I Mondi di Thorgal – Lupa 3 | Recensione

Pubblicato il 28 Ottobre 2017 alle 17:00

La giovane figlia di Thorgal torna in solitario per dimostrare che buon “sangue” non mente

La piccola Lupa si sente incompresa nel suo villaggio a causa della sua doppia natura, che la fa vedere come un’estranea tra i suoi compagni di villaggio; come se questo non bastasse la madre Aaricia, convinta che ormai Thorgal sia scomparso per sempre, cede sempre più alla corte di Lundgen. Ecco perché la ragazza decide di lasciare il villaggio, mentre sua madre si prepara ad andare a vivere con Lungden, che è riuscito a convincere Aaricia che anche Lupa sia morta.

La giovane si addentra dunque nella foresta, ma una sua vecchia conoscenza la caccia per un patto stretto con Azzalepston…

In questo volume, che raccoglie i tomi 5 e 6 della serie originale, troviamo due avventure distinte della piccola figlia di Thorgal, di cui una per la prima volta in Italia.

E’ bene premettere che abbiamo di fronte due buone storie che sviluppano bene la trama della serie, anche se ho trovato più scorrevole la prima, in cui riappare (però per rimanere piuttosto nell’ombra) il personaggio di Skald, comparso nel volume precedente, il cui potere, per ora utilizzato poco dall’autore, potrebbe rivelarsi il vero segno distintivo di questa serie. Sarà da vedere anche se Lundgen è da considerarsi ormai fuori gioco o anche lui tornerà ad avere una parte rilevante in questa vicenda.

Insomma, Yann ha sviluppato dei personaggi che possono davvero far diventare questa serie una delle migliori di Thorgal per originalità, ma bisogna verificare quale ruolo ha riservato loro, con il rischio di vederli sprecati.

In ogni caso in questa storia il ritmo è davvero incalzante ed il lettore non potrà che apprezzare come si sviluppa l’azione anche per il fatto che questa avventura è godibile autonomamente, senza aver letto la serie principale. Diverso il caso della seconda, che, ironia della sorte, è probabilmente quella più vicina ad una storia di Jean Van Hamme (XIII, Largo Winch) ed alla mitologia norrena, avendo così tanti punti di collegamento con la serie principale e facendo molti rimandi alla suddetta, dalla quale, tra l’altro, ripesca alcuni personaggi noti, come il nano Tjahzi. Qui, però, sta anche il rischio, in quanto un lettore non conoscitore di Thorgal potrebbe avere difficoltà a godersi appieno la trama. Se invece siete conoscitori di questo universo, andate tranquilli e godetevi una trama ben costruita (anche se in alcuni punti piuttosto prevedibile) e incontrate di nuovo dei personaggi che vi riporteranno alla memoria un grande fumetto.

Se quindi le storie non sono prive di alcuni difetti, questo non può dirsi invece per i disegni di Roman Surzhenko che definire straordinario è dire poco, riuscendo a non far rimpiangere le matite originali di Grzegorz Rosinski (autore tra l’altro della stupenda cover), del quale anzi riprende in qualche modo lo stile.

Venendo all’edizione italiana, Panini Comics ci propone il classico formato 100% con una buona resa della carta che riesce a far apprezzare la qualità del disegno ed una copertina sufficientemente rigida.

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