Le migliori 12 serie tv del 2017

Pubblicato il 3 Gennaio 2018 alle 12:15

Vi abbiamo proposto la classifica dei migliori 12 film del 2017 secondo MangaForever, quindi perché non guidarvi fra le migliori serie tv?

Abbiamo voluto scegliere le serie arrivate anche in Italia nel 2017 (ecco il perché dell’assenza di Westworld o FEUD, per fare due esempi), solo novità (nuove stagioni, per quanto straordinarie, non avrebbero avuto molto senso, invece avevano maggiormente significato i revival) e niente miniserie (quindi niente Godless o Big Little Lies). Abbiamo cercato di inserire un po’ tutti i generi per non essere discriminanti con nessuno. Bando alle ciance, ecco a voi le 12 serie tv da recuperare assolutamente!

12. Marvel’s The Punisher (Netflix)

Se proprio dobbiamo scegliere una serie Marvel “classica” tra tutte quelle proposte quest’anno da network e servizi streaming (e non è che dobbiamo per forza, ma non vogliamo essere discriminanti come dicevamo) questa è indubbiamente la (quasi) ultima arrivata. Lo spin-off di Daredevil con protagonista Jon Bernthal è l’incarnazione perfetta per il Punitore, un uomo colmo di rabbia che sembra non avere fine, tra sangue, combattimenti mozzafiato e una storia che in modo nemmeno troppo sottile analizza la situazione americana dei veterani di guerra e critica il governo Trump sul problema del possesso e uso di armi da parte dei suoi cittadini. Forse eccessivamente lunga nei canonici 13 episodi, ma chapeau.

qui la nostra recensione completa

11. The Marvelous Mrs. Maisel (Amazon Prime Video)

Anche qui la (quasi) ultima arrivata dell’altro servizio on demand italiano principale, ovvero Amazon, che ha conquistato uno spazio di diritto fra i serial addicted puntando sulla qualità piuttosto che sulla quantità. La Marvelous Mrs. Maisel del titolo è uno scoppiettante concentrato di dialoghi, ritmo e verve grazie alla scrittura oramai rodata di Amy Sherman-Palladino (Una mamma per amica) e all’interpretazione assolutamente adorabile di Rachel Brosnahan (House of Cards). Qui l’attrice veste panni decisamente più comici… anzi da aspirante stand-up comedian negli anni ’50-’60 dopo essere stata lasciata dal marito per la segretaria. Una caratterizzazione dei personaggi e un’ambientazione che non possono non conquistare fin dalle prime battute di questa parlantina decisamente senza fine. Per fortuna.

qui la nostra recensione dei primi due episodi

10. Mindhunter (Netflix)

Un viaggio psicologico nella mente dei più pericolosi serial killer d’America, quando all’FBI ancora non era nata la sezione comportamentale che permette tutt’oggi di capire come ragionano e prenderli prima che colpiscano. Un Criminal Minds ante litteram anche se è stato fatto dopo. Per vedere come tutto è iniziato. Un’analisi seriale (in tutti i sensi) quasi chirurgica, diretta nei primi episodi da David Fincher, che torna a collaborare con Netflix dopo House of Cards, e interpretata da un Jonathan Groff ricco di ingenuità ma anche intelligenza come solo i suoi personaggi sanno essere.

qui la nostra recensione completa

9. Sneaky Pete (Amazon Prime Video)

Una truffa così ben orchestrata non si vedeva dai tempi di Ocean’s Eleven. La serie perfetta per gli appassionati del genere (ma non necessariamente) ce l’ha proposta Amazon, con un cast fenomenale, un intreccio ricco di colpi di scena e di suspense fino all’ultimo. Ciliegina sulla torta un Bryan Cranston che farà rimpiangere poco il suo Walter White in Breaking Bad. Aggiungiamo nomi come Margo Martindale versione matriarca-controlla-tutto o Giovanni Ribisi versione adorabile-truffaldino, serve altro?-

8. American Vandal (Netflix)

Una presa in giro dei true crime che tanto impazzano ora in tv, tutto basato però su una storia dai risvolti decisamente comici… e cazzoni. Al centro infatti un atto di vandalismo sulle macchine degli insegnanti della scuola da parte di uno studente che coinvolge dei peni. Il tutto trattato con una certosina serietà e diligenza nonostante l’argomento cazzaro. Un’indagine ai limite dell’American Pie che farà venire voglia di binge watching … a colpi di risate!

7. American Gods (Starz, in Italia Amazon Prime Video)

Bryan Fuller dopo Hannibal propone un’altra storia ciclica: un prologo a una guerra che verrà, per una vicenda che parte lenta, fin troppo, per continuare in un crescendo narrativo che culmina in un climax finale in cui tutti i nodi vengono al pettine. Merito ovviamente del genio letterario da cui arriva questa storia, ovvero Neil Gaiman, ma la trasposizione visiva ammaliante di Fuller la scorderemo facilmente. Ecco perché non riusciamo ancora a digerire il fatto che nella seconda stagione già ordinata non ci sarà più la sua supervisione. Non sappiamo cosa aspettarci senza la sua visione unica e inimitabile.

qui le nostre recensioni settimanali

6. Legion (FX, in Italia Fox)

La serie fumettistica con la L maiuscola di questo 2017, indubbiamente. Un nuovo livello per le serie tv supereroistiche, a dimostrazione che si può essere autoriali pur raccontando un fumetto “classico”. Anche se di classico nella vita di David (un Dan Stevens in stato di grazia dopo Downton Abbey e La bella e la bestia) c’è ben poco, e il confine tra realtà e finzione (o meglio, tra la realtà e la mente di David) è gestito in maniera eccezionale. Psichedelico al pari del Doctor Strange cinematografico, Legion rimbalza continuamente dall’una all’altra “realtà” rendendo questo viaggio nella mente del protagonista affascinante come pochi. Tutto merito della scrittura di Noah Hawley, che ha saputo ancora una volta vincere la scommessa come fu con Fargo La Serie.

qui la nostra recensione del pilot– –qui la nostra recensione completa

5. Dark (Netflix)

Un pizzico di Twin Peaks, una spruzzata di Lost, le domande di The Leftovers, una nostalgia à là Stranger Things… ma Dark è molto più di questo. Ci voleva da tempo una serie che incanalasse un’atmosfera propria, pur ispirandosi a tante altre prima di lei. E ci hanno pensato i tedeschi con la loro prima produzione originale per il colosso dello streaming. Quello che colpisce di Dark non sono tanto i colpi di scena concatenati – che forse per gli aficionados del genere saranno prevedibili – ma le relazioni fra i personaggi (tantissimi): proprio come accadeva in Twin Peaks, una terribile tragedia (lì l’assassinio della reginetta della scuola, qui la scomparsa di più ragazzi) fa venire a galla i segreti che popolano le famiglie della zona e il loro intrecciarsi in modo davvero inaspettato. Una colonna sonora azzeccata e un’atmosfera perturbante sono la ciliegina sulla torta di questo telefilm che magari non sarà perfetto, ma coinvolge e lega come pochi altri possono vantarsi di fare.

qui la nostra recensione completa

4. Tredici (Netflix)

La serie di Netflix che quest’anno ha più fatto parlare di sé (anche più di ritorni attesissimi come Stranger Things o Black Mirror) e che ha generato addirittura petizioni per farla trasmettere nelle scuole. Questo perché ha saputo rinverdire un genere (il teen drama) morto forse dai tempi del pilot di The Vampire Diaries, e soprattutto perché ha messo al centro della storia un tema scottante come il bullismo, insieme ad altri. Cuffie all’orecchio e walkman per ascoltare le cassette in mano, il protagonista (Dylan Minnette) vuole scoprire le tredici ragioni per le quali Hannah Baker (Katherine Langford) si è suicidata e quale ruolo ha avuto lui in tutta la vicenda. Lo farà ascoltandola, piangendo e soffrendo, e noi spettatori con lui. Anche il più duro di cuore non potrà non sentirsi un po’ chiamato in causa (non importa da quale parte della bilancia) in questo racconto giovane eppure universale. Ecco il perché di averlo messo così in alto in classifica rispetto ad altri titoli autoriali come Mindhunter.

qui la nostra recensione completa

3. Great News (NBC, in Italia Premium Joi e Infinity)

Siamo arrivati al podio e, dato che i primi due posti facendo due conti sono più prevedibili di quanto avessimo voluto, abbiamo mescolato le carte dando il terzo posto ad una comedy (giammai) e per giunta della tv in chiaro americana (sacrilegio). Questo per dimostrare che non serve per forza essere via cavo o streaming per essere originali. Basterebbero l’episodio sulle molestie sessuali, quello sugli awards e sulla tv che cambia o ancora il breve segmento sulle fake news per ricordare al pubblico quanto si può essere divertenti e allo stesso tempo intelligenti nel fare una comedy di qualità che va oltre il genere. Great News parte da un assunto semplice, divertente e attuale (una madre che va a fare la stagista nel luogo di lavoro della figlia, un telegiornale via cavo) per raccontare in modo assolutamente spassoso tanto la meta-televisione (il famoso “dietro le quinte”) quanto la società americana e non. Colmo di battute tanto intelligenti quanto nonsense, il telefilm è prodotto da quei Robert Carlock e Tina Fey di 30 Rock, di cui è erede ideale, e nella seconda stagione arriva Tina Fey in persona nei panni del personaggio anti-Liz Lemon che non vedevamo l’ora di vedere.

2. Twin Peaks (Showtime, in Italia Sky Atlantic e Sky Box Sets)

Non avremmo sinceramente voluto metterla così in alto nella classifica ma d’altronde non l’abbiamo messa fra i film migliori dell’anno come i colleghi francesi dei Cahiers du Cinema, quindi da qualche parte la dovevamo pur piazzare. David Lynch e Mark Frost sono tornati dopo 25 anni, insieme alla cittadina sperduta di Twin Peaks, anche se gran parte di questo revival non è ambientato a Twin Peaks e i vecchi protagonisti si vedono pochissimo a parte Kyle MacLachlan che però ricopre un altro ruolo rispetto all’agente Cooper (anzi, due). Il vero merito di Lynch è aver realizzato un revival diverso da come tutti ce lo potevamo aspettare, e di aver fatto ancora una volta discutere. Fermo restando che la tv non ha più bisogno da anni della “concessione” del cinema per splendere e ricordando ai lettori che Lynch avrà scardinato tutte le regole televisive col tanto decantato episodio otto ma non necessariamente in senso positivo, questo new and improved Twin Peaks ha lasciato più domande che risposte, ma forse è questo il destino beffardo di quella povera disgraziata di Laura Palmer.

qui le nostre recensioni settimanali

1. The Handmaid’s Tale (HULU, in Italia TIMVision)

Al primo posto proprio la serie tratta dal romanzo di Margaret Atwood, non tanto per il significato politico, il sottotesto femminista e tutti quei motivi che l’hanno fatta brillare da tutte le parti – critica e pubblico – ma piuttosto per il merito di aver riportato in tv una cosa che non si vedeva da tempo: un drama puro, nel senso letterale di drammatico. Fin dall’espressione sempre contrita, sofferta e sommessa della protagonista Difred (Elizabeth Moss) e delle altre Ancelle all’altrettanto silente e tacito accordo che lega Comandanti, Mogli, Marte e Zie. Una serie utopistica e futuristica che paradossalmente torna prepotentemente nel passato per usi e costumi. Ma senza nostalgia di mezzo, puramente per il significato e significante di ciò che sta dietro a queste abitudini. Per questo sicuramente un gioiello raro.

qui la nostra recensione completa

Quali sono invece le vostre serie preferite dell’anno appena finito?

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