Il Sangue dei Codardi – Alla Corte di Inghilterra – Historica Vol. 69 | Recensione

Pubblicato il 28 Luglio 2018 alle 17:00

Ritorna la saga de Il Sangue dei Codardi con un nuovo, avvincente capitolo autoconclusivo! Jean-Ives Delitte ci conduce nel cuore della Londra del 1666, narrando una vicenda di complotti e omicidi, proposta da Mondadori Comics in questo volume della collana Historica!

Per l’ennesima volta la collana Historica di Mondadori Comics ci propone un fumetto di alto livello. Si tratta del secondo ciclo narrativo de Il Sangue dei Codardi, scritto e disegnato da Jean-Yves Delitte. Coloro che hanno letto il capitolo precedente sanno già che si tratta di un’opera di grande rilievo; ma anche chi non lo conosce avrà modo di apprezzare la nuova story-line che, peraltro, non ha diretti collegamenti con le avventure passate e quindi non implica problemi di comprensione.

Come nel caso di altre opere proposte da Historica, Il Sangue dei Codardi si basa su personaggi immaginari, inseriti, però, in un preciso contesto storico, descritto e rappresentato con accuratezza e dovizia di particolari. La serie, tuttavia, è anche influenzata dal genere poliziesco. Si tratta, in effetti, di un giallo vero e proprio, dal momento che il protagonista, Arthur J. Joyce Byron Pike, è investigatore capo del dipartimento di polizia di York.

Tuttavia, non è un personaggio qualsiasi. Da un lato, è un fedele suddito di Sua Maestà Carlo II e quando è impegnato in un’indagine tenta in ogni modo di trovare i colpevoli e consegnarli alla giustizia. Ma nasconde un terribile segreto: è anche un omicida. Un aspetto inquietante e perverso della sua personalità a volte prende il sopravvento e lo spinge a uccidere, alla stregua di un odierno serial killer. Con questa intrigante idea, Delitte si è fatto influenzare non solo dalle classiche storie di Sherlock Holmes, ma pure da assassini del calibro del famigerato Jack Lo Squartatore, e ha inserito tali suggestioni nell’ambito seicentesco.

In questo volume tutto ruota intorno a un evento realmente avvenuto: l’incendio di Londra del 1666. Delitte parte dal presupposto che sia accaduto a causa di un complotto ai danni di Carlo II. Inoltre, si verifica in un periodo difficile per la Gran Bretagna. La repubblica batava, infatti, contrasta l’egemonia della Royal Navy sui mari; le campagne inglesi sono colpite da un’epidemia di peste e nella corte del re, appunto, c’è un complotto ai suoi danni.

Per una serie di ragioni, Arthur arriva a Londra e rimane coinvolto, suo malgrado, in queste macchinazioni. Carlo II, a conoscenza delle sue indubbie doti di investigatore, gli ordina di scoprire i responsabili del complotto e naturalmente per Arthur non sarà un compito facile. Avrà a che fare con misteri, inganni, efferati omicidi e pericoli di vario tipo.

Delitte si dimostra abilissimo nei testi e nei dialoghi e concepisce una trama coinvolgente, equilibrando con maestria l’azione e l’introspezione. Descrive comunque un mondo popolato da individui duri e spietati, spesso vittime delle loro pulsioni deviate, e ciò vale in particolare per i potenti esponenti della nobiltà e del clero che giocano un ruolo fondamentale nella storia. La delineazione psicologica dei personaggi è inoltre impeccabile.

Pure in questo secondo ciclo de Il Sangue dei Codardi, l’autore si è occupato dei disegni e ha svolto un lavoro eccezionale. Il tratto è naturalistico e accurato, la cura per i particolari encomiabile ed è evidente nelle illustrazioni a tutta pagina che rappresentano le navi, simboli ricorrenti del racconto. Ma anche i primi piani dei character sono riusciti e in questo caso Delitte insiste sugli sguardi e le espressioni facciali, con una sensibilità quasi cinematografica.

I colori sono sempre responsabilità di Delitte. Predominano sfumature tenui, eteree, forse ispirate all’arte paesaggistica dell’ottocento, che conferiscono eleganza e raffinatezza alle matite. Le tavole ambientate all’interno di una chiesa intimidente e nei sotterranei sono invece impreziosite da scelte cromatiche cupe e oscure, molto suggestive.

Insomma, come scrivevo in principio, Historica, per l’ennesima volta, propone una serie di spessore che non mancherà di entusiasmare gli estimatori del fumetto di area franco-belga. Da non perdere.

 

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