Flashpoint n. 1 – Recensione

Pubblicato il 10 Febbraio 2012 alle 11:53

Arriva la saga che ha rivoluzionato il DC Universe! Seguite gli eventi che porteranno al reboot della casa editrice e che vedono come protagonisti Flash e versioni alternative e impensabili di vari DC heroes e villains!

Flashpoint n. 1

Autori: Geoff Johns (testi), Andy Kubert (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,95, 16,8 x 25,7, pp. 96, col.
Data di pubblicazione: febbraio 2012

Philip K. Dick, uno dei più grandi scrittori americani di fantascienza, pubblicò negli anni sessanta ‘L’Uomo nell’Alto Castello’. In tale romanzo, l’autore descriveva una società in cui i nazisti avevano vinto la Seconda Guerra Mondiale e dominavano il mondo. La geniale idea diede vita a una pletora di mondi paralleli e di realtà alternative che intrigarono il pubblico.

E neanche il comicdom statunitense mancò di subire questa suggestione: basti pensare alla gloriosa tradizione Marvel dei What If, per esempio, o a quella DC di Terra 1 e Terra 2. E in più occasioni le due etichette hanno fatto largo uso di simili concetti, realizzando crossover e reboot di grande successo. Tuttavia, malgrado la Marvel abbia ideato saghe come Il Mondo di Apocalisse o House of M, giusto per citarne qualcuna, è innegabile che sia stata la DC a realizzare il maggior numero di prodotti del genere.

E’ scontato citare la magnifica Crisis On Infinite Earths che pose fine al Multiverso facendo ripartire dal principio il DC Universe. Poi tutti sanno come sono andate le cose negli anni successivi: i mondi paralleli sono tornati, accolti con gioia da alcuni e con disappunto da altri. E recentemente la DC, per affrontare la crisi di mercato, attirare l’attenzione dei lettori e, last but not least, rinnovare il suo universo, ha ideato Flashpoint, crossover che coinvolge tutti i character, con una miniserie a fare da perno della story-line.

Al termine di Flashpoint la DC ha poi pubblicato cinquantadue nuovi mensili. Nessun personaggio ricorderà nulla e ciò che è accaduto in precedenza può essere ignorato. Dal punto di vista del mercato, il progetto ha funzionato; così come da quello creativo, considerando l’indubbia qualità degli attuali comic-book DC. Ma, da quello più specificamente narrativo, Flashpoint era proprio necessario?

Gli utenti potranno dare una risposta leggendo il primo numero della saga, tradotto da RW-Lion. Flashpoint, scritto da Geoff Johns, è imperniato su Barry Allen, il Flash più amato di sempre, e la vicenda si collega ai recenti eventi della sua serie regolare. Come si è scoperto nel secondo tp di Flash, Barry sta indagando su alcuni omicidi e il responsabile è uno dei suoi classici nemici, il Professor Zoom. Ma la situazione è complicata: il misterioso Hot Pursuit (che si è scoperto essere una versione futura di Barry) giunge infatti nel presente e avvisa il Velocista Scarlatto del fatto che un’anomalia temporale rischia di distruggere il Multiverso. Qual è l’anomalia in questione? Potrebbe trattarsi di Bart Allen, Kid Flash, che in effetti proviene da un’altra linea temporale. In ogni caso, c’è stato un cambiamento nel passato che compromette l’intera esistenza.

Barry se ne accorge quando un giorno scopre che il mondo si è modificato: la madre è viva; la sua amata Iris sta con un altro uomo; e la comunità supereroica è differente; Batman, per esempio, è uno spietato vigilante (e non è Bruce Wayne); Acquaman e Wonder Woman non sono difensori dell’umanità ma minacce; Abin Sur non è morto; e così via.

Tornando alla domanda posta in precedenza, ritengo che la DC avrebbe potuto rinnovarsi senza ricorrere al tema trito e ritrito dei mondi distopici e Flashpoint non mi sembra eccezionale. Il pur bravo Geoff Johns, autore di punta dell’odierna DC, mi aveva deliziato con Blackest Night e Brightest Day ma stavolta mi ha deluso. I suoi testi sono superficiali, così come i dialoghi, e la trama è esile e commerciale nel senso peggiore del termine. Non c’è una vera analisi psicologica di Flash e degli altri personaggi e tutto si riduce a sequenze di azione prive di costrutto. Insomma, la miniserie, a mio avviso, potevamo risparmiarcela

Il penciler, tuttavia, è il bravissimo Andy Kubert che fa un lavoro impeccabile, rappresentando con perizia e abilità le situazioni descritte da Johns e riuscendo a caratterizzare le versioni alternative dei DC heroes e dei criminali in maniera esteticamente efficace. Peccato, però, che la sua arte sia stata messa al servizio di un’opera insipida. Malgrado ciò, Flashpoint va letta poiché rappresenta un tassello imprescindibile della storia del DCU ed è utile per comprendere le imminenti story-line del reboot. E quanto al voto, do una sufficienza risicata, più che altro a causa degli splendidi disegni di Kubert.

Voto: 6

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