Aliens 4 | Recensione

Pubblicato il 25 Luglio 2017 alle 10:00

Inizia la seconda parte di Aliens: Defiance contenuta nello spillato saldaPress Aliens.

Zula Hendricks e Davis-01 non sono più semplicemente assenti ingiustificati: ora sono traditori in piena regola. E mentre vanno alla deriva in una zona tranquilla dello Spazio, un nuovo membro dell’equipaggio scopre in infermeria qualcosa che cambia tutto. A volte il male viene da dentro.

Il quarto numero di Aliens prosegue idealmente l’ottimo momento del precedente numero, per la recensione cliccate qui, con Brian Wood intento ancora a scavare nella psicologia dei protagonisti.

Prendendo una qualsivoglia declinazione del franchise infatti è facile riscontrare come la lotta contro gli xenomorfi sia una gara di resistenza puramente fisica ma cosa succede psicologicamente ai malcapitati che sopravvivono ad un incontro con le spietate creature?

Su questa interessante premessa l’autore costruisce la prima parte dell’albo – ovvero il settimo numero originale – mostrando le diverse “reazioni” dei personaggi: Zula vive incubi ricorrenti ed è terrorizzata dalle creature gravata dalle sue precarie condizioni fisiche, Davis-01 – da bravo sintetico – pragmaticamente cerca di organizzare l’Europa affinché il suo equipaggio sopravviva ma chi subisce il colpo più duro è senz’altro il nuovo membro che avevamo conosciuto alla fine dello scorso numero.

La Dottoressa scopre così di aver stabilito, suo malgrado, quella che la connessione più forte e profonda in natura con gli alieni – connessione che la segnerà fisicamente ma in maniera indelebile anche psicologicamente.

Quello di Wood non è però un semplice rimando ad una delle pellicole della saga piuttosto è corollario di quello che è l’assunto alla base della missione di Zula e Davis-01 – e di riflesso di tutta la saga di Alien – ovvero la lotta per la sopravvivenza.

L’autore quindi carica di tensione questo episodio limitando i dialoghi e, aiutato dalle ottime matite di Thompson, giocando molto sulla gestualità per poi deflagrare nello scontro fra Davis-01 e lo xenomorfo, scontro che nei suoi protagonisti – e nel loro mutismo – trova la cifra dell’idea stessa di sopravvivenza ed evoluzione dove l’uomo è un passaggio obbligato ma non necessario.

Probabilmente la prima metà di quest’albo sono le migliori 24 pagine confezionate da Wood per questa serie.

Tuttavia nella seconda parte dell’albo lo scrittore perde un po’ il bandolo della matassa e accelerando il plot la narrazione si fa confusa ed approssimativa. Non basta infatti la presenza, massiccia, degli xenomorfi, che fra presagire ad un battaglia all’ultimo sangue a bordo dell’Europa per la parte finale della serie, visto che l’autore non sembra voler sviluppare alcuni interessanti spunti dei numeri precedenti – come il ruolo della Weyland-Yutani – in favore di una conclusione più a-là James Cameron diciamo che a-là Ridley Scott buttandosi cioè apparentemente più sull’azione.

Avendo a disposizione però ancora due numeri vedremo c’è tempo per Wood per correggere il tiro e fornire un finale soddisfacente.

Parte grafica divisa fra Stephen Thompson e Tony Brescini. Il primo con tratto pulito e una costruzione della tavola chiara e concisa ricorda Gary Frank soprattutto per l’attenzione dedicata alle espressioni dei personaggi ed in particolare agli occhi particolare anatomico che il disegnatore sfrutta per convogliare tutta la tensione dell’episodio spesso “tagliando” orizzontalmente i riquadri – quando vi è un singolo personaggio – oppure sfruttando gli eloquenti incroci di sguardi quando interagiscono due o più personaggi. In definitiva scelta azzeccatissima quella di questo disegnatore per questo episodio. Nella seconda parte dell’albo ritroviamo Tony Brescini che fa un ottimo lavoro con tratto sicuro ed irrobustito da chine molto spesse, per quanto però il disegnatore riesca a mantenere una buona atmosfera – molto ben strutture le scene a gravità zero – soffre la sceneggiatura un po’ frettolosa di Wood non riuscendo a coniugarvi un efficace story-telling.

Solida la prova al colore di Dan Jackson che adatta la sua paletta con toni più brillanti ed un uso della luce artificiale per la parte più asettica dell’albo, la prima, mentre la “arrugginisce” per la seconda parte dove le atmosfere si fanno più cupe.

Come già evidenziato per gli scorsi numeri ineccepibile la cura carto-tecnica dello spillato così come la traduzione ed il lettering ad opera di saldaPress. Ancora una volta però sugli scudi c’è l’apparato redazionale davvero stupefacente e che questa volta si concentra con uno speciale sulle vari tipologie di xenomorfi con dettagliate descrizioni ed informazioni.

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