A Panda piace… questa intervista a Giacomo Bevilacqua

Pubblicato il 1 Settembre 2018 alle 11:00

Il papà del panda italiano più simpatico ci riceve nella sua calda e accogliente Roma per festeggiare la sua creatura con il nuovo libro, pubblicato per Feltrinelli Comics.

Sorriso smagliante, accento romano e ciuffo argenteo-brillante: è quasi impossibile non riconoscere Giacomo Bevilacqua dietro il tavolo dello stand nelle fiere del fumetto.

La sua carriera di autore completo recentemente lo ha visto al lavoro su opere di generi completamente diversi tra loro: partendo dalla romantica interrogazione dei ricordi di Il suono del mondo a memoria (Bao Publishing), l’autore in seguito si insinua nei fiabeschi e spaventosi misteri dell’isola di Lavennder (Sergio Bonelli Editore) per poi cimentarsi con un emozionante albetto dedicato a Groucho e ritornare alfine al suo tenero personaggio più longevo che ha conquistato il web negli anni. Quindi perché non celebrare il suo decimo compleanno con un libro pieno zeppo di nuove vignette che hanno come protagonista il divertente Panda? Pubblicato a maggio 2018 per la collana Feltrinelli Comics, A Panda piace… questo nuovo libro qui è una raccolta di nuove vignette che non portano solo la firma di Bevilacqua, ma anche quella degli amici/fumettisti dell’autore romano, come Sio, ZeroCalcare e Leo Ortolani. Abbiamo avuto modo di rivolgergli qualche domanda riguardo al suo prossimo futuro con il piccolo Panda.

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MF: Grazie mille della disponibilità! Partiamo dalle tue origini come fumettista: chi eri prima di far nascere Panda? A quali opere lavoravi?

GB: Complessivamente, faccio fumetti da circa 12 anni! Nello specifico, prima disegnavo su “Skorpio” e “Lanciostory”, sotto la penna di Lorenzo Bartoli. Poi A Panda Piace… è stata la mia prima opera da autore completo, nata dall’esigenza di narrare qualcosa di totalmente mio e di diverso da ciò che già facevo. Le prime vignette di Panda erano semplicissime, create per divertimento (non avevo ancora messo su un blog per lui, le inviavo ai miei amici!). Da lì in poi, la cosa è cresciuta esponenzialmente: sempre più gente mi ha chiesto di farne un blog, di pubblicarne sempre di più… fino a ritrovare la faccia di Panda su quaderni, diari e altra roba. Quest’anno, precisamente il 22 maggio, sono dieci anni che A Panda Piace esiste e ne sono usciti 20 libri, più l’ultimo pubblicato per Feltrinelli Comics, dal titolo A Panda Piace… questo nuovo libro qui.

MF: Da dove è nata la scelta di diventare autore completo e non essere solo disegnatore?

GB: Mi sono reso conto che avevo qualcosa da raccontare tramite il linguaggio del fumetto. Sentivo che lavorare sotto testi di qualcun altro mi dava meno soddisfazione. Allora sono partito con Panda, poi la cosa si è estesa: la mia prima opera da autore completo è stato Metamorphosis, dove ho cercato di inserire tanta roba di cui volevo parlare (temi come il cambiamento, i mostri ecc.). Insomma, è nata quasi per caso. Ci aggiungo anche che nel 2008 su Internet spopolavano i primi social network e pensavo che quello fosse un buon posto in cui “infilare” le mie opere: all’epoca avevi il like immediato, gli algoritmi non erano così vincolanti come ora, se alla gente piaceva la vignetta la condivideva e stop.

MF: Cosa è diventato Panda per te?

GB: Eh, Panda è sempre stato un personaggio autonomo: decideva lui quando uscire, non l’ho mai forzato a fare cose che non volesse. Tramite lui, cerco quella parte intima nelle persone che spero sia rimasta pura…

MF: Un po’ come il fanciullino pascoliano?

GB:  Più o meno! Cerco di parlare a quella parte buona di noi, perché tutti, in fondo in fondo, siamo un po’ buoni.

MF: Ma allora tu sei o no Panda?

GB: Sì! No! Insomma, Panda è una trasposizione di me che vive in un universo tutto suo, con delle regole sue ben precise.

MF: Il tuo personaggio ha avuto un’evoluzione stilistica, partendo da una specie di “scamorza con gli occhi neri” fino ad arrivare alla forma finale che tutti conosciamo. 

GB: In tutti i miei fumetti prodotti finora, non ho mai fatto character design. Panda è stata la primissima cosa che ho fatto da autore vocmpleto,  senza schizzi preparatori e simili, ed è nata subito sulla vignetta. Si è trasformato sulla vignetta stessa e, se ci fai caso sulle prime vignette del 2008, c’è stata un’evoluzione visibile nel tratto. Questa cosa l’ho mantenuta anche nei fumetti: nelle graphic novel, invece, mi sono messo a fare un altro tipo di lavoro, che comunque prevede un’evoluzione dei personaggi nel graphic novel stesso. Ad esempio, ora sto lavorando a una serie per Sergio Bonelli Editore che uscirà il prossimo anno (Attica, ndr.) e, per quanto abbia fatto il character design di tutti i personaggi (e sono tantissimi), me li aggiusto strada facendo. Fa parte del mio stile, sono fatto così!

MF: Dalla striscia alla graphic novel completa, dal webcomic alla carta: qual è il posto dove Panda si trova meglio?

GB: Come dicevamo prima, Panda nasce sui social, ma dopo dieci anni sente il bisogno di ricominciare da zero e sceglie proprio la carta per ripartire. Lui si è sempre sentito a suo agio sul web, ma molto più a suo agio sulla carta: l’immediatezza dei social è un’arma a doppio taglio, perché puoi fare una vignetta divertentissima ma dopo dieci secondi ne trovi online una ancora più divertente, e così via. Quello che voglio fare io da ora in poi con il mio personaggio è abbandonare il web lentamente e dare emozioni che possono rimanere le stesse per anni. C’è stato un ragazzo con cui mi è capitata proprio questa cosa: al Napoli Comicon, questo ragazzo mi ringrazia per aver fatto questo libro e mi ha confessato di aver provato le stesse emozioni di quando ha iniziato a leggere A Panda piace… all’età di 10 anni (ne ha 20 ora). Mi ha preso un’ansia fuori scala: c’è davvero gente che leggeva Panda a 10 anni? E ora ne ha 20? Inconcepibile! (ride) Il bello è che non è stato un episodio isolato, ma mi è successo anche a Torino, a Roma… Gente che adesso è capace di intendere e di volere, mentre prima si occupava solo di fare i compiti per l’estate, capisci?! Se ci penso, mi prende in una maniera strana, ma ne sono contento. A margine, vedo che molti bambini stanno prendendo il libro di Panda e questo crea un ponte tra i vecchi e i nuovi lettori.

MF: Panda è stato su molti gadget, tra cui le buste per la spesa Auchan in collaborazione con il WWF…

GB: La partecipazione di Panda alle iniziative del WWF è abbastanza frequente. Loro furono i primi (nel 2008) a chiedermi di far partecipare Panda nelle loro iniziative e a me ha sempre fatto piacere, oltre a essere una cosa divertente. Ah, ci sono anche loro nel libro A Panda piace… questo nuovo libro qui: sulla fascetta c’è un qr code che, se viene inquadrato con il cellulare, ti collega all’iniziativa per adottare un panda o fare una donazione per la salvaguardia del panda.

MF: Oltre al WWF, dove ti piacerebbe vedere il tuo Panda?

GB: Io ho creato A Panda piace… con la speranza che qualche associazione o qualche ente mi facesse abbracciare un panda di quelli veri! Un “pandino” da tenere in braccio, fargli due carezze… Quello è lo scopo principale della mia vita! Sarò realizzato solo quando potrò tenerlo stretto a me e potermici fare due foto insieme!

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