10 cose che ho imparato giocando a Pokémon

Pubblicato il 27 Febbraio 2016 alle 15:00

Oggi è la giornata mondiale dedicata ai pokémon.

Come tutti sanno, in questo stesso giorno di venti anni fa venivano lanciati sul mercato giapponese i primissimi titoli dedicati a questa serievideoludica.

Qualcuno, in queste stesse ore di vent’anni fa, aveva già fatto la fatidica scelta: Charmander, Squirtle o Bulbasaur? Tutti i bambini del mondo sono usciti dalla propria infanzia e sono diventati responsabili proprio attraverso scelte difficili come queste.

Dopo vent’anni, molte cose sono cambiate, i giochi si sono evoluti (e anche i pokémon!), e noialtri siamo diventati più grandi. Ma la passione resta, e noi di MangaForever vogliamo celebrare questo straordinario anniversario con questo articolo. Buona lettura!

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1. Il mondo è un posto tutto da scoprire.

La prima caratteristica straordinaria dei giochi pokémon – se pensiamo alla loro peculiare portabilità – è la possibilità di viaggiare alla scoperta di un nuovo mondo.

La regione di Kanto, come tutte le successive, è vastissima ed è piena di allenatori di pokémon molto bravi; questo fa nascere nei cuori di tutti i giocatori una grinta che non ha pari, e li spinge a lanciarsi alla scoperto di tutti i Percorsi e tutte le splendide città che sono state inserite nella mappa di gioco.

L’obiettivo è chiaro fin dall’inizio: viaggiare in lungo e in largo per trovare tutti i pokémon e completare il pokédex!

2. Il mondo è popolato da tante creature e tante persone diverse: bisogna rispettarle invece che disprezzarle.

Il tema della diversità è stato affrontato a più riprese dai videogiochi della serie principale, così come dal fumetto e dalla serie animata ufficiali.

I pokémon incarnano proprio questo principio, e sono un monito costante contro la segregazione e le discriminazioni razziali di tutti i tipi.

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Grazie ai giochi dei pokémon tutti i bambini del mondo hanno imparato ad amare le differenze tra una creatura e l’altra, a rispettarla e a prendere atto della possibilità del cambiamento (evoluzione).

Quest’ultima non è più vista sotto la luce spettrale di una maledizione o un fastidioso scarto con la realtà “giusta” di chi guarda, ma con gli occhi di chi ne apprezza le sfaccettature e sa vederne le virtù e i punti di forza.

3. Le sfide ci servono per spingerci a fare del nostro meglio e progredire costantemente.

L’avventura pokémon si snoda attraverso una serie infinita di sfide per diventare il migliore allenatore di tutti i tempi.

Il tuo rivale, che non manca di presentarsi nella vita del protagonista come ad un appuntamento, è una presenza obbligatoria che spinge il giocatore a dare sempre il massimo in ogni combattimento e ad allenarsi costantemente.

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La salubrità di questa attitudine è evidente: i pokémon, come le persone, non crescono e non cambiano da soli. Per farlo hanno bisogno della supervisione del loro allenatore, che deve essere anche il loro migliore amico. Insieme devono spartire l’allenamento e la fatica, perchè essi sono interconnessi con un legame vitale indissolubile.

L’allenamento di uno è il sudore dell’altro, e non ci sarebbe nessuna sfida se una delle due parti venisse a mancare. Il successo non è una cosa che cade dal cielo, ma che si guadagna allenandosi giorno dopo giorno.

4. Gli amici sono quelle persone speciali che ci accompagneranno fino alla fine del nostro viaggio, e poi ancora oltre.

Il tema dell’amicizia è un altro pilastro della storia dei pokémon. La serie animata lo mostra molto bene e in forma forse addirittura più efficace.

La serie di videogiochi ripercorre il solco tracciato dalla storia a fumetti, inserendo alcuni personaggi secondari che accompagnano il protagonista lungo il corso di tutta l’avventura. Il risultato è un’aria famigliare e un profusione di tepore che è secondo solo al legame indistruttibile che si prova verso i propri pokémon.

Infatti se le persone tra di loro possono stringere legami d’amicizia che durano tutta la vita, allo stesso modo lo si può fare tra umani e pokémon. Tra le altre cose, non va dimenticato che il pokémon leggendario Mew è considerato il padre biologico di tutte le specie esistenti sulla terra.

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Il suo patrimonio genetico infatti è stato studiato dagli scienziati per mostrare che viene condiviso da tutte le specie, rendendo Mew il “padre” reale di tutte le diversità del mondo. Questo, sorprendentemente, vale anche per l’uomo, che in ultima analisi sembra discendere da Mew e non essere altro che una specie di pokémon.-

5. Anche i cattivi si pentono, e il bene trionfa sempre.

Ogni storia pokémon non si può definire tale se non c’è un’organizzazione criminale che tenta di conquistare il mondo.

I loro piani sembrano essere sempre legati allo sfruttamento del potere dei pokèmon per scopi malvagi, così come la tortura e la dominazione dei poteri nascosti dei pokémon leggendari per i loro scopi. Ognuno di questi gruppi criminali è stato sistematicamente sgominato dal protagonista dei videogiochi, che ha così potuto vivere una avventura entusiasmante, ricca d’azione e di colpi di scena.

Arrivati al momento del confronto finale, il boss criminale lancia la propria sfida contro il protagonista, che ha rovinato i suoi piani e sciolto l’organizzazione criminale.

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Dopo una lotta pokémon al cardiopalma, il boss getta la spugna e alza la bandiera della sconfitta. In quel momento si riconcilia col mondo e con i pokémon, riconoscendo i propri errori e vedendo nel protagonista le vera stoffa del campione. Succede sempre, il bene vince!-

6. A 10 anni puoi andartene di casa perché lo scienziato della porta accanto ha detto che devi andare “in missione” per conto suo.

Da piccolino è difficile discernere il bene dal male. Per esempio, la frase: “Vieni qui Mario che non ti faccio niente” può avere tanti significati, ma Mario che ha solo 10 anni non penserà che sua madre sta mentendo o che il bulletto di turno vuole menarlo come un sacco da boxe.

Un vecchietto tanto gentile che dice di essere un vero esperto di pokémon merita l’attenzione di Mario. Costui dice di aver passato tutta la vita a studiare quelle bestiole, e anche se quando consegna il pokedex completamente vuoto qualcosa nella testa di Mario inizia a ronzare, Mario è tutto preso dal profumo dell’avventura.

Il vecchietto tanto gentile poi vuole catturare l’attenzione di Mario e assicurarsi che esegua bene l’ordine che gli è stato dato. Così il vecchietto tanto gentile fa entrare nel laboratorio il nipote della stessa età di Mario – suo complice -, per farlo sentire a proprio agio.

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Mario è indeciso, la madre lo aveva avvisato che il quartiere era frequentato da gente strana. Allora il vecchietto, che vede il piccolo Mario indeciso, lo fa avvicinare al tavolo da laboratorio in fondo alla sala, tira via un lenzuolo bianco e sfodera tre pokéball nuove di zecca. Un regalino d’incoraggiamento per il piccolo Mario. A quel punto è fatta, Mario c’è cascato.

7.  La morte non esiste.

Questo argomento ha delle implicazioni filosofiche molto gravi, e quelli alla Game Freak lo sapevano bene quando hanno discusso l’argomento intorno al tavolo rotondo delle decisioni importantissime per tutti i bambini del mondo.

Dovendo implicitamente insegnare delle cose importanti a tutti i minorenni sparsi per il globo attraverso un videogioco da mettere in tasca, i signori giapponesi hanno pensato bene di eliminare questo piccolo dettaglio.

Di conseguenza è impossibile perdere in questo gioco. Qualunque titolo pokémon funziona allo stesso modo: i mostriciattoli vanno KO, sono esausti, ritornano nella loro pokéball e poi si ricomincia. Il Pokémon Center è in grado di riparare qualunque danno e cicatrizzare ogni ferita. Se qualcosa andasse storto, in ogni caso, il pokémon ferito può essere depositato nei box del PC per recuperare le forze immediatamente.

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Ciò che è ancora più bizzarro, se è questo il caso, è la connessione tra allenatore e pokémon della sua squadra. Quando infatti tutti i pokémon della squadra finiscono KO, l’allenatore perde i sensi, inizia a vedere tutto nero, poi si risveglia al Centro Pokémon più vicino e non ricorda assolutamente nulla di quello che è accaduto. Guarda nelle tasche, e scopre che ha perso pure dei soldi (parecchi).

Non vi sembra che assomigli a una situazione che conosciamo bene? Qualcosa di famigliare, più che collaudato, tipico dei sabati sera con gli amici giù al bar? Esatto.

Succede la stessa cosa quando esci la sera per andarti a ubriacare con i tuoi amici single e molesti, bevi fino a svenire, corri fuori dalla sala quando sale il vomito, i tuoi amici sono tutti KO, tu incominci a vedere nero, barcolli in mezzo alla strada senza ricordare più dove abiti, e poi ti risvegli dal coma etilico nell’ospedale più vicino, senza ricordare più niente.

Ti guardi intorno, e hai come la netta sensazione di aver sganciato quel cinquanta euro a un barbone.

8. Puoi risalire una cascata in groppa a un pesce rosso / Un piccione ti può trasportare dall’altra parte del mondo, gratis / Con una canna da pesca arrugginita puoi tirare su un Gyarados.

Oltre a sfidare le leggi della logica, i giochi pokémon si sono sempre impegnati a sfidare quelle della fisica. Ancora oggi, nel 2016, questo strano comportamento dei Pidgeotto non è stato spiegato.

Sembra infatti che sia possibile insegnare la mossa Volo anche agli uccellini e ai canarini, e usarli senza pietà per volare da una parte all’altra della mappa quando si sta facendo breeding.

Poveri i nostri pesci rossi torturati dagli allenatori più crudeli in circolazione! Si sente dire, non so più chi abbia messo in giro questa voce, che con alcune pasticche davvero speciali è possibile trasformare un Magikarp in un caterpillar asfalta-Garchomp.

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Questa nuova droga potentissima – in gergo: Caramelle Rare – sarebbe la metanfetamina dei pokémon, il vero prodigio dell’ingegneria chimica, e nessuno sa chi sia il malvagio inventore di questa sostanza.

Alcuni accusano il Team Plasma, ma questi si difendono con i documenti che certificano gli esperimenti di ingegneria genetica sui pokémom, e in particolare sul povero Genesect. Con un alibi del genere è impossibile incastrarli, anche per un professionista come Bellocchio.

9. I bambini DEVONO catturare i pokémon leggendari e salvare il mondo dalla distruzione.

Per qualche misteriosa ragione, i pokémon leggendari sono sempre rinchiusi in un luogo buio e pieno di umidità. Per migliaia di anni hanno dormito tranquilli, poi il team malvagio di turno è andato a svegliarli per usarli come arma di distruzione di massa.

Fin qui tutto okay, sembra un film di arti marziali di serie B coreano, ma ci adeguiamo. Il problema vero e proprio è che la grotta o la caverna umidiccia dove dormivano beati era stata sigillata da qualcuno, che si era arrogato il diritto di diventarne il custode. 90 volte su 100 questo signore è il nonno o il bisnonno dell’ottavo capopalestra, perchè è a questo punto della storia che la squadra del protagonista è abbastanza allenata per affrontare un leggendario.

Come sempre, la crisi sconvolge l’assetto climatico e ambientale di tutto il paese, e intervengono altri personaggi importanti che sono saltati fuori durante la storia (90 su 100 salta fuori il campione della Lega, anche se il protagonista ancora non lo sa).

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Tutte queste persone si preparano a fronteggiare la minaccia globale sfoderando i loro pokémon fortissimi e allenati. Ma poi si girano tutti verso il protagonista e gli chiedono di scendere da solo nella grotta e risolvere tutto senza il loro aiuto.

Omega Rubino e Alfa Zaffiro portano all’apoteosi questo processo: il gruppo di persone adulte e responsabili, di fronte alla grotta di Groundon/Kyogre, si accorgono che emette radiazioni tossiche. Allora vanno a rubare la tuta da palombaro del Team Magma/Idro, la infilano addosso al protagonista e gli fanno l’in bocca al lupo. Dei veri gentiluomini.-

10. Se il tuo pokémon picchia abbastanza forte quello di un altro, questi in cambio ti darà dei soldi.

Il mondo dei pokémon è strano. Oltre all’assenza della morte, all’impossibilità di perdere la partita, all’estrema facilità con cui si segue la trama e si sconfiggono gli avversari, il mondo dei pokémon celebra il capitalismo e trasforma le battaglie tra mostriciattoli in merce da vendere e comprare. Marx inorridirebbe se fosse vissuto in questi anni scandalosi.

Eppure è una realtà consolidata: quando due allenatori si incontrano, in palio non c’è solo l’esperienza della lotta, ma anche un bel gruzzoletto.

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Come hanno potuto trasformare una partita amichevole tra due bambini buoni e giusti in un bieco scambio di denaro ? Chi ha avuto l’idea di mettere in circolo tutti quei soldi, e trasformare ogni allenatore di Kanto o di Kalos in uno schiavo salariato?

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