La Tartaruga Rossa: una magica testuggine e il ciclo vitale dell’uomo

Pubblicato il 22 Marzo 2017 alle 12:00

Un uomo sopravvive ad una tempesta naufragando su un’isola deserta. I suoi reiterati tentativi di andarsene a bordo di una zattera vengono frenati da una grande tartaruga rossa. Decide così di affrontarla e sottometterla ma accade qualcosa di magico che lo cambierà per sempre. E’ il momento più iconico del nuovo film d’animazione co- prodotto dallo Studio Ghibli, diretto da Alexander De Wit, nominato all’Oscar, vincitore del Premio speciale al Festival di Cannes 2016 e dell’Annie Award come Migliore Lungometraggio d’Animazione Indipendente.

“Guarda la Tartaruga all’ uscio,
Con la Terra posata sopra il guscio.
Grande è la mole, lenta è la mente
Ma tutti ama indistintamente.
I nostri voti porta sulla schiena;
ma d’aiutare non sempre si da pena.
Ama la terra e ama il grande mare,
E anche un bimbo come me sa amare.”

E’ una poesia che Stephen King ha inserito ne La Torre Nera, saga letteraria fantasy che condivide con La Tartaruga Rossa una struttura ciclica, riflesso dello scorrere del tempo e della vita.

In molte culture, la tartaruga, imponente e longeva, è un simbolo dell’universo e della terra stessa. La sua corazza è una cupola nella parte superiore come il cielo ed è piatta nella parte inferiore come la Terra.

La sua capacità di ritirarsi nella corazza rimanda ad uno stato di meditazione e introversione ed al ritorno allo stato primordiale, tema portante del film d’animazione.

I reiterati tentativi del naufrago di abbandonare l’isola vengono puntualmente respinti dalla tartaruga, il cui colore rosso rimanda alla forza vitale, alla passione e, come vedremo, all’eros.

L’uomo cerca di sfuggire alla propria natura e la testuggine lo ricaccia indietro costringendolo ad affrontare se stesso.

Se vogliamo, la dinamica può rimandare anche ad una chiave di lettura metanarrativa. L’isola è il luogo in cui si svolgerà la vita, quindi la storia, del protagonista.

I suoi tentativi di fuga possono essere interpretati come la volontà di sottrarsi alla propria condizione diegetica e la tartaruga, forza motrice dell’universo, quindi avatar del narratore, costringe il naufrago a proseguire il proprio ruolo di protagonista della storia.

La frustrazione e la rabbia del naufrago trovano sfogo nello scontro con la tartaruga che viene rovesciata sul guscio ritrovandosi nella stessa situazione statica del protagonista.

Proprio in questo momento, infatti, il naufrago sviluppa i primi sentimenti empatici nei confronti della creatura. Il senso di colpa viene espresso inconsciamente attraverso la sequenza onirica di morte.

L’evoluzione, la maturazione, il rito di passaggio passano attraverso un gesto di pietà e d’amore. Da quel momento, inizia a sintonizzarsi con la natura che lo circonda.

L’isola che prima trovava respingente diviene una casa accogliente, la propria dimensione ideale. La svolta venata di realismo magico vede l’apparizione di una donna con i capelli rossi, lo stesso colore della tartaruga, quindi, come dicevamo, della passione e dell’eros.

L’uomo trova una compagna ed accetta il proprio ruolo nel cerchio della vita. E’ facile riscontrare nella coppia l’archetipo di Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. Anche in quel caso il simbolico “frutto proibito” era di colore rosso.

Nella vita dell’uomo si riflette quella del figlio che dovrà affrontare un rito di passaggio non dissimile da quello del padre.

Ancora una volta saranno delle tartarughe, stavolta giovani e di un più convenzionale colore verde, a giungere per ripristinare l’equilibrio ed avranno per il giovane lo stesso ruolo che la tartaruga rossa ha avuto per il genitore immettendolo nel flusso oceanico, talvolta burrascoso, della vita.

Il film sarà disponibile nelle sale il 27, 28 e 29 Marzo 2017. All’indirizzo www.latartarugarossa.it è possibile prenotare il proprio biglietto al cinema.

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