Boruto e i Millennials

Pubblicato il 4 Dicembre 2018 alle 18:00

Nell’ultimo episodio di Boruto – Naruto Next Generations è tornato prepotente un concetto fondante dell’intero impianto strutturale dell’opera: lo scontro ideologico fra gli adolescenti e le generazioni precedenti, che li ritengono degli inetti senza speranza. Questa tematica affonda però le sue radici in un fenomeno molto attuale presente nel mondo reale: la questione dei cosiddetti “Millennials”, ovvero i ragazzi nati a partire dagli inizi del nuovo millennio, considerati da alcuni nello stesso modo in cui i giovani Genin del mondo di Naruto e Boruto vengono ritenuti dagli adulti.

Masashi Kishimoto, autore sia di Naruto che di Boruto – Naruto Next Generations, da padre di un Millennial sente molto vicino a lui il problema tutto attuale della incredibile sfiducia risposta nelle nuove generazioni. Da buon autore di manga quale è, ha una sua opinione a riguardo, che manifesta molto apertamente nella sua ultima opera. Tuttavia, non esita a mostrare anche una serie di personaggi (i Kage attuali e del passato ancora in vita in primis, tranne Naruto, ovviamente) che hanno invece una visione molto diversa dalla sua.

Anche se gli ultimi episodi dell’anime basato su Boruto – Naruto Next Generations in realtà sono del tutto originali e, dunque, non sono presenti nell’opera originale, gli sceneggiatori hanno pensato bene di reintrodurre questa tematica e le relative riflessioni di Boruto e di Onoki in special modo nell’ultimo episodio della serie, in cui i due, rimasti da soli in un posto dal quale è quasi del tutto impossibile uscire (Onoki in realtà si è già rassegnato a questa idea, e per questo propone a Boruto di fare del suo meglio per sopravvivere in quel luogo, che sarà anche la loro tomba), trovano un po’ di tempo per parlare e confrontarsi.

3. Kishimoto, Naruto e Boruto vs…

Portavoce degli ideali di Masashi Kishimoto in questo caso è Naruto, il quale, solo contro tutti, è sinceramente e fermamente convinto che le nuove generazioni di Ninja sia degni di fiducia e, per questo, saranno in grado di affrontare tutte le sfide e le battaglie che gli si pareranno davanti.

Naruto è padre di un adolescente, proprio come il suo creatore, lo stesso Kishimoto, e, per quanto abbia con lui un rapporto che definire conflittuale è un eufemismo, ripone nel suo primogenito e in tutti i suo compagni Genin una enorme fiducia.

Un altro personaggio estremamente ottimista sulla faccenda e fiducioso è naturalmente Boruto: sicuro di sé e della sua forza, molto più di suo padre, dal cui carattere alle volte il suo si discosta (come è giusto che sia, il ragazzo più volte ha anche ribadito di non essere suo padre, di non avere il suo stesso sogno di diventare un giorno Hokage e di avere una sua identità individuale), Boruto fa notare a Onoki quanto sia forte e determinato. Ma il vecchio ex Terzo Tsuchikage è un uomo cocciuto, e convincerlo non sarà certo facile…

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2. …Onoki

Onoki, dal canto suo, non ripone alcuna fiducia nei giovani principalmente per una ragione: li ritiene deboli e viziati e, per questo, incapaci di combattere o anche solo di garantirsi la sopravvivenza in condizioni critiche.

L’ex Terzo Tsuchikage è mosso da una duplice convinzione: il desiderio di evitare quante più morti di Ninja possibile grazie all’uso sui campi di battaglia dei suoi Akuta e, per l’appunto, la convinzione che i Genin attuali non sarebbero mai in grado di vincere in battaglia.

Per quanto riguarda il primo punto, il desiderio nasce dal fatto che Onoki abbia visto morire sotto i suoi occhi un numero incredibile di ninja nel corso della sua vita in generale e durante la terrificante e crudelissima Quarta Guerra Mondiale Ninja in particolare. Saranno proprio gli orrori vissuti durante quest’ultimo massacro alla fine del quale è stato possibile finalmente costruire un clima di pace duraturo che spingeranno il Terzo Tsuchikage a impegnarsi per trovare un modo per salvare quante più vite possibile in caso di un nuovo conflitto.

Questo è però solo un aspetto: il secondo riguarda proprio la certezza che i nuovi Genin non siano in grado di combattere e di sopravvivere in guerra. Onoki la pensa così perché, dice, i Genin contemporanei non hanno vissuto un solo minuto di alcuna guerra e la pace in cui si stanno crogiolando ne mina corpo, anima, mente e spirito.

Paradossalmente, dunque, se da un lato Onoki disprezza la guerra per la sua crudeltà, dall’altro la ritiene il solo modo per forgiare dei buoni Ninja. Anche Boruto, che sarà anche solo un ragazzino, ma è molto sveglio, nota quanto questo modo di pensare sia contraddittorio (se fosse un po’ più maturo capirebbe, però, che è comprensibile, ma genera dei conflitti interiori che tormentano lo stesso Onoki), ma ormai il suo attuale compagno di sventure ha fatto la sua scelta: proteggere i Genin che non sarebbero in grado di farlo da soli. Anche se questo dovesse costare qualche vita (in effetti, già sono morti alcuni Jonin di Konoha). Del resto, constaterà egli stesso parlando con Boruto come ai nuovi Genin venga insegnato come procacciarsi il cibo soltanto sui libri, mentre nella pratica non si dà più così tanta importanza a un aspetto invece fondamentale per rimanere in vita sul campo di battaglia o comunque in condizioni di estreme difficoltà e indigenza.

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1. Vecchie vs. nuove generazioni

Lo scontro generazionale fra vecchie e nuove generazioni, un tratto caratteristico delle nostre società moderne, si riflette dunque in maniera preponderante nell’ultima opera di Masashi Kishimoto, in un momento in cui questo scontro si è fatto più intenso ed è cresciuta la sfiducia nei confronti dei più giovani, ritenuti dei buoni a nulla viziati proprio come la loro controparte in Boruto – Naruto Next Generations. Questo contribuisce a una maggiore immedesimazione degli spettatori più giovani in Boruto e nei suoi compagni, ma fornisce anche degli spunti di riflessione interessanti su tematiche molto attuali sia ai più giovani che ai lettori del manga e agli spettatori dell’anime più in là con gli anni e che, magari, amano Kishimoto fin dai tempi di Naruto.

L’attenzione all’inserimento di tematiche adatte sia ai più giovani che ai meno giovani denota anche uno sforzo da parte dell’autore del manga e degli sceneggiatori dell’anime di creare un prodotto trasversale che, da un lato, è indirizzato a un pubblico di adolescenti che riescono a immedesimarsi facilmente nei protagonisti principali della storia, adolescenti come loro, e dall’altro non dimentica quella fascia di pubblico più matura cresciuta ammirando le mirabolanti avventure di Naruto.

Per quanto crudele possa essere con i suoi personaggi, poi, Masashi Kishimoto ha in realtà una visione ottimistica del mondo, che si riflette anche nell’apertura ai più giovani e nella fiducia nelle loro potenzialità.

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