Netflix – Mangaforever consiglia: Orange Is The New Black

Pubblicato il 21 Gennaio 2016 alle 18:00

Nel precedente appuntamento abbiamo parlato di Archer, una serie animata prodotta da FX e disponibile in Italia su Netflix; ora invece è giunto il momento di introdurre una delle serie originali Netflix più riuscite in assoluto, Orange Is The New Black.

In Italia, molto probabilmente per le tematiche che va a toccare, la serie non ha putroppo avuto lo stesso successo riservato negli Stati Uniti, dove è diventata quasi un fenomeno di culto.

Orange Is The New Black è uno dei primi prodotti originali della piattaforma statunitense ed è stata distribuita per la prima volta nell’estate 2013 in America, mentre in Italia è arrivata prima su Mediaset Infinity, poi su Rai 4 ed infine da Ottobre è disponibile anche su Netflix Italia.

Si tratta di una commedia in parte basata su eventi reali descritti nelle memorie di Piper Kerman “Orange Is The New Black: My Year in a Woman’s Prison” ed è nata da un’idea di Jenji Kohan, già autrice di serie di successo come Weed.

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Vengono raccontate le vicende di Piper Chapman, una donna costretta a costituirsi per aver indirettamente partecipato, diversi anni prima, ad un traffico di droga gestito da quella che al tempo era la sua fidanzata. In procinto di sposarsi si vede quindi obbligata a rinunciare alla vita che si era costruita fino ad allora per affrontare una condanna a 15 mesi da scontare in un penitenziario federale. Non esattamente una situazione facile in cui ritrovarsi, specialmente se, come Piper, abituati ad una vita comoda ed agiata.

Fin dai primi momenti la serie si concentra quindi sull’aspetto psicologico della vicenda, indagando le reazioni della protagonista e delle persone a lei care dinnanzi a queste problematiche.

Lo stile con cui è sviluppata la sceneggiatura permette poi una chiave di lettura un po’ più ironica di quello che ci si aspetterebbe da un preambolo del genere, descrivendo certe situazioni con una leggerezza ed uno humor che ha ben pochi rivali attualmente nel panorama dell’intrattenimento.

Non mancano poi molti spunti di critica ad una società, quella americana, vista come piena di contraddizioni e rappresentata in miniatura all’interno di una prigione, un ecosistema in cui si devono confrontare  persone di diversa etnia, credo ed estrazione sociale. E devono giungere a compromessi. Per forza.

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Spiccano poi all’interno della serie le eccellenti interpretazioni sia degli attori principali che dei comprimari. A partire da Taylor Schilling (Piper Chapman) Orange Is The New Black si presenta come un prodotto estremamente ricercato dal punto di vista recitativo e molto incentrato sulle storie dei personaggi secondari.

Ad una trama principale semplice ma affascinante, si accompagna un contesto ed un intreccio di storie minori probabilmente mai visto prima in una serie tv. Ne guadagna ovviamente la caratterizzazione dei personaggi, approfondita così tanto da risultare in alcuni casi, specialmente all’interno della seconda stagione, troppo rilevante rispetto alle vicende principali.

Nonostante qualche piccolo difetto, il collage di storie creato da Jenji Kohan assume ben presto i lineamenti di un quadro completo dalle eccellenti caratteristiche. Si tratta non a caso di uno dei prodotti di punta di Netflix, grazie ad una trama, una sceneggiatura e scelte registiche di ottima fattura, che rendono Orange Is The New Black immancabile per chi sta cercando qualcosa di nuovo da guardare sulla piattaforma online arrivata in Italia ad Ottobre.

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