Ho visto il futuro dei film DC: ecco perché Wonder Woman è meglio dei cinecomics Marvel

Pubblicato il 9 Giugno 2017 alle 13:10

Perché gran parte di pubblico e critica ha apprezzato la pellicola su Wonder Woman? Si tratta del miglior film DC dai tempi dei Batman di Nolan? Un raffronto tra il film di Patty Jenkins con altre pellicole dell’universo Marvel e DC cerca di spiegare i perché di questo successo.

Partiamo dal presupposto che il titolo dell’articolo è un po’ provocatorio, ma l’obiettivo è quello di creare un confronto e, chiaramente, suscitare un dibattito. Ho letto e considerato parecchie recensioni prima di mettermi a scrivere questo pezzo, e anche la più negativa non ha cambiato i punti fermi che avevo in mente.

Ed il più importante è questo: Wonder Woman è il miglior cinecomic degli ultimi anni dai tempi della trilogia di Batman di Christoper Nolan. Tutto questo mettendo nel calderone anche i film dei Marvel Studios e quelli della 20th Century Fox (solo il primo Guardiani della Galassia è escluso dalla lista).

Wonder Woman non è un film epocale, non è un capolavoro ma, tanto per citare Rotten Tomatoes, è fresh. Nel senso che unisce una concezione contemporanea del cinecomic (che non è di per sé una cosa positiva, ma è ormai diventata un’esigenza di mercato), ma sa anche ripescare elementi positivi dei grandi blockbuster del passato. Ma andiamo nel dettaglio.

1 . L’AMBIENTAZIONE

Scegliere la Prima guerra mondiale poteva essere una scelta ardita (obbligata per non creare un paragone, che si fa comunque, con il primo film su Capitan America, ambientato durante il secondo conflitto mondiale).

La guerra del 1914-1918 è stata cinematograficamente molto meno trattata rispetto a quella del 1939-45 , e poteva non suscitare abbastanza appeal e attrazione nel pubblico, abituato a contesti da war movie un po’ diversi.

Invece una sottotrama alla Bastardi senza Gloria (anche se i membri del gruppo non erano efficacissimi) è stata azzeccata, e ha suscitato quell’effetto “missione suicida”, che dai tempi di Quella Sporca Dozzina ha fatto sempre presa nel pubblico, e che la Dc ha già sdoganato, come ben sappiamo.

2. I VILLAINS

Sempre per fare un confronto con Capitan America – Il primo Vendicatorenella pellicola con Chris Evans protagonista, il Teschio Rosso era un cattivo di tutto rispetto (poi andato perduto nei meandri dell’universo cinematografico Marvel), ma non sfruttato a pieno nelle sue potenzialità e nel suo carisma.

In Wonder Woman invece sono presenti due villain-comprimari che diventano però funzionali per introdurre il super-cattivo finale, il quale compare a sorpresa risolvendo una sotto-trama ben fatta nonostante l’attore scelto per interpretare la parte non sia azzeccatissimo, tanto da apparire un po’ ridicolo nel momento in cui si toglie l’elmo da battaglia.

3. LA BATTAGLIA FINALE

In molte battaglie finali da blockbuster di genere fantastico lo scontro è un picchia e spara superficiale tra characters di plastica.

Invece in Wonder Woman il senso dello scontro conclusivo tra Diana ed il villain è dato da una successione di scene che influenzano l’emotività del personaggio e motivano ancora di più la sua battaglia.

Tutto ciò crea un forte senso di empatia nello spettatore. Si diventa così emotivamente partecipi delle scene, senza subire passivamente una successione di sequenze d’azione senza senso e di trascinamento emotivo.

E già che ci siamo citiamo alcuni esempi negativi: nonostante Avengers non sia un brutto cinecomic la battaglia finale non ha grandi momenti d’impatto emotivo, se non quando si arriva al sacrificio finale di Tony Stark, dopo venti minuti di botte e scazzottate diventati un po’ stancanti. Per non parlare dello scontro finale di Age of Ultroninsignificante come quasi tutto il film.

E sempre per rimanere in tema di blockbuster  di genere fantastico ricordo perfettamente che durante la battaglia finale di Transformers IIImolti spettatori, ormai dilaniati da sequenze senza senso narrativo che alternavano una successione di fotogrammi al ritmo di uno ogni mezzo secondo, hanno spostato l’attenzione dal mega schermo della sala al piccolo schermo dello smartphone.

4. LE SCENE D’AZIONE

A parte qualche abuso di slow-motion (sicuramente sfruttata molto meglio che in altri blockbuster, ed in alcuni casi all’altezza di certe sequenze al rallentatore dei film della New Hollywood degli anni ’70), le scene d’azione seguono una costruzione visiva che ha un senso preciso.

Purtroppo ormai ci si è assuefatti alla successione di frame al ritmo di uno ogni mezzo secondo della scuola di Michael Bay, ma se l’epico combattimento della Battaglia dei Bastardi dell’ultima stagione del Trono di Spade ha illuminato mezzo mondo, allora la nostra capacità di giudicare una sequenza d’azione non ha ancora subito forti danni da Michael Bay-movie.

5. POTENZA VISIVA

Una delle ultime scene del film (senza fare spoiler) vede Diana soffermarsi a guardare le foto commemorative dei caduti in guerra. Si tratta di una sequenza di circa un minuto senza alcun dialogo, che lascia alla macchina da presa il compito di narrare l’azione.

Ecco, quella scena sarebbe stata perfetta all’interno di un film muto degli anni Venti. La regista Patty Jenkis ha dimostrato in più occasioni durante questo film di saper usare con sensibilità e capacità narrativa la macchina da presa, senza essere particolarmente intrusiva con i dialoghi.

6. HUMOR

L’umorismo è ben dosato. Abbiamo addirittura battute a doppio senso, e allusioni sessuali in più sequenze. Ma nel film Wonder Woman non c’è la ricerca della battuta ad effetto in stile Marvel-movie, che spesso trasforma alcune pellicole in sit-com forzate.

7. MESCOLANZA DI GENERI

Wonder Woman recupera uno dei più grandi pregi (perduti) dei film della vecchia Hollywood, appunto la mescolanza di generi.

Non ci ritroviamo nel solito blockbuster mono-tono, che induce ad avere un solo umore durante tutto il film bensì in una pellicola capace di essere comedy, war movie, action, cinecomic, romantic drama, epic movie, nei momenti giusti e creando la giusta atmosfera.

Tanto per fare un esempio, i Superman di Richard Donner, riuscivano a mescolare la comedy, l’action e la fantascienza creando un equilibrio perfetto, e tutt’ora possono considerarsi due dei migliori cinecomics di sempre, ancora godibili.  

8. IL SIGNIFICATO

Trattare il tema della guerra, soprattutto in un contesto di supereroi, può creare un mix micidiale di banalità.

Ma in questo film l’impatto, il significato, il ruolo dei conflitti nella società moderna non sono rappresentati da un paio d’inquadrature strappalacrime e da tre o quattro dialoghi ad effetto. Il significato e l’impatto della guerra è delineato soprattutto dal percorso emotivo di Diana.

La sua idea di partenza, secondo la quale basta sconfiggere un dio per abbattere ogni tipo di violenza viene smentita con il proseguire del film. Seguiamo il percorso di formazione di Diana, la sua perdita d’ingenuità, la presa di coscienza che bene e male hanno delle sfumature.

Insomma, ci sono un mix di obiettivi che la pellicola si prefigg che potevano cadere nel superficiale, e che invece hanno un buon equilibrio, non risultando né troppo pesanti e pretenziosi, né troppo banali.

9. CARATTERE E PSICOLOGIA DEL SUPEREROE

Wonder Woman è un film di formazione con protagonista una supereroina. Il personaggio è tracciato bene nella sua emotività e nel suo percorso. Lo spettatore vive e s’immedesima nella sua ingenuità (ridendone, dimostrando simpatia ed anche riflettendoci sopra), e comprende il suo sgomento di fronte a certe azioni degli esseri umani.

La psicologia è l’emotività di Diana è tracciata da scene ben girate e scritte con attenzione. Purtroppo molti cinecomics lasciano l’approfondimento psicologico (se mai se ne trova traccia) a due battute ad effetto, e ad un paio di scene girate senza dare troppa attenzione all’emotività del personaggio.

Invece in Wonder Woman anche la battaglia finale e l’evoluzione definitiva del pensiero della protagonista è quadrata, ha un percorso ben delineato che lo spettatore comprende.

Mentre, tanto per fare un esempio, ne I Guardiani della Galassia Volume II il Peter Quill rabbioso ed emotivamente sconvolto che scopre il vero motivo della morte della madre, dopo trenta secondi si trasforma nel solito scanzonato Star Lord (ecco come trasformare il character di un film in un personaggio di plastica).

10. GAL GADOT

L’attrice giusta. Una bellezza delicata dai tratti fisici non eccessivi. Sguardo intelligente, portamento regale, ma credibile durante i combattimenti.

Nell’universo Marvel abbiamo già visto personaggi femminili importanti come Scarlet Witch e Vedova Nera, ma né Elizabeth Olsen né Scarlett Johansson sono state in grado di bucare lo schermo così come ha fatto Gal Gadot fin dalla sua prima apparizione in Batman v Superman. E neanche la tanto ammirata Harley Quinn di Margot Robbie ha trasmesso fino ad ora lo stesso carisma.

11. LA DC PUNTA FORTE SUI PERSONAGGI FEMMINILI

Tanto per restare in tema si è capito che, a giusto merito, la Dc Comics ha un grandissimo potenziale nei personaggi femminili. Harley Quinn ha sbaragliato quasi tutti i characters apparsi fino ad ora sia nell’universo Dc che in quello Marvel, è diventata simbolo di apprezzamento trasversale per uomini e donne (per diversi motivi), e ha intasato, con le sue cosplayers, tutte le fiere del fumetto.

Wonder Woman ha offuscato Batman e Superman grazie ad un’apparizione di soli dieci minuti in un film dedicato ai supereroi più conosciuti della storia. E inoltre la Warner Bros si è assicurata Joss Whedon, il regista più adatto per dirigere un film su una supereroina femminile, per la produzione di Batgirl. E di fronte a tutto ciò la Marvel risponde con un progetto su Captain Marvel ancora tutto da delineare. Insomma, le fiches puntate sul tavolo delle supereroine di successo sono tutte a favore della DC.

Per chiudere questa analisi diciamo che il film su Wonder Woman ha tanto, per non dire tutti gli elementi piazzati al punto giusto (così bene da mascherare anche i diversi difetti del film, tra i quali una CGI non impeccabile). Se spesso si tendono a giustificare i blockbuster di oggi affermando che si tratta di film da andare a vedere “spegnendo il cervello”, Wonder Woman invece il cervello lo tiene acceso e ben sveglio, e mi ha personalmente fatto capire una cosa: il futuro dei film DC, se è questo l’andazzo, non è per niente male.

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