Le Nebbie di Caporetto – Un Eroe una Battaglia 1 | Recensione

Pubblicato il 31 Ottobre 2017 alle 10:00

Debutta la nuova collana Editoriale Cosmo dal taglio storico.

Arriva in tutte le edicola la nuova collana tutta italiana di Editoriale Cosmo, Un Eroe una Battaglia la quale, come facilmente intuibile dal titolo avrà un taglio storico, e si comporrà di 4 uscite totali accompagnandoci così fino a gennaio 2018.

Non poteva esserci battaglia più consona da riportare su carta se non quella di Caporetto, il cui centesimo anniversario è caduto quasi in concomitanza con l’uscita di questo primo albo: combattuta infatti dal 24 ottobre al 12 novembre del 1917, Caporetto è ritenuta senza ombra di dubbia la battaglia più drammatica e la sconfitta più devastante mai subita dall’esercito italiano.

A riportarci in trincea è Giulio A. Gualtieri il quale ci narra la fuga di un eterogeneo gruppo di soldati, capeggiati dal caporale Pedron, il quale fugge da Conca di Plezzo caduta in mano agli Austriaci ripiegando, in cerca di riparo, proprio a Caporetto dove da lì a poco la disfatta sarebbe stata totale.

L’autore non ha interesse nell’addentrarsi nei motivi politico-economici di una guerra di cui Caporetto fu una delle fotografie più oscene né tanto meno ha intenzione di narrare con spirito romantico il valore dei combattenti piuttosto Le Nebbie di Caporetto mostra il lato più (dis)umano della guerra ricongiungendosi in maniera ideale con quel Dunkirk che tanti consensi ha riscosso riportando anche in auge il genere bellico ma da una angolazione intima, personale e disperata se vogliamo.

Quella angolazione è la stessa che Gualtieri utilizza aggiungendovi un rigore storico – le mappe che segnano l’avanzata austriaca – che aumentano in maniera esponenziale il senso di oppressione e di urgenza della fuga di un gruppo che trincea dopo trincea viene decimato fino alla sconfitta di Pinzano al Tagliamento che però in maniera rocambolesca fu anche preludio della resistenza sul Piave che vanificò l’avanzata fino ad allora inarrestabile degli austriaci.

Se l’autore mostra una profonda conoscenza della materia con cui si sta cimentando il vero perno dell’albo è la guerra intesa come forza devastante e travolgente che sconvolge in maniera ineluttabile la vita dell’uomo: i soldati italiani combattono fianco a fianco ma per un paese in cui ancora non vi si riconoscono ed in cui permangono, tutt’oggi, profonde divisioni fra nord e sud, fra soldati ed ufficiali cioè classe dirigente e popolo.

Siamo fatti della stessa materia della nostra memoria: la Storia non ci è mai indifferente. Ecco il senso della storia fulminante e spietata che ci racconta Gualtieri.

La parte grafica è curata da Emilio Lecce che bilancia il suo tratto fra un realismo mai troppo esasperato ed una certa influenza nipponica in termini di anatomie e di posizionamento delle figure nella tavola. Il lavoro del disegnatore va segnalato anche per un uso efficace del chiaroscuro – utilizzato “timidamente” nelle prime pagine per poi diventare parte integrante della narrazione per immagini – e l’ottimo utilizzo della tavola “ristretta” del formato pocket che sembra non limitarlo anzi viene sfruttata per accentuare la tensione fra i personaggi – costretti loro malgrado a condividere la fuga – e per mettere in risalto alcuni particolari in maniera puntuale così come le battaglie che diventano quasi fotografie “istantanee” terribili e mortali.

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