Wolverine Nemico Pubblico, una sconvolgente avventura di Mark Millar [Recensione]

Pubblicato il 5 Novembre 2016 alle 11:25

Panini Comics ripropone le sconvolgenti avventure di Wolverine scritte dal trasgressivo Mark Millar! Non perdete una delle saghe più dirompenti del mutante artigliato, caratterizzata da azione e atmosfere inquietanti, disegnata da John Romita Jr.!

Wolverine è da sempre uno dei mutanti più amati, grazie al lavoro del grande Chris Claremont che, nel corso della sua celebrata run di Uncanny X-Men, ne delineò abilmente la psicologia. Prese un personaggio creato da Len Wein, appena abbozzato, ed episodio dopo episodio lo trasformò in un eroe complesso, tormentato, carismatico e misterioso.

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Gli enigmi relativi al suo passato furono uno degli elementi che conquistarono il pubblico e che fecero di Logan uno dei character fondamentali del Marvel Universe.

I fan desideravano una serie su di lui ma Claremont non era d’accordo e preferì usarlo nel contesto degli X-Men, concedendo ai lettori solo due miniserie: Wolverine, impreziosita dai disegni del fenomenale Frank Miller, e Wolverine & Kitty Pryde che, malgrado le non eccelse matite di Al Milgrom, fu comunque pregevole. L’allora editor in chief della Marvel Jim Shooter era della stessa opinione di Claremont: Wolverine non andava eccessivamente sfruttato.

Il successore di Shooter, Tom De Falco, fu invece di parere opposto. Nella sua ottica, se un personaggio funzionava, meritava una o più testate, e spinse quindi Claremont a varare il mensile Wolverine. Sebbene controvoglia, questi accettò e scrisse i primi episodi, non proprio memorabili.

In seguito, però, oberato di impegni, fu costretto a lasciare la collana e avvenne ciò che lui e Shooter temevano: Logan passò nelle mani di svariati autori, non tutti all’altezza delle aspettative. A volte risultò non in linea con le premesse claremontiane e molte delle storie erano incentrate sull’azione, senza un’autentica evoluzione del personaggio.

Non sono poi tante le sequenze da ricordare ma il discorso non vale per gli episodi che il trasgressivo Mark Millar concepì per i nn. 20/32 della terza serie di Wolverine che ora Panini Comics ripropone in questo bel volume. L’autore di gioielli del calibro di Ultimates concepì una sequenza narrativa sconvolgente, ricorrendo a un ritmo adrenalinico e sincopato ma approfondendo al contempo l’aggressività e la psiche violenta di Logan.

Millar parte da un’idea di Claremont. Questi aveva abbandonato la Marvel nei primi anni novanta perché l’editor Bob Harras gli aveva impedito di scrivere una storia molto particolare. Logan sarebbe stato ucciso e poi resuscitato dalla Mano, la setta di ninja ben nota ai fan di Daredevil.

Per diversi mesi, quindi, il mutante avrebbe agito sotto il loro controllo e Claremont intendeva includere pure Elektra nella trama. Tutto ciò doveva avvenire sulle collane degli X-Men ma ci sarebbero state ripercussioni nell’albo di Wolverine. La cosa fu considerata troppo difficile da gestire e venne bocciata.

Quando Millar si accinse a scrivere Wolverine, il clima era cambiato, e perciò inizia la sua run proprio con l’uccisione dell’eroe. La Mano lo resuscita e Logan si trasforma quindi in un assassino alle dipendenze di una delle associazioni criminali più letali del Marvel Universe. Come è facile intuire, la situazione coinvolgerà altri eroi e organizzazioni eversive.

Preparatevi dunque a vedere Nick Fury e lo SHIELD e la ninja Elektra che avrà un ruolo fondamentale nella vicenda. Ma non mancheranno i Fantastici Quattro (Logan attaccherà il Baxter Building in uno degli episodi migliori del volume), Devil, gli stessi X-Men e così via.

Oltre alla Mano e al villain Gorgon, saranno della partita l’Hydra, l’organizzazione nazista guidata dal Barone Wolfgang Von Struker, e l’A.I.M. Millar, con il pretesto di un fumetto d’azione, analizza in profondità il lato più animalesco di Logan, quello che da sempre si sforza di tenere sotto controllo, ma non rinuncia alle provocazioni.

Affronta, infatti, tematiche relative all’occultismo. Non solo allude alle multinazionali che, a suo dire, sono gestite da logge massoniche, ma inserisce continuamente allusioni al satanismo, alcune più o meno nascoste, altre esplicite. E’ il caso, per esempio, dell’agghiacciante Baronessa Elisbeth Von Struker, moglie di Wolfgang, qui al suo esordio, anch’ella esponente di primo piano dell’Hydra e dedita a pratiche di magia nera e sessuale. La story-line pullula di riferimenti di questo tipo che rivelano l’influenza dei trascorsi Vertigo di Millar.

I testi e i dialoghi sono incisivi e sferzanti, quasi morrisoniani nell’impostazione (e non bisogna stupirsi, considerando che Millar e Morrison hanno spesso lavorato insieme), e risultano spiazzanti. La parte grafica è affidata all’ottimo John Romita Jr., dal tratto contorto e di grande impatto visivo.

La sua versione di un Logan più simile a una bestia famelica che a un uomo è convincente, così come sono convincenti le versioni dei tanti personaggi coinvolti. Romita Jr. dà il meglio di sé nelle pagine incentrate sull’azione e in generale la sua prova è superiore a quelle più recenti da lui realizzate alla DC.

Nel libro c’è inoltre un episodio che va assolutamente segnalato, quello del n. 32 che si colloca al di fuori della saga. E’ un omaggio ai fumetti horror stile Creepy ed Eerie e ha Logan (o una sua versione alternativa) come protagonista.

La trama si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale e, nello specifico, nel contesto terrificante di un campo di concentramento. L’orrore evocato da Millar è mentale, legato alle pulsioni più deviate e orribili dell’animo umano. In pratica, è l’orrore del nazismo. Si tratta di uno dei lavori più estremi e provocatori di Millar, dedicato al leggendario Will Eisner, l’autore di Spirit, che contribuì alla trama.

I disegni sono dell’oscuro e crepuscolare Kaare Andrews, dallo stile lontanissimo da quello di Romita Jr., ma altrettanto efficace. Il suo Logan è intimidente e l’atmosfera claustrofobica del lager è evocata con un tratto crepuscolare, quasi gotico, che non può non risultare inquietante. Insomma, questo volume è da tenere d’occhio.

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