Capitan America Sam Wilson n. 2 [Recensione]

Pubblicato il 2 Luglio 2016 alle 11:25

C’è un nuovo Red Wolf nell’Universo Marvel! Di chi si tratta? Scopritelo nel secondo numero della testata dedicata a Sam Wilson che segna l’esordio di una collana scritta da Nathan Edmondson e disegnata da Dalibor Talajic!

Il mese scorso Panini Comics ha iniziato a proporre i primi albi dell’operazione All-New All-Different Marvel. Dopo la conclusione delle drammatiche vicende di Civil War, il Marvel Universe è ritornato.

Ci sono alcune variazioni ma nel complesso i lettori hanno avuto modo di ritrovare il consueto contesto narrativo della Casa delle Idee. Le nuove collane hanno suscitato l’attenzione e la curiosità dei fan e i commenti sui siti fumettistici e sui social network non sono mancati, com’era facile presumere.

Sembra comunque che i giudizi sulla nuovissima Marvel siano tutto sommato positivi. La casa editrice di fatto sta proponendo due tipologie di serie: quelle rivolte a un pubblico mainstream, dai toni piuttosto infantili; e altre più adulte e mature. In questa seconda categoria un posto di rilievo lo merita Captain America Sam Wilson, dedicata all’attuale incarnazione della Sentinella della Libertà.

Steve Rogers è invecchiato dopo che l’effetto del siero del super soldato è finito e il suo ex alleato Falcon ha deciso di indossare i panni di Capitan America. L’idea di un Cap di colore non è inedita e non costituisce una vera sorpresa, dal momento che tale sviluppo narrativo si era verificato in epoca pre-Secret Wars. Ma la collana scritta dal bravo Nick Spencer è davvero una rivelazione.

Lo sceneggiatore ha collocato Sam in situazioni supereroiche, senza però rinunciare all’impegno, considerando che i riferimenti alla complessa realtà socio-politica dell’America odierna è uno degli elementi essenziali delle story-line.

I testi sono profondi, intriganti e riflessivi e Spencer ha inserito un piacevole personaggio comprimario, la sensuale Misty Knight. L’attrazione tra lei e Sam è un dettaglio interessante e Spencer lo tratta con ironia, usandolo come pretesto per concepire dialoghi vivaci e incisivi, spesso sarcastici.

In questo terzo episodio, Spencer riprende l’idea del cosiddetto Cap-Wolf. In un vecchio episodio di Captain America scritto dal compianto Mark Gruenwald, infatti, Steve Rogers era stato trasformato in licantropo dalla dottoressa Nightshade. Ora accade qualcosa di simile a Sam per colpa del perfido Karl Malus.

Spencer firma una storia dal ritmo adrenalinico, accentuando il mistero relativo al fantomatico Sussurratore e facendo apparire nell’ultima pagina alcuni vecchi nemici di Steve Rogers che avranno un ruolo importante nei prossimi numeri. Nello stesso tempo, affronta tematiche non banali come quella della mancanza di scrupoli delle grandi aziende legate alla cosmesi o degli ambienti della bioingegneria che non si pongono remore di natura etica.

Captain America Sam Wilson, quindi, si conferma come un comic-book valorizzato da un perfetto equilibrio di intrattenimento e riflessione.

Il penciler Daniel Acuna anche in questa occasione sfoggia un tratto spigoloso, particolarmente efficace nelle sequenze d’azione, e si concede un lay-out inventivo che conferisce ulteriore dinamismo alle tavole. Ho deciso di recensire questo albo poiché vi è incluso il primo numero di un’altra serie All-New All-Different Marvel e cioè Red Wolf, dedicata a un eroe pellerossa.

Si tratta del settimo personaggio con questo nome, diverso da quello più conosciuto, creato negli anni settanta da Roy Thomas, Syd Shores e Gardner F. Fox.

La storia inizia nella cittadina di Timely, introdotta nella miniserie 1872. E’ qui che vive, appunto, l’odierno Red Wolf, un indiano che agisce in qualità di sceriffo. Almeno in principio, le situazioni sembrano classicamente western ma alla fine tutto cambia e si intuisce che il personaggio avrà molto a che fare con il mondo dei supereroi marvelliani.

Ai testi c’è Nathan Edmondson, di solito a suo agio con serie d’azione, che si limita però a concepire una trama esile e superficiale.

I disegni di Dalibor Talajic sono grezzi e legnosi, pur risultando, malgrado tutto, funzionali. Con rammarico, devo concludere che Red Wolf non mi pare accattivante e abbassa la qualità della testata italiana di Sam Wilson. Testata che, in ogni caso, è sempre da prendere in considerazione.

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