Recensione – Allied

Pubblicato il 19 Gennaio 2017 alle 16:10

“Avremo sempre Parigi!”

Era la frase simbolo di uno dei film più belli di sempre, Casablanca, 1942, di Michael Curtiz. Ed è proprio a Casablanca, nel 1942, che Max e Marianne si conoscono in Allied, 2016, nuovo film del grande, grandissimo Robert Zemeckis.

Una spia canadese (Brad Pitt) si reca a Casablanca per uccidere l’ambasciatore tedesco. Ad attenderlo c’è una spia francese (Marion Cotillard), una finta moglie che per un anno ha costruito la copertura di entrambi. Mentre organizzano l’attentato ultimando gli ultimi preparativi, nella calda e sabbiosa Casablanca, fra idealismo politico e vite vissute al massimo, i due finiranno con l’innamorarsi. Al punto che, qualora dovessero sopravvivere a quella missione suicida, potrebbero decidere di sposarsi.

Ma si sa. I matrimoni nel mondo dello spionaggio non sempre sono una buona idea. Soprattutto se uno dei due non è chi dice di essere …

Si, è il film di cui si è tanto parlato, quello che potrebbe aver fatto finire il matrimonio con la Jolie. Sarà la verità? Spie che fanno finta di amarsi, e che poi scoprono di amarsi davvero, interpretate da star del cinema che devono fingere di amarsi per il film, e che poi finiscono per amarsi nella vita reale?

Chi lo sa. Il cinema è meraviglioso anche per questo. Dopotutto, siamo tutti umani, anche i super divi che all’apparenza, sotto i flash dei paparazzi e sui tappeti rossi, sembrano così diversi dai comuni mortali.

Fatto sta che il film è una bomba, con un elegantissimo Zemeckis che ha occhio per l’eleganza visiva e per i particolari, per le finezze (sto parlando dell’immagine del cielo di Londra assediato dai caccia nazisti, con la giustapposizione del mondo della guerra, dell’orrore nel cielo e quello della passione, del divertimento, della festa che si sta svolgendo a terra; o, ancora, dei numerosi giochi di specchi, sempre in situazioni intime per la coppia, a rappresentare la possibile ambiguità, un dualismo celato).

D’altronde stiamo parlando di un grande del cinema contemporaneo, che continua a dimostrarlo come se qualcuno ancora, da qualche parte, non avesse capito l’antifona.

Brad Pitt e Marion Cotillard sono una scelta di casting eccellente. Lui è sexy, amorevole, passionale e drammatico. Lei è semplicemente l’unica attrice in circolazione adatta per questo ruolo, con la sua bellezza intrigante, quasi inquietante, ambigua, che forse nasconde segreti inconfessabili.

Zemeckis, nella seconda parte del film, si concentra esclusivamente sul personaggio di Pitt, e per questo il film funziona, riuscendo a far serpeggiare il dubbio contemporaneamente sia nel protagonista, sia nel pubblico. E’ questo che fa il grande cinema: non imbroglia mai, e ti accompagna piano piano.

D’altro canto va fatto un plauso alla superba sceneggiatura di Steven Knight, che trova sapientemente la strada per il pathos e il gran finale senza scadere in twist narrativi o stratagemmi telefonati. Non ci sono sorprese scioccanti o rivelazioni drammatiche, in Allied. La vera sorpresa è quanto una storia ben scritta e ben raccontata possa ancora intrattenere.  E farlo con grandissimo stile.

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