Giant-Size X-Men #1 – Marvel Legends 9 | Recensione

Pubblicato il 14 Luglio 2018 alle 17:00

Come sono nati i nuovi X-Men? Scopritelo in questo albo storico che Panini Comics ripropone nella collana Marvel Legends! Non perdete l’arrivo di Wolverine, Tempesta e soci in uno degli albi più importanti del fumetto americano!

Panini Comics prosegue la pubblicazione di Marvel Legends, serie che propone storici albi con inclusa una placca metalizzata che riproduce le copertine originali; e il termine storico non può non essere applicato a Giant-Size X-Men n. 1 che introdusse la seconda formazione degli X-Men. Alla sua uscita nessuno sospettava che i personaggi avrebbero avuto nel corso del tempo un successo senza precedenti e che la testata degli Uomini X avrebbe dato vita a un fenomeno editoriale incredibile, imperniato su tantissime collane a tematica mutante.

Di sicuro non lo sospettava Len Wein, autore della storia. Gli X-Men erano stati creati negli anni sessanta dagli onnipresenti Lee e Kirby ma dopo un certo interesse iniziale la loro collana non fu considerata di primo piano, perlomeno se paragonata a Fantastic Four o Amazing Spider-Man. Verso la fine del decennio, dopo vari episodi illustrati dal grande Neal Adams, la Marvel smise di produrre storie sugli allievi del Professor Xavier, limitandosi a farli apparire come ospiti in qualche mensile di maggior successo. L’albo continuò a uscire solo con ristampe delle vecchie avventure.

Tuttavia, la casa editrice a un certo punto si accorse che X-Men era comunque la più venduta tra le testate di materiale vintage e decise di concedere una nuova chance ai personaggi. Era, però, necessario un rinnovamento e si pensò quindi di mutare la formazione del gruppo. Gli intenti erano commerciali. La Marvel voleva una squadra composta da eroi di diverse nazionalità, provenienti dai paesi in cui gli albi Marvel venivano pubblicati. Affidò l’incarico all’esperto Len Wein che però non comprese le esigenze dei dirigenti.

Introdusse, infatti, Tempesta, un’africana; Colosso, un russo; Thunderbird, un pellerossa; Nightcrawler, un tedesco; e vi aggiunse poi Wolverine, un canadese che aveva in precedenza presentato in alcuni episodi di Incredible Hulk, e due eroi già esistenti, l’irlandese Banshee e il giapponese Sunfire. Della vecchia formazione conservò solo Ciclope e il Professor Xavier. I piani alti della Marvel non furono soddisfatti ma ormai la storia era stata realizzata e venne pubblicata in un albo speciale, Giant-Size X-Men, che con il tempo sarebbe diventato uno degli albi più ricercati dai collezionisti.

Wein inventa un pretesto per presentare i nuovi eroi. Gli X-Men si recano nella misteriosa isola di Krakoa ma scompaiono senza una ragione precisa. Il Professor Xavier, preoccupato, contatta un gruppo di mutanti e li invia nell’isola, allo scopo di scoprire cosa è avvenuto. Wolverine e soci apprenderanno con orrore che l’isola è in realtà un essere senziente che ha pessime intenzioni nei loro confronti. Wein gioca con atmosfere fantascientifiche da b-movie e punta su classiche situazioni supereroiche, con molta azione e poca introspezione. Si tratta comunque di una storia divertente e godibile che forse non sarebbe stata memorabile se, come ho scritto, non avesse dato vita a un fenomeno editoriale di inimmaginabili proporzioni.

Neanche Wein era pienamente convinto dei personaggi e infatti lasciò gli X-Men dopo un paio di albi per essere sostituito dall’eccezionale Chris Claremont. Il resto, come si suol dire, è storia. I testi e i dialoghi sono curati ed efficaci e i disegni sono di Dave Cockrum, all’epoca conosciuto soprattutto per svariati lavori alla DC, in particolare Legion of Super Heroes. Il suo stile era ispirato a quello del glorioso Carmine Infantino, apprezzato penciler di Flash, e l’influenza si nota nelle espressioni facciali dei personaggi.

Caratterizzò subito in maniera impeccabile Wolverine, Tempesta, Nightcrawler e gli altri componenti del team, dimostrandosi dinamico nelle sequenze d’azione. La Marvel perciò decise di confermarlo come artista regolare della serie.

Nel complesso, lo ripeto, questo è un albo storico e potrà interessare coloro che vogliono leggere la primissima avventura della seconda generazione di X-Men.

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