I Nuovissimi Avengers n. 10, arriva la A-Force [Recensione]

Pubblicato il 9 Ottobre 2016 alle 11:25

Arriva una nuova serie della nuovissima Marvel: A-Force! C’è una squadra tutta femminile in circolazione e dovrà affrontare una terribile minaccia! Non perdete l’esordio della squadra in questo nuovo numero dei Nuovissimi Avengers!

Ormai da parecchio tempo i Vendicatori hanno assunto una rilevanza editoriale impensabile solo una decina di anni fa. Il gruppo di supereroi più potente del Marvel Universe conta ormai tantissime testate e in questo decimo numero de I Nuovissimi Avengers inizia un’ennesima serie ‘vendicativa’. Si tratta di A-Force, già apparsa nel contesto di Secret Wars. Adesso, con il ritorno del Multiverso, c’è una nuova squadra con questo nome.

In precedenza, il team agiva su Battleworld e i singoli membri erano versioni alternative di She-Hulk e compagne. Se ne rende conto la giovane Singolarità, presente nella vecchia serie, che di colpo si trova nel Marvel Universe odierno. Come scoprirà, le sue ex alleate non si ricordano di lei e non sono consapevoli del fatto che sia esistita una squadra chiamata A-Force.

La ragazza incontra Carol Danvers, l’attuale Capitan Marvel, e in seguito She-Hulk e Medusa e per giunta deve affrontare una minacciosa entità che per qualche motivo ce l’ha con lei. A-Force è firmata da G. Willow Wilson, scrittrice che trovo sopravvalutata e che, almeno a giudicare da questo primo episodio, imbastisce una storia risaputa e banale.

Il problema di A-Force, come ho già scritto in altre occasioni, è che è nato da un ragionamento politically correct. E’ come se la Marvel avesse deciso di proporre un gruppo femminile per compiacere le lettrici che di recente si sono avvicinate ai comics, sproloquiando di sessismo e maschilismo.

Trovo poi irritante la tendenza di realizzare fumetti rivolti alle donne scritti solo da donne, come se uno scrittore non fosse in grado di delineare psicologie femminili credibili e non stereotipate (evidentemente, la Marvel si è scordata dell’esempio di Chris Claremont). Nel complesso, quindi, A-Force è mediocre e per giunta disegnato da un Jorge Molina senza infamia e senza lode.

L’albo contiene inoltre il n. 3 di Captain Marvel, comic-book incentrato su Carol Danvers che ora agisce in una stazione spaziale in compagnia di Puck e Sasquatch degli Alpha Flight. Anche in questo caso abbiamo a che fare con una serie sull’anonimo andante, scritta da Michelle Fazekas e Tara Butters (e così le ‘quote rosa’ sono rispettate pure stavolta).

La trama e le situazioni narrative non si discostano da centinaia di mensili dall’ambientazione cosmica e i disegni legnosi di Kris Anna non ne sollevano certo il livello. Allora diciamolo: le scrittrici odierne di comics non capiscono i supereroi e non sanno scriverli. Niente quindi a che vedere con Ann Nocenti e Louise Simonson, sceneggiatrici messesi in luce negli anni ottanta, quando non esistevano certi conformismi, che avevano una profonda conoscenza del genere narrativo.

Le cose vanno meglio con Illuminati, testata incentrata non sulla congrega segreta di supereroi introdotta nel periodo di Civil War ma su una squadra borderline guidata dal malvagio Hood e composta da Thunderball, Titania e la falsa Incantatrice, quella creata da Loki.

L’autore è Joshua Williamson, di solito a suo agio con personaggi sopra le righe, che imbastisce una trama potenzialmente interessante, in parte ambientata ad Asgard. Testi e dialoghi sono incisivi e, sebbene le collane sui cattivi non siano esattamente una novità, Illuminati è promettente, valorizzata  dai disegni contorti ed espressivi di Kev Walker.

Il sommario si conclude con il n. 4 di Starbrand & Nightmask, serie che riprende due concetti del New Universe inserendoli nel Marvel Universe. A scriverla è Greg Weisman che si rende responsabile di una story-line esile e confusionaria, relativa a una minaccia collegata a Eternità.

Le situazioni narrative sono trite e ritrite, tipiche di moltissime collane sci-fi da sempre presenti nel mercato a stelle e strisce, per giunta compromessa dai disegni grezzi e poco coinvolgenti di Domo Stanton. Nel complesso, questo numero è trascurabile.

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