Fantastica vol. 10 – Helldorado, recensione Mondadori Comics

Pubblicato il 31 Dicembre 2014 alle 10:15

Che cosa succede in una terra sconvolta dalla guerra tra Conquistadores e Indios? Qual è l’origine di una terribile malattia che tormenta le popolazioni? Scopritelo in Helldorado, la nuova dirompente opera pubblicata nella collana Fantastica di Mondadori Comics!

Fantastica_v10_cover Helldorado

Con questo decimo volume della collana Fantastica Mondadori Comics propone una saga completa di difficile classificazione. La vicenda infatti segue i canoni della classica avventura ma non ha un’impostazione realistica e ci sono elementi visionari e quasi horror che ne rendono appunto ardua la definizione. Si può forse affermare con un certo margine di sicurezza che gli scrittori Jean David Morvan e Miroslav Dragan con Helldorado hanno cercato di realizzare un prodotto ibrido, riuscendoci peraltro pienamente.

La vicenda narrata si colloca nel periodo dei Conquistadores spagnoli che soggiogarono le popolazioni sudamericane con una spietatezza che ancora oggi lascia allibiti. Morvan e Dragan partono quindi da questo dettaglio storico e sin dal principio la trama è caratterizzata dalla violenza. In una suggestiva sequenza di pagine prive di testo un gruppo di conquistadores si rende colpevole di una strage inaudita e i concetti del conflitto e del dissidio emergono dunque con prepotenza. In effetti Helldorado è una storia di conflitti e di contrapposizioni che non riguardano solo invasori e indigeni. Questi ultimi, infatti, sono in guerra tra loro e divisi da faide che rendono ulteriormente precaria la loro condizione.

La story-line è incentrata su due giovani indios, Hutatsu e Dathcino, uniti da una forte amicizia. Il primo è sensibile, il secondo più aggressivo ed entrambi vengono catturati dai Conquistadores. Si aspettano di essere uccisi o schiavizzati ma, come scopriranno a loro spese, la situazione è complicata. Per ragioni misteriose, infatti, una terribile epidemia sta dilagando. Nessuno è in grado di comprendere quali siano le cause del morbo ma gli effetti sono devastanti. Molti dei malati vengono però accuditi da Initsiii, figlia di un capo indio (e, tanto per cambiare, padre e figlia sono in disaccordo). Per quale motivo la ragazza ha deciso di vivere tra i malati, esponendosi per giunta al rischio del contagio? Quali sono le sue origini? Perché Hutatsu e Datchino devono aiutarla? E che ruolo gioca uno spietato guerriero che da ateo è diventato un fanatico pronto a tutto pur di compiacere Dio?

Con il pretesto di una vicenda dai toni drammatici e macabri, Morvan e Dragan firmano un lavoro che affronta i temi del potere e della religione intesa come strumento di oppressione. Non per nulla i riferimenti all’Inquisizione sono ricorrenti ma la trama non è appesantita da riflessioni retoriche e verbose. Anzi, il plot è veloce e adrenalinico, basato sull’azione e su continui colpi di scena e molte pagine, oltre a quelle iniziali di cui ho scritto all’inizio della recensione, sono prive di testo e si affidano alla forza espressiva delle immagini.

E ciò mi conduce a ragionare sullo straordinario Ignacio Noé, autore dei disegni. Il suo tratto è fluido, plastico, dotato di sorprendente dinamismo, tanto che in molti momenti il suo story-telling fa pensare agli story-board cinematografici. Ogni vignetta è impreziosita da particolari maniacali. Vale sia per la rappresentazione delle oscure e intimidenti foreste sudamericane, sia di quella dei tenebrosi sotterranei stipati di corpi morenti e in decomposizione che sembrano usciti da un film di Romero. E bisogna tenere d’occhio la rappresentazione accurata dei templi Maya, delle architetture, delle navi usate dagli spagnoli nonché degli sguardi e delle espressioni dei protagonisti. Tramite questi elementi Noé riesce a far comprendere al lettore le intense emozioni che li animano in maniera più efficace delle parole. Un altro aspetto da evidenziare è quello cromatico. Noé si occupa anche dei colori ed Helldorado è un tripudio visivo. Grazie a riusciti contributi pittorici, le tavole sono valorizzate da sfumature ora vivide, quasi psichedeliche, ora tenui. L’effetto complessivo è eccezionale. Helldorado è quindi un ottimo prodotto, realizzato con abilità e professionismo. Da provare.

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