Elektra dai toni adulti e autoriali – RECENSIONE volume 2

Pubblicato il 15 Novembre 2015 alle 15:15

Arriva il secondo e conclusivo volume di Elektra, protagonista della serie Marvel Now! dai toni adulti e autoriali scritta da W. Haden Blackman e illustrata da Mike Del Mundo! Non perdete le drammatiche vicende della letale ninja alle prese con il temibile Bullseye e altri spietati criminali!

Quando Frank Miller creò la spietata ninja Elektra nella sua acclamata run di Daredevil, introdusse nel Marvel Universe un personaggio intrigante e carismatico che conquistò subito molti lettori. Il grande amore di Matt Murdock era una letale assassina che rappresentava tutto ciò che il giustiziere cieco odiava e con lei l’autore del Maryland affrontò tematiche adulte in linea con il clima revisionista del Rinascimento Americano degli anni ottanta.

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In seguito Miller la riprese nella rivoluzionaria miniserie Elektra: Assassin, valorizzata dagli eccezionali dipinti di Bill Sienkiewicz, e fu chiaro che la bella anti-eroina greca era perfetta per storie dai toni eversivi e provocatori, lontani dall’attitudine mainstream di tanti mensili della Casa delle Idee. Nel corso degli anni, tuttavia, diversi autori la utilizzarono, non riuscendo però sempre a mantenere le premesse milleriane. Alcuni la descrissero come una psicopatica priva di spessore; altri, come Peter Milligan, cercarono di proporla in una versione più solare e meno cupa, al punto da snaturarla.

Nell’ambito dell’operazione Marvel Now!, è stata varata una serie regolare di Elektra, comunque già conclusasi negli Stati Uniti, che ha riportato la ninja alle impostazioni iniziali. A scriverla è stato chiamato l’ottimo W. Haden Blackman che già aveva realizzato alla DC storie particolarmente incisive di Batwoman, in un comic-book del New52 senz’altro particolare; e che è indubbiamente adatto a descrivere una donna dalla personalità complessa e sfaccettata del calibro di Elektra.

Nella sua concezione Elektra è sempre una killer a pagamento. Nelle sue missioni è pronta a tutto e non si esime dal compiere gesti discutibili. Tuttavia, la sua freddezza è solo una corazza che usa per reprimere le emozioni. Elektra è infatti vulnerabile ad esse e si concentra sulla sua attività di assassina perché non ha altro. Non può permettersi di avere amicizie e meno che mai amori, dal momento che qualunque persona a lei vicina potrebbe morire in ogni istante.

Nel precedente tp Elektra aveva avuto a che fare con Corvo Nero e il figlio di costui, Kento Roe. La sua missione ha però dato filo da torcere alla Gilda degli Assassini e in questo secondo e conclusivo volume le cose tra lei e la temibile organizzazione si fanno preoccupanti. Il capo della Gilda ha infatti deciso di eliminarla e la bella ninja sarà costretta ad affrontare vari villain come la Società dei Serpenti, Lady Bullseye e lo stesso Bullseye, il criminale che in passato l’aveva uccisa in uno degli episodi più memorabili di Daredevil.

Blackman delinea una story-line avvincente e violenta, ricca di drammaticità e pathos, nonché visionaria. Gioca con molteplici personaggi del Marvel Universe, da Maria Hill alla maga Jennifer Kale, e soprattutto rivela l’identità del capo della Gilda (e sarà un dettaglio spiazzante); non manca inoltre di concepire lo scontro definitivo tra Elektra e Bullseye con una sequenza davvero estrema. Tra draghi, viaggi allucinanti nella mente di psicopatici, ninja della Mano aggressivi e strani esperimenti, Blackman scrive testi intensi e introspettivi di grande valenza suggestiva.

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Elektra è una serie valida pure dal punto di vista dei disegni. I primi due episodi sono illustrati dal bravo Alex Sanchez che, grazie a un lay-out elaborato, realizza tavole di grande impatto visuale; i restanti numeri sono invece firmati dall’incredibile Mike Del Mundo, una delle rivelazioni degli ultimi anni. E’ lui che riporta la ninja al periodo pittorico di Sienkiewicz; tuttavia, non ne imita lo stile ma lo elabora in maniera personale. Rispetto a Sienkiewicz, anzi, Del Mundo è più dinamico e la sensibilità cinetica delle pagine è innegabile. Il tratto rivela influenze del design e della computer graphics e l’effetto complessivo è strepitoso. Insomma, Elektra è una proposta da non perdere.

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