Australia Stagione 1 | Recensione

Pubblicato il 19 Luglio 2017 alle 15:00

Nel 2055, in un’Australia sconvolta dalla guerra sociale, nella città di Perth l’agente Maugham e la recluta Felton cercheranno d’indagare su un misterioso omicidio. L’etichetta Wilder propone con Australia una storia mistery/distopica realizzata da Leonardo Favia e Simone Di Meo.

Prima di tutto spieghiamo che cosa è Wilder: si tratta di un’etichetta indipendente, che unisce artisti di alto livello e professionalità attraverso i quali propone puntualmente ogni settimana una puntata di un fumetto da leggere online sul proprio sito.

Recentemente Wilder ha stampato un fumetto cartaceo di un limitato numero di copie (andato subito sold-out) all’interno del quale ha creato un crossover tra tutti i personaggi del proprio universo creativo. Un’ottima idea, che siamo spesso abituati a vedere utilizzata oltreoceano, e che negli ultimi mesi si sta praticando anche qui in Italia (vedi ultimi annunci della Cosmo).

Finita questa premessa possiamo entrare nel dettaglio di Australia, uno dei fumetti online leggibili sul sito Wilder, per il quale si è conclusa da poco la prima stagione.

Australia è ambientato nel 2055: dopo il collasso della società civile si è scatenata una guerra di classe che ha raggiunto la scala mondiale. L’Australia, terra protagonista di questa storia, è adesso composta da sole sette città, che rappresentano le uniche zone sicure nelle quali vivere. Al di fuori di esse c’è il caos, oltre che una lotta per la sopravvivenza nelle terre desolate che vengono chiamate Outback.

All’interno di questo contesto l’agente Somerset Maugham, assistito dalla giovane recluta Cynthia Felton, si troverà nella città di Perth a indagare su un misterioso omicidio. Altro protagonista della storia sarà il giovane Benjamin Hooper, coinvolto nel caso dell’assassinio, e prossimo cittadino di Perth pronto a sfidare un abitante dell’Outback. Sì perché il posto in città, in questa Australia distopica, bisogna lottarselo e guadagnarselo con un duello uno contro uno all’ultimo sangue.

Quindi com’è Australia? Un misto tra uno spy/buddy-movie con protagonisti una giovane poliziotta ed un personaggio più adulto ed esperto (il che fa ricordare Zootropolis), e un distopico teen che ricorda Hunger Games e Battle Royale. Il che crea delle ottime premesse. E se poi c’inseriamo l’idea di un’Australia post-apocalittica, il pensiero porta subito a Mad Max.

Ma questi ottimi spunti vanno inseriti all’interno di un contesto di storytelling dove però i dialoghi e la sceneggiatura di Leonardo Favia, soprattutto all’inizio, per essere inseriti all’interno di una spy-story sembrano essere un po’ troppo didascalici. Cercano di chiarire tutto e subito, forse per il timore che il lettore non comprenda pienamente cosa sta accadendo, ma tutto ciò toglie un po’ di gusto e rallenta il ritmo della storia, almeno inizialmente. Manca inoltre l’intenzione di creare un linguaggio ed un’atmosfera precisa. Per vivere all’interno di un mondo distopico, il contesto in molte parti della storia sembra essere fin troppo normale e poco caratterizzato. Viene voglia di vedere un po’ più dell’Outback e del modo di vivere di questo nuovo mondo post-apocalittico.

I disegni di Simone Di Meo si adattano bene al contesto, anche se lo stile cartoon  in alcuni dei momenti più adulti  della storia sembra non prestarsi benissimo. Ottimi invece sono i tratti dinamici di Giorgio Abou Mrad, che dà il cambio a Di Meo negli ultimi numeri di Australia (assieme a Lorenzo Magalotti). Soprattutto  nel numero #5 Tic Tic Boom, i disegni di Giorgio Abou Mrad ed i colori di Claudia Giuliani riescono a dare un’ottima espressività al fumetto. In particolare la scena di combattimento sul finale del numero è un piccolo gioiellino grafico, sia nei disegni che nei colori.

La storia arriva alla sua sesta e conclusiva parte della prima stagione quando si è sul più bello. Perciò a fine lettura resta una sorta di sensazione di desiderio inappagato. Insomma si ha voglia di volerne di più di Australia. E questo depone a favore del soggetto di questa web comics, che sicuramente ha una trama interessante con ancora molto da dire.

Tra i protagonisti sicuramente svetta l’agente Maugham che, se fisicamente ricorda un attempato Doctor Strange, a livello di personalità ricorda moltissimo il Tony Stark e lo Sherlock Holmes interpretati da Robert Downey Jr.

Perciò il cocktail per un buon fumetto ci sta tutto: un protagonsita carismatico, una trama sufficientemente intrigante, disegni suggestivi e di buona fattura. Non resta che aspettare la seconda stagione. E ovviamente, nel frattempo, godersi la prima.

 

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