Marvel’s Inhumans – 1×01 & 1×02 | Recensione

Pubblicato il 2 Ottobre 2017 alle 20:00

Sono arrivati gli Inumani anche in tv e il responso è incerto: un drama che vorrebbe inserirsi a gamba tesa nell’universo cine-televisivo della Casa delle Idee ma lo fa invece in modo poco convincente.

Dopo lunga attesa – e tanta promozione – e dopo il passaggio al cinema sono arrivati anche in tv (almeno negli Usa) i Marvel’s Inhumans, il telefilm che in otto episodi vuole inserirsi nell’universo cine-televisivo della Marvel/Disney. Fin dalla prima inquadratura è chiaro il network di riferimento, ovvero la tv generalista ABC, e l’assetto cinematografico della serie tv, la prima girata in IMAX, in veste anche di co-produttrice e distributrice. Forse perché nata inizialmente come progetto filmico che avrebbe occupato l’ultimo tassello nella Fase 3 del MCU nel 2019, poi trasposta in formato seriale in attesa delle nuove puntate di Agents od S.H.I.E.L.D..

Proprio con SHIELD sembra avere molto in comune: i toni, il background (dato che lì sono stati presentati i primi Inumani) e i rapporti fra i personaggi, con la differenza che l’emento sci-fi è maggiormente presente per via dei poteri dei protagonisti. Se Agent Carter è però stata capace di fornire nel suo piccolo un tassello mancante nel MCU e nella storia a cui i fan si sono appassionati, Marvel’s Inhumans procede in modo poco convinto nei due episodi che compongono l’avvio della storia, trasmessi al cinema insieme, come fosse un unico film.

Per lo spettatore, entrare a inizio episodio sull’isola delle Hawaii dove sta capitando qualcosa che scatenerà gli eventi che porteranno alla messa in discussione della famiglia reale degli Inumani, è totalmente immersivo ed è in questo tipo di sequenze che l’utilizzo dell’IMAX acquista di senso (nei prossimi episodi continuerà nelle scene sulla Luna).

A capo della famiglia reale vi sono Black Bolt/Freccia Nera (Anson Mount) e Medusa (Serinda Swan), insieme ai rispettivi fratelli, Maximus (Iwan Rheon) e Crystal (Isabelle Cornish). Vicino alla coppia reale il fidato consigliere Karnak (Ken Leung) e Gorgon, il capo della Guardia Reale (Eme Ikwuakor). Senza dimenticare il cagnone di famiglia Lockjaw, col potere (anche lui!) del teletrasporto.

L’atmosfera che si respira ad Attilan, sede segreta degli Inumani nell’universo, è simile a quella di Asgard in Thor: The Dark World, un mondo misto di antico e futuristico. Un mondo in cui si snodano gli intrighi di palazzo à là Game of Thrones e non solo per la presenza di Iwan Rheon, che ne è il fautore. L’attore continua ad interpretare un “bastardo” anche se in una veste diversa: qui è il fratello di sangue del re, che però ha subito la sfortunata sorte di non ottenere nessun potere inumano dopo la terrigenesi, un fatto raro e visto come onta dalla comunità. Crede di meritare il trono più del fratello e proprio per la sua parte umana vuole trasferire tutto il popolo inumano sulla Terra, ma Freccia Nera ovviamente non è d’accordo.

Questo porterà a un duro scontro e a un vero e proprio colpo di stato. L’aspetto più interessante di Marvel’s Inhumans è proprio questo continuo dualismo insito nei personaggi della serie tv. Poco importa se i costumi e gli effetti speciali sono stati criticati poiché troppo semplici e pacchiani, è la loro continua lotta interiore fra la parte Umana e Inumana a essere accattivante e a tornare ricorrentemente nei dialoghi, negli sguardi, nelle azioni. E’ anche interessante notare come questa serie si avvicini nell’aspetto familiare all’altra serie Marvel generalista che partirà negli Usa il 2 ottobre, The Gifted, che espande l’altro universo cine-televisivo della Marvel, quello Fox degli X-Men. Storie di famiglia e di appartenenza: se in The Gifted si corre senza sosta per tutto il pilot, in Inhumans regia e sceneggiatura propendono per campi lunghi e soffermarsi su scenografie e dettagli.

Speriamo che i prossimi episodi analizzino meglio questo dualismo umano-inumano, già sviluppato in parte in SHIELD, e che alla fine nel suo piccolo anche questa serie dia un lascito ai fan Marvel sparsi in tutto il mondo.

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