Dampyr 217 | Recensione

Pubblicato il 6 Aprile 2018 alle 17:00

Nergal è tornato, e per avere la meglio su Dampyr, ha risvegliato il leggendario Golem di Babilona.

Mauro Boselli è uno dei cardini della Sergio Bonelli Editore. In quanto curatore e sceneggiatore principale di Tex è il motore di base per l’economia della casa editrice di via Buonarroti. Ma Boselli è anche co-creatore (assieme a Maurizio Colombo), curatore e sceneggiatore di Dampyr, una serie “minore”, ma con una fan-base solida, che regge botta nelle edicole da quasi un ventennio, e che ha tagliato l’anno scorso il traguardo dei 200 albi della serie regolare.

Era da un paio di albi che Boselli non si rimetteva ai testi su Dampyr. L’ultima sceneggiatura risale a Horror Movie, pubblicato lo scorso ottobre, un fumetto che (così come segnalato in recensione) ci ha un po’ deluso. Il tocco di Boselli sulle storie di Dampyr si sente, e se negli ultimi albi avevamo notato uno scorrimento della narrazione più rapido, un tocco meno fantasy e non strettamente legato alla mitologia, in Yossele il Muto, la presenza di tutti questi elementi è piuttosto marcata.

L’albo mette al centro un personaggio cardine per la cultura horror: il Golem.  Questa volta Harlan non ha bisogno di fare lunghi percorsi, perché la storia è ambientata proprio nella sua Praga. Il protagonista dell’albo è il protettore del ghetto ebraico della città, il golem Yossele. Il suo creatore Rabbi Loew, dovrà supportare Dampyr nell’impresa di mettere a tacere, una volta per tutte, le pretese del potente Nergal. E se Harlan avrà dalla sua parte Yossele il muto, Nergal risveglierà il leggendario Golem di Babilonia, il primo mai comparso sulla faccia della Terra, creato da Rabi Ravà.

Insomma, gli incroci tra Storia, fantasy e mitologia ci sono tutti. Gli elementi di base per una buon fumetto di Dampyr non mancano. Ma il ritorno alla sceneggiatura di Boselli si fa sentire, sia in positivo, che in negativo. Così come è nella sua cifra stilistica e narrativa (chiaramente influenzata anche dal suo ruolo di curatore) Boselli attinge dal passato di Dampyr, creando un filone narrativo che lega questo albo 217 con il numero 5, intitolato Sotto il Ponte di Pietra (pubblicato ad agosto del 2000), nel quale erano presenti Caleb Lost, Nikolaus, e soprattutto il Golem, protagonisti anche di questo numero.

Boselli sfrutta l’approssimarsi dello scontro con Nergal per ricreare l’intero background del Golem Yossele, legandolo a stretto filo con le vicende di Rabbi Loew.

Ed i punti deboli dell’albo stanno proprio nel modo in cui Boselli cerca d’intersecare passato e presente attraverso un ampio uso di flashback (altro classico della serie), che si rivelano essere un po’ troppo prolissi. Addirittura, scorrendo le pagine, sono i flashback a farla da padrone ed a superare le pagine dedicate alla linea temporale ambientata nel presente. Un espediente, questo, di cui Boselli fa ampio uso negli albi di Tex, e dove l’uso massiccio di flashback s’interseca bene con il ritmo e la narrazione della storia, ma che in Yossele il Muto sembra appesantire e rallentare la narrazione.

Molto interessanti invece sono le pagine ambientate all’Inferno, all’interno delle quali la fantasia visiva dell’albo viene sprigionata a pieno, e che avrebbe meritato un po’ più di spazio, forse non tanto a livello narrativo, quanto visivo.

Ed a proposito di livello visivo: Fabrizio Longo, dopo aver realizzato lo speciale Le Porte dell’Inferno, mantiene anche in questo albo uno stile quasi litografico, capace di creare un’atmosfera rarefatta e da fiaba horror. I disegni di Longo si prestano decisamente bene per i flashback ambientati nel passato, e per le scene fantasy (come già detto la sua rappresentazione dell’Inferno avrebbe meritato maggiore spazio, magari con qualche eccezione alla classica gabbia bonelliana). Inoltre, la rappresentazione dei personaggi tratteggiati da Longo sembra richiamare lo stile classico degli autori della Ec Comics, e trattandosi di un albo dalle forte componenti horror la cosa non dispiace affatto.

Yossele il Muto si dimostra quindi essere un albo godibile, con qualche sbavatura dettata da una non perfetta alternanza delle linee temporali, ma capace di arrivare ad uno scontro finale che i dampyriani doc certamente non dimenticheranno.

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