Justice League America n. 1 | Recensione – Rinascita DC

Pubblicato il 30 Maggio 2017 alle 10:00

Ci sono analogie tra la Justice League e la Suicide Squad? Assolutamente no e lo scoprirete nel primo numero di un nuovo quindicinale Lion! Non perdete le vicende che provocheranno la nascita di una nuova squadra di supereroi made in DC!

Lion sta continuando a proporre le nuove serie DC del Rebirth e ora è la volta di un ulteriore quindicinale dedicato a una seconda formazione della Lega della Giustizia. Tuttavia, non leggeremo subito la testata, dal momento che è stata preceduta da un’intrigante miniserie, Justice League vs Suicide Squad, che ne ha impostato le premesse. Non avremo dunque modo, almeno per ora, di conoscere la line-up del team.

Come è facile intuire, la mini è incentrata sul dissidio tra la Justice League e la Task Force X gestita dalla spietata Amanda Waller. Non si potrebbero immaginare due gruppi più diversi. Il primo è composto da eroi carismatici e idealisti; il secondo da criminali che accettano missioni pericolose e moralmente discutibili allo scopo di ottenere uno sconto della pena. Lo scrittore Joshua Williamson, con il pretesto di una story-line basata sull’azione adrenalinica, decide quindi di analizzare queste differenze.

E lo fa non rinunciando alle tipiche atmosfere supereroiche della DC. La Suicide Squad è stata inviata nella nazione di Badhnisia, sconvolta dalla presenza di un culto della morte che sta combinando un sacco di guai. Ma Harley Quinn, Deadshot, Killer Croc e compagni, pur essendo in grado di affrontare la minaccia, sono forse una cura peggiore della malattia.

Ne è convinto Batman che, dopo aver svolto indagini sul loro conto, ritiene che possano essere un danno non solo per la comunità supereroica ma anche per il concetto stesso di giustizia. Se, infatti, la Justice League crede che i criminali debbano pagare per i loro reati, l’esistenza di una squadra di delinquenti incalliti che agisce impunemente con l’avallo del governo è la negazione della giustizia. Di conseguenza, uno scontro tra Justice League e Suicide Squad è inevitabile.

Williamson delinea una trama godibile e avvincente, evidenziando, come ho scritto, le differenze etiche esistenti tra i personaggi. Nello stesso tempo, coinvolge un celebre villain della DC che, a quanto pare, ha pessime intenzioni nei confronti sia della League che della Suicide Squad e ha fatto evadere alcuni malintenzionati, per ragioni non ancora chiare (preparatevi ad avere una bella sorpresa, poiché tra essi c’è un character molto amato dai DC fan!).

Testi e dialoghi sono validi e Justice League vs. Suicide Squad è intrigante pure per quanto riguarda i disegni. Il primo episodio è illustrato dal bravissimo Jason Fabok, dallo stile plastico e dinamico, che ci dona splendide versioni dei protagonisti (da tenere d’occhio Harley Quinn); il secondo è appannaggio dell’abile Tony S. Daniel. Insomma, la miniserie è promettente ed è importante poiché, lo ripeto, crea le premesse dell’imminente Justice League America.

L’albo si conclude con lo speciale Rebirth dei Teen Titans, da non confondere con i Titani, già protagonisti di una collana. La DC ha deciso di rilanciare il vecchio brand, ideando un comic-book con una nuova formazione dei Giovani Titani, composta da Beast Boy, Raven, Starfire e Kid Flash. C’è, però, un altro personaggio e scoprirete la sua identità alla fine dello speciale. Usando mezzi poco ortodossi, li ha riuniti per ragioni che saranno spiegate nella serie regolare.

A scrivere i testi è Ben Percy che punta sull’ironia, con un’attitudine piuttosto mainstream. Dimostra di conoscere bene le psicologie dei character e sembra dare il meglio di sé con Beast Boy. Naturalmente è presto per dare un giudizio articolato ma la storia, pur leggera, è divertente. I disegni sono di Jonboy Meyers il cui tratto è un mix di influssi manga e stilemi cartoon.

Forse eccede troppo con questi elementi e i Nuovi Titani paiono rivolti a un pubblico di ragazzini. Il risultato complessivo, comunque, è di buon livello e, lo ribadisco, conviene aspettare l’inizio della serie regolare per farsi un’idea precisa dell’attuale corso di Starfire e soci. In definitiva, questo albo d’esordio è consigliabile.

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