L’importanza di essere un (buon) otaku

Pubblicato il 12 Novembre 2015 alle 14:00

Vi ritenete degli otaku? Credete di essere dei “buoni otaku” oppure dei “cattivi otaku”? Seguitemi e lo scopriremo assieme!

Otaku“, quante volte sentiamo questa parola. Tavolta espressa con orgoglio, talvolta quasi con vergogna. Talvolta nemmeno il suo significa è chiaro. Significa “appassionato di manga e anime”? Oppure è l’equivalente dell’americano nerd? Significa essere dei fan sfegtata o solamente degli sfigati?
E ancora, in Giappone, ha lo stesso significato che in Italia?

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In Giappone il termine otaku era inizialmente utilizzato nella sola accezione dispregiativa. Stava a indicare una persona interessata morbosamente a qualcosa, non necessariamente anime o manga. Per esempio una persona con una fissazione particolare per i treni, o la militaria.

Nel corso del tempo il significato del termine ha subito un’evoluzione. E’ stato indossato quasi con orgoglio dalle persone che avevano interessi specifici, una passione duratura, per le nicchie di arte o tecnologia da cui erano affascinati.

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L’accezione non negativa del termine otaku, ha portato allo sdoganamento della parola stessa che può indicare sia in negativo che in positivo una persona.

Ci sono quindi “otaku cattivi” la cui passione per il proprio hobby rasenta la vera e propria ossessione, e ci sono “otaku buoni“, che hanno una sana e normale passione per i propri interessi.
Ma qual è il confine fra i due? Quando una passione si trasforma in ossessione? Un educatore giapponese sembra avere la risposta.

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A riportarcelo è l’utente Twitter @yoshiya_448. Fra i suoi interessi ce ne sono alcuni che si possono definire otaku-friendly, come i video-game, Vocaloid (un sintetizzatore software della Yamaha) e l’illustrazione. Non ci sono dubbi che sia stato felice quando, ai tempi della scuola, un suo insegnante (esso stesso un otaku) gli ha detto:

Un buon otaku condivide divertimento e informazioni con chi gli sta attorno, in modo che tutti possano divertirsi. Un cattivo otaku tende a imporre i propri gusti sugli altri, a litigare con chi la pensa diversamente e fa sentire in disagio le persone attorno a lui. Voi, siete dei buoni otaku.”

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Si potrebbe utilizzare questa regola per discriminare fra parecchi comportamenti, soprattutto ai tempi dei social network, e non solo a tematiche relative i fandom.

Oltre questo, tenendo presente che il discorso è rivolto a teenager, nasconde un ulteriore livello di saggezza. I teenager sono spesso definiti dalle loro passioni e tendono a esprimersi e apparire tramite esse. La personalità è tumultuosa e incostante, quasi un brodo primordiale da cui emergerà la persona stessa.

Imparare, anche fin dalla tenere età, che ognuno può avere dei pensieri, delle opinioni, delle passioni diversi è molto importante. Imparare a rispettare il pensiero altrui sviluppa empatia e  permette una maggior responsabilità nei confronti dei propri interessi rispetto a quello degli altri. Di riflesso, questo porta a sviluppare un senso di responsabilità nei confronti del nostro rapporto verso gli altri.

Su questa base è possibile crescere in una persona adulta tollerante e coscienziosa, maggiormente capace di gestire le complessità del mondo. Ancora, di riflesso, questo porterà a una società con le stesse caratteristiche.

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@yoshiya_448 ci rivela anche che le parole del suo maestro hanno lasciato una profonda impressione nel suo cuore, più di tante cose lette sui libri.

E voi, che tipo di otaku siete? Ma soprattutto, che ti di otaku volete essere ;-?)

 

Fonte: RocketNews24

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