Tutte le ossessioni di Victor – Recensione

Pubblicato il 20 Aprile 2015 alle 10:20

Quanto peso possono avere le nostre esperienze passate sulle ossessioni del presente? Scopritelo con il simpatico Victor, in un’esilarante graphic novel realizzata da Davide Calì e Squaz.

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Che lo si voglia accettare o meno, arriva sempre quel momento della vita in cui bisogna affrontare le conseguenze del proprio passato, nello specifico della propria infanzia. Un odore, un suono o la ripetizione di una situazione familiare per associazione può far riportare alla luce frammenti di vita vissuta, che nel bene o nel male hanno contribuito a definire la nostra persona attuale. Sarà pure scontato dirlo, ma è innegabile che i ricordi d’infanzia possono nascondere la soluzione dei nostri problemi, delle nostre fobie e, soprattutto, delle nostre ossessioni…

Tutto questo lo sa benissimo il protagonista principale di Tutte le ossessioni di Victor, graphic novel scritta da Davide Calì e disegnata da Squaz sotto etichetta Diabolo edizioni.

Chi è Victor? Eh, bella domanda ! Diciamo che è un tipo complessato, molto fissato con le donne e con il sesso, nevrotico, impacciato  e con una bizzarra serie di fisime insospettabili. Dopo aver sorpreso la sua ragazza a letto con l’amante, si lascia abbandonare ad una riflessione sui suoi trascorsi amorosi e sugli eventi traumatici della sua infanzia, cercando di individuare “quel qualcosa di fondamentale” che continua a sfuggirgli. In un intenso racconto diviso in argomenti, Victor rivela in prima persona tutte le sue principali ossessioni: dalle racchette da tennis che gli ricordano la prima volta in cui ha visto il seno di una ragazza, alla pizza (e alla paura di ritrovarsi dei capelli nel piatto), fino ai criceti, che suscitano in lui ricordi a dir poco morbosi. Rammentare tutto ciò gli servirà per comprendere il presente? O forse gli permetterà solo di risparmiare qualche soldo dallo psicanalista ?Tutte le ossessioni di Victor-01

Davide Calì abbandona per un attimo le opere di letteratura per l’infanzia, misurandosi con una storia matura, grottesca e irriverente, raccontata da un personaggio spontaneo e dalla forte carica empatica. Sin dai primi episodi riportati da Victor si avverte il realismo e la meticolosità con cui vengono descritte le situazioni vissute, riuscendo a suscitare nel lettore non solo ilarità, ma anche la stessa sensazione di  imbarazzo provata dal protagonista. Intendiamoci, è alquanto improbabile che si sia avuto a che fare con le stesse condizioni di Victor, ma in alcuni suoi ricordi è palpabile un certo senso di familiarità; come quando rammenta il suo rapporto con il fumetto di Topolino, che per molte generazioni di  italiani ha rappresentato il primo contatto con il fumetto in generale, oppure quando descrive le giornate d’estate passate a giocare con i cabinati dei primi videogiochi, che per tanti hanno rappresentato la prima esperienza con questo mezzo di intrattenimento.

Penso che se andassi da uno strizzacervelli mi direbbe che tutto risale all’infanzia. Beh, facile….io ho avuto un’infanzia piena di traumi.

Victor, paragonato a ben ragione alla maschera comica di Woody Allen, è un personaggio tragicomico imprevedibile, che per gran parte del racconto si rivolge al lettore con un enigmatico sguardo vacuo, come se stesso sostenendo una vera e propria seduta terapeutica. La sua irresistibile forza comica risiede indubbiamente nell’associare cose innocue, come una brioche al cioccolato o una passeggiata nel mese di Giugno, ad eventi erotici o inquietanti .

Se un disegnatore diverso da Squaz (nome d’arte di Pasquale Todisco) avesse illustrato Tutte le ossessioni di Victor con un tratto  più classico, molto difficilmente si sarebbero ottenute la stessa qualità artistica e le stesse sensazioni che quest’opera è in grado di provocare . Con uno stile pop e un’estetica minimalista molto simile a quella del regista Wes Anderson, Squaz ci fa viaggiare nella contorta mente di Victor, rifuggendo dai classici balloon e da ogni tipo di griglia preimpostata. Alle pagine con illustrazioni perfettamente simmetriche (c’è un episodio intitolato proprio “simmetria”)  si alternano surreali primi piani dei personaggi e degli oggetti, che rappresentano efficacemente l’incessante flusso di ricordi. Molto affascinante anche il contrasto che si crea tra il presente dalle tonalità spente e il passato dai colori energici.

Seppur non tutti i suoi episodi mantengono la stessa brillantezza, Tutte le Ossessioni di Victor risulta un fumetto spassosissimo, grazie al quale potreste anche ricordare qualche episodio felice del vostro passato cancellato dal tempo.

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