Hail Hydra n.1: inizia il post-Secret Wars della Marvel – RECENSIONE

Pubblicato il 10 Febbraio 2016 alle 15:20

L’Universo Marvel non esiste più e al suo posto c’è Battleworld, un mondo dominato dal terribile Dr. Destino! Che ruolo ha l’Hydra in questa nuova realtà? E quali sono gli obiettivi del perfido Teschio Rosso? Scopritelo in questo albo targato Panini Comics!

Panini Comics sta attualmente pubblicando Secret Wars, la saga che sta stravolgendo il Marvel Universe. I lettori ormai sanno che il Multiverso non esiste più e il mondo a suo tempo creato dai leggendari Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko è un lontano ricordo. Ma i vari personaggi della Casa delle Idee sono ancora in circolazione. Il terribile Dr. Destino, infatti, è riuscito a creare un pianeta, Battleworld, composto da frammenti delle numerose realtà esistenti in precedenza.

In questo nuovo contesto Victor Von Doom è considerato alla stregua di un dio e ha imposto il suo dominio, coadiuvato dai Thors, un corpo di polizia formato da déi del tuono che hanno il compito di mantenere l’ordine. Ogni area di Battleworld è retta poi dai cosiddetti Baroni, vassalli al servizio dell’ex monarca di Latveria. E va da sé che in ognuna di queste aree circolano versioni più o meno differenti dei vari eroi e criminali Marvel.

Sono usciti ora i primi albi del post-Secret Wars e tra essi si segnala Hail Hydra che introduce un ulteriore tassello di Battleworld.

La serie è incentrata, come è facile intuire dal titolo, sull’organizzazione nazista che nel corso dei decenni ha dato parecchio filo da torcere a Capitan America e Nick Fury. Ma ci troviamo a Battleworld e la situazione è mutata. Il comic-book è ambientato a New York e l’Hydra è ovviamente al servizio di Destino. Nella città c’è quindi una vera e propria dittatura che opprime i cittadini.

E’ qui che arriva Ian Rogers, alias Nomad. Figlio biologico di Arnim Zola e adottivo di Steve Rogers, era stato dato per morto in un’esplosione. Non è così e per una serie di circostanze si trova in un ambiente ostile che non conosce e finisce subito nel mirino dell’Hydra con conseguenze preoccupanti.

Scritto da Rick Remender, Hail Hydra è basato sull’azione adrenalinica, almeno a giudicare da questo primo episodio, e non c’è introspezione. Remender descrive una distopia degna di un romanzo di Philip K. Dick e tutto sommato non sembra esserci molta originalità.

Questo numero iniziale è senza infamia e senza lode e i disegni di Roland Boschi, pur efficaci, non fanno certo gridare al miracolo. Intendiamoci, il penciler fa un buon lavoro e dimostra inventiva nel lay-out ma nel complesso non si discosta più di tanto dagli standard espressivi dilaganti nel fumetto a stelle e strisce. Le cose vanno invece meglio con Red Skull, la seconda serie post-Secret Wars inclusa nel sommario.

Se Destino è il leader indiscusso di Battleworld non significa però che tutti accettino la sua autorità. E un villain come il Teschio Rosso, classica nemesi di Cap, è tra questi. Von Doom ha dunque messo il Teschio in cima alla sua lista nera e intende catturarlo.

La storia si svolge a Killville, un’area di Battleworld popolata da criminali, ed è qui che giunge Crossbones. Costui, asservito a Destino, ha il compito di formare un team che dovrà dare la caccia al Teschio Rosso. E i componenti della squadra non sono tipi qualsiasi: Electro, Magneto, Moonstone, Jack Lanterna, Lady Deathstrike e il Soldato d’Inverno.

Sebbene i comic-book dedicati alle squadre di cattivi non siano una novità (basti pensare a Thunderbolts e a Suicide Squad della DC, giusto per citarne un paio), Red Skull è promettente e i testi e i dialoghi vivaci e incisivi di Joshua Williamson tengono desta l’attenzione del lettore.

L’autore imbastisce una story-line anche in questo caso veloce e adrenalinica, a tratti ironica, e gioca con vari concetti narrativi della Casa delle Idee come, per esempio, quello dei Marvel Zombies che appaiono infatti nell’episodio.

Il tratto sporco, ruvido e aggressivo di Luca Pizzari è decisamente appropriato per una testata con protagonisti borderline e il risultato complessivo è accattivante. A giudicare quindi da questa uscita iniziale, l’albo è in definitiva interessante.

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