del villain e il suo rancore nei confronti di Thor, l’attore si rifece alla graphic novel Loki, scritta da Robert Rodi e disegnata da Esad Ribic, e alla versione femminile del personaggio concepita nel fumetto da J.M. Straczynski, co-soggettista del film.

Il gallese Anthony Hopkins, semplicemente uno dei più grandi attori nella storia del cinema, premio Oscar per Il Silenzio degli Innocenti, interpretò Odino, padre di Thor e Signore di Asgard. Hopkins ammise di non conoscere affatto il fumetto ed apprezzò il sapore shakespeariano che Branagh aveva conferito alle scene ambientate ad Asgard.

L’attore riscontrò delle analogie tra il rapporto conflittuale che intercorre tra Odino e Thor e le sue vicissitudini personali. L’attore raccontò infatti di essere stato cresciuto da un padre freddo e distaccato che si era dichiarato più volte deluso da lui.

Hopkins considerò Odino come un uomo senza mezze misure, talmente severo da esiliare il figlio giudicandolo una testa calda immeritevole di succedergli al trono. A fargli da contraltare è la moglie Frigga, interpretata da Rene Russo, carismatica ma anche più indulgente e benevola.

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Branagh volle l’inglese Idris Elba nel ruolo di Heimdall, la sentinella del Bifröst, il Ponte Arcobaleno che collega Asgard a Midgard, ossia la Terra.

La scelta dell’attore sollevò alcune polemiche da parte dei fans del fumetto che ritennero inappropriato far interpretare una divinità nordica ad un nero. Elba liquidò a controversia definendola “ridicola”.

L’attore aveva già preso parte al cinecomic The Losers, da un fumetto DC-Vertigo, e sarebbe apparso l’anno successivo in Ghost Rider: Spirit of Vengeance della linea per adulti Marvel Knights.

Come nell’opera originale, Thor è affiancato dai fedelissimi Tre Guerrieri. Volstagg, detto “il Voluminoso” o “il Leone di Asgard” per la sua obesità e il carattere solare, nasce come spalla comica dell’eroe e venne interpretato da Ray Stevenson che aveva lavorato con Branagh ne La Teoria del volo ed era stato Frank Castle in Punisher: War Zone, sempre della Marvel Knights.

L’attore indossò un costume che lo faceva sembrare più grasso ma volle anche rendere il personaggio una sorta di muscoloso Falstaff, più vigoroso e meno corpulento rispetto al fumetto. Il giapponese Tadanobu Asano prestò il volto ad Hogun “il Fosco”, taciturno e pessimista mentre Joshua Dallas ricoprì il ruolo di Fandral, spadaccino fanfarone e romantico, per il quale s’ispirò alle interpretazioni di Errol Flynn.

I tre comprimari partecipano alla battaglia iniziale con i Giganti di Ghiaccio e trasgrediscono agli ordini di Loki recandosi sulla Terra per recuperare Thor e riportarlo ad Asgard dimostrando così la loro lealtà.

Ad accompagnare Thor e i Tre Guerrieri nelle loro peregrinazioni c’è la splendida Lady Sif, sorella di Heimdall, amica d’infanzia del Dio del Tuono e sua futura compagna, interpretata dall’altrettanto bellissima Jaimie Alexander.

Cresciuta con quattro fratelli, l’attrice non era estranea ai fumetti Marvel e aveva fatto parte della squadra di wrestling al liceo, quindi era ben predisposta per la fisicità richiesta dal ruolo.

Il canadese Colm Feore doveva sottoporsi a cinque ore di make-up per diventare Laufey, Re dei Giganti del Ghiacco e padre biologico di Loki. L’attore aveva già lavorato con Anthony Hopkins in Titus e aveva recitato in Changeling, sceneggiato da Straczynski.

Durante le pause di lavorazione, Feore, Hopkins e Branagh discutevano della storia e dei personaggi esprimendosi in linguaggio shakespeariano riuscendo così ad entrare in sintonia gli uni con gli altri.

Nel film compare anche il Distruttore, una corazza vivente agli ordini del signore di Asgard, posta a guardia dello Scrigno degli Antichi Inverni e di altri oggetti mistici.

Il Distruttore sconfigge alcuni Giganti del Ghiaccio che cercano di rubare lo Scrigno, poi viene inviato sulla Terra da Loki per uccidere Thor. Fu creato un modello reale del personaggio e una versione in cgi per l’epica battaglia contro il Dio del Tuono e i suoi compagni.

Il film è il quarto capitolo della saga sui Vendicatori. Fa il suo ritorno l’agente SHIELD Phil Coulson, di nuovo intepretato da Clark Gregg, apparso in Iron Man e Iron Man 2 al termine del quale è proprio lui a trovare il Mjolnir incastonato nella roccia nel deserto del Nuovo Messico, una sorta di Spada nella Roccia che potrà essere estratta solo dal più meritevole.

A provarci invano, tra gli altri, Stan Lee e Straczynski che compaiono in un cameo. Lo SHIELD edifica una base mobile intorno al Mjolnir dove Thor cerca d’infiltrarsi.

Appare qui, per la prima volta nella saga, Hawkeye, alias Clint Barton, interpretato da Jeremy Renner e futuro membro dei Vendicatori. Nella consueta scena dopo i titoli di coda, torna anche Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury, capo dello SHIELD, a mostrare il Cubo Cosmico ed aprire così la strada al quinto capitolo della serie: Captain America – Il Primo Vendicatore.

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Le riprese ebbero inizio l’11 gennaio 2010 con un budget di 150 milioni di dollari. I Marvel Studios avevano stipulato un accordo per girare Iron Man 2, Thor, Captain America e I Vendicatori ai Raleigh Studios di Manhattan Beach. Parte del film venne girato anche a Los Angeles e a Santa Fe, nel Nuovo Messico.

La scena dopo i titoli di coda, nella quale Nick Fury incontra Erik Selvig, fu girata da Joss Whedon che avrebbe poi diretto I Vendicatori. Per Branagh, fan del fumetto fin dall’infanzia, la sfida principale era quella di far coesistere i due mondi, Asgard e la Terra, antico e moderno, tradizione e contemporaneità.

Gli effetti visivi vennero affidati alla francese BUF Compagnie e alla Digital Domain che realizzarono una Asgard dal forte sapore kyrbiano con un design altrettanto futuristico ma più classico, tendente al fantasy e meno fantascientifico. I Giganti del Ghiaccio vennero realizzati con la motion capture.

Delle musiche si occupò Patrick Doyle che compose un tema principale evocativo e suggestivo che sottolinea il momento più emozionante del film quando Odino, commosso dal sacrificio di suo figlio, gli restituisce il Mjolnir permettendogli di affrontare il Distruttore.

Nella colonna sonora figura anche il brano Walk dei Foo Fighters. Il film fu distribuito in 2D, 3D e in IMAX, uscì praticamente in tutto il mondo tra il 21 aprile e il 6 maggio 2011 incassando quasi 450 milioni di dollari e fu favorevolmente accolto da critica e pubblico.

Il film richiama nello spirito e nella struttura il Superman di Richard Donner. La parte ambientata ad Asgard ha lo stesso tono rigoroso e drammatico che si può riscontrare nelle scene che si svolgono su Krypton all’inizio della pellicola dedicata all’Uomo d’Acciaio.

In entrambi i casi la recitazione ha un taglio fortemente shakespeariano. Viceversa, nella parte ambientata sulla Terra, i due film assumono un tono più leggero con punte di comicità mai invadente. Il sacrificio finale di Thor, che rinuncia all’amata per perseguire scopi più alti, richiama il finale di Superman II.

Thor non è un cinecomic perfetto, denota qualche sbavatura, ma mantiene integra la componente epica del personaggio rendendolo appetibile anche ad un pubblico di teenagers.

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