Phantom Boy, una favola noir [Recensione]

Pubblicato il 10 Maggio 2016 alle 20:00

Vincitore del Platinum Grand Prize al Future Film Festival di Bologna, l’ultimo lungometraggio degli autori di Un gatto a Parigi racconta le avventure di una particolare accoppiata di supereroi in una New York ricostruita mirabilmente.

L’edizione appena conclusa del Future Film Festival ci regala una nuova consapevolezza rispetto all’animazione e al mondo degli effetti speciali europei in cui, per una volta, è compreso anche il nostro paese.

Grande successo di pubblico, infatti, ha avuto I racconti dell’orso-Bear Tales, film italiano autoprodotto tramite crowfunding.

Ma è soprattutto la Francia ad aver sfornato i capolavori più interessanti visti in questo festival, il già citato Avril et le Monde truqué ma soprattutto Phantom Boy (vincitore del premio più ambito del festival, il Platinum Grande Prize) che hanno mostrato come l’animazione d’oltralpe stia vivendo veramente il suo momento d’oro, spesso puntando su co-produzioni che coinvolgono tutto il mondo francofono.

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A questo filone appartiene anche Phantom Boy, ultima fatica del geniale duo Jean Loup Felicioli e Alain Gagnol, autori di Un gatto a Parigi film che nel 2012 riuscì a conquistare una nomination per gli Oscar come Miglior film d’animazione.

Si tratta di un noir atipico non solo per la bizzarra coppia d’investigatori protagonisti (un ragazzo leucemico che ha il potere di lasciare il proprio corpo e librarsi in aria come un fantasma e un poliziotto ferito e costretto sulla sedia a rotelle), ma anche per come viene raffigurata la città per eccellenza del genere, ovvero New York, in particolare il quartiere di Manhattan.

Si tratta di una città molto solare e colorata (il contrario di come dovrebbe essere nei canoni del genere appunto) che fa da contro-altare al film precedente che raffigurava una Parigi notturna a buia dimostrando così la voglia di sperimentazione che anima i due autori.

La stessa animazione è qualcosa di molto particolare con il connubio di tecniche tradizionali a mano e uso del digitale che trasforma in animazione i fondali, presi da fotografie realmente esistenti della città di New York.

Il risultato è un disegno molto chiaro e colorato che colpisce l’occhio dello spettatore ma in maniera non aggressiva, anzi, allettante spingendolo ad esplorare la città colorata.

Il che aiuta sicuramente la trama avventurosa e mistica della pellicola.

Un miscuglio composito e geniale di tanti generi diversi dal noir/poliziesco all’avventura, al mistery fino ai cinecomics che qui sono ampiamente omaggiati, fino all’horror (per quanto riguarda la figura del villain di turno, un sadico gangster con la faccia squadrata e deforme) per una moderna favola in cui la malattia diventa un super-potere, l’handicap diventa una risorsa e non un limite, il coraggio, alla fine, premia gli outsiders.

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Le musiche, infine, rimandano all’atmosfera jazz di Manhattan e sono un chiaro omaggio a Woody Allen, degno cantore della città città-mondo che fa sia da sfondo sia da personaggio a sé stante in questa geniale pellicola.

Il film sarà distribuito in Italia tra settembre e ottobre e sarebbe bene, per gli amanti del cinema d’animazione, vederlo per la grande qualità artistico-formale dell’opera unita alla genuinità che traspare dalla storia. Un prodotto che sarà sicuramente apprezzato sia dai grandi che dai più piccoli.

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