Amazing Spider-Man n.9: Ai confini del Ragnoverso – Recensione

Pubblicato il 8 Aprile 2015 alle 10:25

La caccia a tutti gli Spider-Men dell’universo Marvel è iniziata ! Riuscirà Superior Spider-Man a radunare abbastanza Uomini Ragno per poter fronteggiare questa incombente minaccia ??? Inoltre, facciamo la conoscenza di un personaggio già amatissimo negli States: Spider-Gwen ! E concludiamo con le nuove avventure di Spider-Man 2099, sempre scritte dal grande Peter David !!!

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Inizia a delinearsi uno dei più grandi ragno-eventi mai visti, nel quale tutti ( ma proprio tutti ) gli Spider-Men che affollano il multiverso Marvel si riuniranno per affrontare una minaccia apparentemente inarrestabile! L’evento in questione ovviamente è Ragnoverso ( Spider-Verse ), di cui adesso stiamo leggendo il prologo, su quelli che negli USA sono stati gli ultimi numeri ( postumi ) di Superior Spider-Man e sull’apposita miniserie Ai Confini del Ragnoverso ( Edge of Spider-Verse ).

Questa saga è il fiore all’occhiello di tutta la gestione di Dan Slott sulla serie del Ragno, e probabilmente anche quella su cui si è divertito di più, visto che in un colpo solo ha potuto lavorare con le tantissime versioni alternative dell’Uomo Ragno comparse fino  ad oggi, aggiungendone anche altre, create da lui per l’occasione. Il suo animo puramente nerd e l’amore smisurato nei confronti del Tessiragnatele trovano dunque pieno sfogo in questa vera e propria “epopea ragnesca”, che lascerà inevitabilmente il segno nella lunga carriera editoriale del personaggio.

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In questo numero faremo la conoscenza di un fantascientifico Uomo Ragno cyborg, che si unirà alla combriccola radunata finora da Superior Spider-Man, di cui fanno parte: Spider-Man India, Spider-Man Noir, l’Uomo Ragno a sei braccia, la Scimmia Ragno, Spider-Girl/Ashley Barton e l’Uomo Ragno assassino. Ma soprattutto scopriremo qualcosa di più su coloro che li vogliono morti: un’intera famiglia di cacciatori di totem, del quale fa parte anche una vecchia conoscenza come Morlun, venuto alla ribalta anni fa in una delle più acclamate run firmate dal duo Straczynski/Romita Jr.

In mezzo alla consueta baraonda costituita da battaglie spettacolari e senza esclusioni di colpi, Slott ( coadiuvato ai testi da Christos Gage ) riesce a dare ulteriore forma e spessore al racconto, approfondendo alcuni aspetti psicologici dei personaggi coinvolti. L’Otto Octavius nel corpo di Spider-Man ad esempio inizia a sentirsi solo e scoraggiato in mezzo a tante versioni alternative di Peter Parker, ma trova conforto nell’ ologramma da polso a immagine della sua amata Anna Maria, da cui può avere il piacere di sentirsi chiamare col suo vero nome (“Otto” ), senza preoccuparsi di dover fornire spiegazioni… Karn, invece, l’inarrestabile cacciatore munito di forcone, col volto completamente coperto da una specie di casco da palombaro, non è solo un “terminator” ammazza-ragni bidimensionale, ma un personaggio triste e tormentato, con un passato tragico che lo perseguita e lo condanna a vagare continuamente.

KARN

In sostanza, i presupposti per una grande saga ci sono tutti, e comunque siamo ancora solo alle battute iniziali, per cui tante sorprese e sconvolgimenti ci aspetteranno nei mesi a venire… Per adesso, un plauso all’ottimo lavoro di Slott e Gage, che dimostrano di avere ancora tanto da raccontare a proposito del nostro amato Arrampicamuri, e lo stesso vale per l’ormai rodatissimo Giuseppe Camuncoli ai disegni, che riesce con disinvoltura a destreggiarsi tra tanti Spider-Men diversi, col suo stile semplice ed efficace, sempre al servizio della storia e scevro da inutili virtuosismi.

Sempre in questo numero fa il suo esordio un altro personaggio che ha riscosso grande consenso oltreoceano, tanto da meritarsi una serie tutta sua. Sto parlando di Spider-Gwen, ovvero la Gwen Stacy di un universo alternativo dove fu lei a essere morsa da un ragno radioattivo, diventando così una giovane supereroina mascherata.

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Questa Gwen è una ragazzina problematica e introversa, non certo provocante o svampita, costretta a gestire un grosso potere tenendolo nascosto anche ai suoi cari, esattamente come il Peter Parker degli esordi. Insieme ad altre “colleghe” come la nuova Miss Marvel o la Batgirl della Dc, Spider-Gwen rappresenta una nuova generazione di supereroine, determinate e al passo coi tempi, che non hanno bisogno di abiti succinti e forme prosperose per farsi notare, così da essere più in linea con un pubblico femminile sempre crescente in questi ultimi anni, desideroso di modelli in cui potersi identificare.

Jason Latour, con una sceneggiatura agile e frizzante, riesce in poche pagine a trasportarci nel mondo tutto nuovo di questa Spider-Woman, aiutato dal tratto dinamico e cartoonesco di Robbi Rodriguez. Il suo stile di disegno fresco e moderno ben si adatta a un personaggio di questo tipo, così come il design del costume della supereroina, sicuramente originale e accattivante nel suo contrasto tra bianco e nero, spezzato da alcuni squarci viola, sopra i quali si stagliano delle ragnatele.

Spider-Gwen

Chiude l’albo la nuova serie dedicata a un altro Ragno alternativo molto amato: Spider-Man 2099, che ritorna dopo oltre vent’anni dal suo esordio, sempre scritto dal grande Peter David. Il sagace scrittore stavolta deve narrare le vicissitudini del “suo” Spider-Man ai giorni nostri, e lo fa con un tono leggero e scanzonato, senza prendersi troppo sul serio.

Nel numero in questione, ad esempio, non c’è nessun avversario vero e proprio, a parte dei rapinatori di banche all’inizio, mentre l’attenzione si sposta tutta suoi nuovi comprimari della serie, in particolare quelli di sesso femminile. Un ancora spaesato Miguel O’Hara ( che adesso si fa chiamare Mike O’Mara ) avrà infatti un confronto sia con una scorbutica vicina di casa che con il suo nuovo capo, Liz Allen ( ex compagna di scuola di Peter Parker ed ex moglie di Harry Osborn ). Entrambe queste conversazioni si risolveranno in maniera del tutto inaspettata….

spider-man-2099

Will Sliney ai disegni ha uno stile molto pulito, ma forse un po’ freddo e impostato, soprattutto nelle pose e nelle espressioni dei volti. Nel complesso comunque il suo storytelling è buono e non inficia sul valore generale della serie, per adesso scorrevole e divertente, ma senza troppe pretese. L’intento di David pare essere quello di proporre una serie totalmente diversa da quella precedente, anche per ovvi motivi di collocazione temporale, e sicuramente saprà sorprenderci in qualche modo nei numeri a venire, da scrittore brillante e intelligente quale è.

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