Haxa Volume 1: il fantasy young adult di Pellizzon | Recensione

Pubblicato il 2 Dicembre 2017 alle 17:00

Due scuole di magia, un mondo diviso, un gruppo di ragazzi, una protagonista che deve imparare a conoscere il proprio potenziale… e 200 pagine tutte da esplorare, colore dopo colore: sono questi gli ingredienti di Haxa – I Confini del Vento, il primo volume della tetralogia fantasy scritta e illustrata da Nicolò Pellizzon.

Un corposo volume di 200 pagine e un titolo che, già a partire dal font, promette un’avventura policroma e anche un po’ allucinogena: è I Confini del Vento, il primo numero della serie Haxa di cui Nicolò Pellizzon, classe 1985, è autore completo. La saga, un fantasy peculiare a cui a stupire è soprattutto lo stile illustrativo dell’autore, caratterizzato da una ricchezza di colori ai quali può essere difficile abituarcisi, sarà una tetralogia e uscirà un volume ogni anno circa.

Haxa è proposto da Bao Publishing, per il quale Pellizzon ha già pubblicato il visionario Gli Amari Consigli: tra i lavori passati di questo autore ricordiamo anche Horses (Canicola Edizioni) e le autoproduzioni Abraxas e Bad Choices.

Ma che cos’è “Haxa”?
Questa enigmatica parola, che dà anche il nome al titolo dell’intera saga, indica un tipo di energia che potremmo chiamare magia, “che unisce le particelle più piccole dell’esistenza”. Nel mondo di Haxa solo il 6% degli esseri umani è capace di esercitare questa magia, secondo due diverse “vie”: l’Ars Goetia, ossia l’evocazione di creature provenienti da altre dimensioni, e l’Ars Alchemica, la manipolazione degli elementi.

Fino ad un certo punto della storia dell’umanità, l’Haxa è sempre stato un segreto. Al tempo in cui è ambientata questa storia, però, chi viene scoperto come “hexida” viene immediatamente allontanato dalla società per essere “formato” in un centro specialistico (se un “elementare”), oppure se ne perdono misteriosamente le tracce (se è un “goetiano”).

Anche Sophia, una ragazza come tante, viene individuata come hexida, precisamente come praticante dell’Ars Alchemica. Ma, invece di accettare di essere spedita in uno dei centri, Sophia decide di fuggire con Mark, un compagno di scuola anch’egli hexida, ma le loro strade ben presto si dividono: questo perché Sophia sa di essere diversa, anche per un’hexida, e, oltre a cercare di capire la natura del suo potere, deve anche arrivare a comprendere se stessa.

Nel suo vagabondare, Sophia incontrerà un gruppo di ragazzi hexidi (guidati dalla tenace Aiko) che, seppur con qualche sospetto, la accoglieranno nella loro base: con loro la ragazza si renderà conto che l’Ars Alchemica e l’Ars Goetia non sono due vie contrapposte e che più di un segreto si cela dietro la natura dell’Haxa.

Il lettore potrebbe faticare ad orientarsi tra le regole del mondo di Haxa, nonostante i file di approfondimento (con tanto di vocabolario finale) che intervallano le pagine del fumetto: è anche vero che la presentazione di una realtà così complessa abbia avuto la priorità rispetto allo sviluppo della storia e della costruzione dei personaggi, che risultano un po’ piatti e poco costruiti. Per valutare al meglio Haxa bisognerà aspettare il secondo volume, a storia già avviata: nel frattempo il lettore non potrà fare a meno di ammirare le creature magiche di altre dimensioni, il design dei personaggi e le campiture di colori pop, delimitati da quella spessa linea nera che è una delle cifre stilistiche di Pellizzon.

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