Recensione Northlanders Vol. 2 – La Croce e il Martello – Planeta DeAgostini

Pubblicato il 20 Aprile 2010 alle 11:50

Autori Brian Wood (testi), Ryan Kelly (disegni)
Casa Editrice Planeta De Agostini
Provenienza USA
Prezzo € 12,95
A cura di Sergio L. Duma


La mia prima recensione postata in questo sito riguardava Northlanders, serie Vertigo ambientata nel periodo dei vichinghi, scritta dall’acclamato Brian Wood, autore di Local, Demo e soprattutto DMZ. E come forse qualcuno ricorderà, tale recensione suscitò l’animosità di alcuni estimatori del serial, da me non apprezzato. Scrissi pure che avrei però concesso una seconda chance al fumetto e, di conseguenza, ho acquistato questo secondo volume, intitolato ‘La Croce e il Martello’, che comprende i nn. 11-16 del comic book originale.

Che cosa non mi era piaciuto di Northlanders? Innanzitutto i disegni di Davide Gianfelice. Questione di gusti, comunque, e possiamo anche finire qui. Ma poi c’era la storia del valente guerriero Sven che cercava di vendicarsi dello zio crudele che gli aveva ucciso i genitori e rubato il trono; trama che, personalmente, avevo trovato noiosa e risaputa. Per giunta, non gradivo neanche i dialoghi scritti da Wood che mi sembravano troppo ‘moderni’ e poco appropriati per un fumetto imperniato sui vichinghi.

Il mio parere è cambiato dopo la lettura del secondo tp? Be’, i disegni di Ryan Kelly, già conosciuto per lo splendido Lucifer di Mike Carey, sono, almeno per me, preferibili a quelli di Gianfelice. Non che li reputi eccezionali ma, nel complesso, posso considerarli più appropriati per la saga immaginata da Wood, specie per ciò che concerne le sequenze di azione. Ma la storia? In questo caso ammetto che lo sceneggiatore ha dimostrato un pizzico di originalità. Il secondo story-arc, infatti, non si concentra su Sven ma su Magnus, nomade che vive in Irlanda, a Clontarf, nel 1014 d.C. La zona è dominata dall’esercito norreno e Magnus, per motivi di orgoglio tribale e anche spinto da ragioni personali, uccide gli esponenti più importanti della casta di invasori. Ma è pure caratterizzato da un’instabilità mentale preoccupante.

In poche parole, agisce alla stessa stregua di un assassino seriale; e, come in un thriller odierno, Lord Ragnar Ragnarsonn, uomo di fiducia del re nonché investigatore, cerca di trovarlo per impedirgli di ammazzare altri innocenti. Un ruolo fondamentale nella vicenda, come si scoprirà, è svolto dalla figlia di Magnus, Brigid, che, a conti fatti, si rivelerà cruciale.

Diciamo pure che la storia, pur non esaltante, è indubbiamente meno noiosa della precedente. Tuttavia, continuo a pensare che dialoghi ed espressioni siano troppo contemporanei. Capisco che era impossibile far parlare i vichinghi con le modalità espressive originarie, specie in un fumetto; ma Wood avrebbe potuto usare un linguaggio pseudo-arcaico, giusto per rendere più credibile l’atmosfera della serie. Un po’ come Stan Lee e innumerevoli altri cartoonist hanno fatto con il Thor marvelliano, tanto per capirci.

Inoltre, anche l’atipico investigatore Ragnar mi pare troppo moderno, specie con i suoi tentativi di ‘profiling’, che vanno bene per un detective di una metropoli dei nostri giorni; meno per un guerriero norreno. Insomma, mi chiedo: nel 1014 d.C esistevano menti sofisticate alla Ragnar, dotate di conoscenze psicologiche come quelle da lui sfoggiate nella storia? Opterei per una risposta negativa. Ma è solo un punto di vista. Di conseguenza, come giudico Northlanders? Alla luce di quanto detto, continua a non piacermi. Lo reputo un passo falso di Brian Wood (che già comincia a stufarmi anche su DMZ), autore che forse con troppa fretta è stato considerato grande. Questo secondo volume, ripeto, è migliore del primo. Ma non credo che concederò una terza chance al serial.


VOTO 6

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