Amazing Spider-Man: Affari di famiglia | Recensione

Pubblicato il 28 Giugno 2018 alle 10:00

Kingpin vuole impossessarsi di una fortuna nascosta dal padre di Peter Parker al Cairo, e l’unico che può accedervi è suo figlio ! Inizierà così una vera e propria caccia all’uomo, ma per fortuna in aiuto di Peter arriverà… sua sorella?!?

Tornata alla ribalta grazie alla serie Peter Parker: The Spectacular Spider-Man di Chip Zdarsky, tuttora in corso di pubblicazione sul quindicinale Panini dedicato al Ragno, Teresa Durand, ovvero la fantomatica “sorella” di Peter Parker, che venne introdotta per la prima volta nel graphic novel del 2014 Affari di famiglia.

Questo volume, scritto a quattro mani da due veterani come Mark Waid e James Robinson, vanta le illustrazioni dell’immenso, e italianissimo, Gabriele Dell’Otto, aiutato dall’altrettanto talentuoso Werther Dell’Edera alle matite, i quali sicuramente apportano lustro e spessore all’opera, piacevole da leggere ma non esente da difetti.

La trama ordita da Waid e Robinson ricalca la più classica delle spy-story, catapultandoti quasi subito nell’azione e svelando poco a poco misteri e fatti ombrosi legati al passato di Peter Parker e ai suoi genitori, Richard e Mary, che sappiamo essere stati degli agenti segreti. Ma il mistero più grande è legato proprio a Teresa e alla sua presunta parentela con Peter, di cui nessuno aveva mai saputo nulla fino ad oggi.

Anche lei sembra aver seguito le orme dei presunti genitori, visto che è una spia al servizio del governo e aiuterà il fratello a scappare da Kingpin e i suoi uomini. Lo zar del crimine infatti è alla ricerca di un grosso quantitativo d’oro appartenente ai nazisti, nascosto dal padre di Peter anni fa, e a cui può accedere solo chi possiede il suo DNA. Inizierà così una vera e propria caccia all’uomo, che porterà i due “fratelli” in giro per il mondo in cerca di risposte…

Come detto all’inizio, la trama scorre piacevolmente ed ha un buon ritmo, come si confà ad ogni buona storia di spionaggio, ma anche supereroistica, e anche l’idea d’introdurre un nuovo personaggio tanto vicino a Peter Parker, da sempre creduto figlio unico, può avere dei risvolti interessanti e dare agli sceneggiatori la possibilità di battere nuove strade, finora inesplorate, che allargherebbero la mitologia del Tessiragnatele.

Alcuni dettagli della sceneggiatura sono però poco convincenti o sviluppati in maniera troppo semplicistica e forzata. Mi riferisco in particolare alla risoluzione della vicenda, con il telepate Mentallo, su cui non mi dilungherò per evitare spoiler, o allo stesso villain e al suo movente. Kingpin infatti è sempre andato alla ricerca del potere e non del mero denaro, come in questo caso, dove assomiglia più a un avido cercatore d’oro di un film di Indiana Jones…

Senza queste piccole sbavature il risultato sarebbe stato davvero ottimo, considerando anche l’apporto grafico eccellente di Gabriele Dell’Otto, coadiuvato da Werther Dell’Edera, i quali dimostrano che si può essere allo stesso tempo ottimi illustratori e anche storyteller, sfornando tavole dinamiche e di grande impatto visivo.

Lo stile pittorico e realistico di Dell’Otto riesce a sposarsi perfettamente con la griglia di un fumetto, senza soffrirne o rimanerne imbrigliato, come spesso accade a chi si cimenta solo con l’illustrazione o il disegno su tela. La sua maestria è evidente sia quando si tratta di dare forma ed espressione ai volti che nelle sequenze più movimentate, dove sfoggia le sue anatomie perfette e tutta la potenza del suo tratto, specialmente nelle splash page.

Già solo le tavole di Dell’Otto, in sostanza, valgono il prezzo del biglietto, ma se siete appassionati del Ragno consiglio comunque l’acquisto del volume, considerando anche l’implicazione di questa vicenda nelle recenti avventure di Spidey e la sua ristampa, in formato più economico, nella serie di volumi da edicola Spider-Man: La grande avventura.

 

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