Vertigo Voices – Peter Milligan – Egitto

Pubblicato il 14 Giugno 2011 alle 16:37

Vertigo Voices – Peter Milligan – Egitto

Autori: Peter Milligan (testi), Glyn Dillon, Roberto Corona (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 18,95, 16,8 x 27,7, pp. 184, col.

Recensione


Quando la rivista ‘DC Comics Presenta’ della Comic Art pubblicò anni fa i primi episodi dell’eccezionale Shade The Changing Man, capolavoro assoluto di Peter Milligan nonché una delle serie di punta della Vertigo, propose un’intervista al brillante sceneggiatore inglese. In quel contesto, Milligan affermò che, per ciò che riguardava il suo approccio testuale e creativo, lo scrittore William Burroughs, nume tutelare della Beat Generation, modello di svariati romanzieri post-moderni e di fantascienza, mito di molte rockstar, era il suo principale punto di riferimento, sia per la tecnica narrativa del cut-up che, a dire di Milligan, ben si adattava ai comics, sia per l’eversione della sua immaginazione.

L’influenza di Burroughs, effettivamente, era evidente in Shade e anche in altre opere di Milligan, come, per esempio, la splendida Enigma. Ed è palese pure in Egypt, miniserie di sette numeri proposta da Planeta De Agostini in un tp della linea Vertigo Voices, dedicata agli autori che hanno fatto la storia dell’etichetta ‘for mature readers’ della DC.

A prima vista, potrebbe sembrare strano che una vicenda ambientata nell’antico Egitto dei faraoni possa avere contatti con l’immaginario burroughsiano: ma, in verità, non lo è più di tanto, considerando che il grande vecchio della controcultura si interessò a più riprese degli antichi dèi egizi e delle tradizioni esoteriche e occulte ad essi collegate. Lo prova uno dei suoi romanzi più importanti, ‘The Western Lands’, peraltro citato da Milligan, che narrava complesse e labirintiche vicende di divinità ancestrali ed esseri mitologici in un turbine di reincarnazioni e fluttuazioni spazio-temporali.

Memore di tale lezione, quindi, Milligan introduce il giovane Vincent Me, un bel ragazzo inglese che vive a New York e, incallito donnaiolo, tende a sfruttare tutte le ragazze che si fanno ammaliare dal suo fascino. Un giorno, però, dopo essere stato cacciato dall’ennesima amante, si imbatte in un gruppo di studenti, membri di una misteriosa setta. Affascinato soprattutto dai suoi componenti femminili, Vincent ha la malaugurata idea di andare a vivere con loro, senza immaginare quali saranno le conseguenze di simile decisione.

La congrega è, infatti, ossessionata dagli dei egiziani, dai faraoni, dalle cerimonie rituali e dai metodi di mummificazione. Vincent farà da cavia in una specie di sacrificio, o meglio, di esperimento di pre-morte, come lo definiscono i viziati e annoiati studenti. In questo contesto, succede qualcosa e Vincent, di punto in bianco, si ritrova, senza che sappia spiegarsene il motivo, nell’antico Egitto e va da sé che la situazione non sarà facile.

Vincent, suo malgrado, sarà coinvolto in una serie di complotti e macchinazioni che coinvolgono sacerdoti infidi e dèi che non andranno tanto per il sottile pur di raggiungere gli scopi che si sono prefissi. Milligan, con Egypt, realizza una storia in cui le tematiche della reincarnazione e della indeterminatezza dell’identità (come nel caso di Shade) sono dominanti. E non mancano, naturalmente, le trasgressioni e le follie tipiche della sua migliore ispirazione: impulsi incestuosi, magia sessuale, una sottile corrente di bisessualità, dee sexy e arrapate, scarabei mortali, torture e mutilazioni.

Egypt può indubbiamente essere annoverato tra i fumetti più incisivi di Milligan, caratterizzato da testi stravaganti, folli, a tratti surrealisti, e da una scansione narrativa che in alcune sequenze può far pensare a certi esiti pop e post-moderni. La parte grafica, affidata a Glyn Dillon e a Roberto Corona, rivela influssi underground e, malgrado lo stile dei due penciler possa risultare a volte grezzo e statico, è indubbiamente efficace. Buona anche la cura editoriale del tp. Per concludere, direi che Egypt non deluderà gli estimatori di Milligan e dei fumetti Vertigo in generale.


Voto: 8

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