Recensione: JLA Requiem Per La Giustizia Tp N.1

Pubblicato il 5 Dicembre 2010 alle 08:00

Autori: James Robinson & Mauro Cascioli
Casa Editrice: Planeta DeAgostini
Provenienza: USA
Prezzo:  20€


Lo ammetto mi sono preso una bella gatta da pelare con la recensione di Requiem per la Giustizia: una mini che dire discussa e criticata in patria è dire poco per una serie di scelte stilistiche e narrative del veterano autore James Robinson.

Ma facciamo un passo indietro perchè Robinson doveva essere l’autore di una seconda testata della JLA, parliamo del lontano 2007/2008, dalla composizione diametralmente opposta alle squadre classiche, successivamente però questo progetto venne “ridimensionato”  prima in una mini di 12 numeri e poi nella sua forma finale una mini di 7 numeri…motivazione principale, come si dice in appendice a questo TP, la lentezza del bravissimo Mauro Cascioli ai disegni.

In realtà credo che le motivazioni siano state ben altre difatti l’intento di Robinson era quello di creare una squadra che operasse in maniera preventiva e quindi una serie dai toni forti ricorrendo a personaggi particolari, Congorilla e Mikaal Tomas, e dalla forte impronta morale come Freccia Verde.

A seguito degli avvenimenti di Crisi Finale la JLA è spezzata da un lato c’è Superman e la sua inossidabile fibra morale, dall’altro Hal Jordan e la sua esuberante voglia di giustizia, sullo sfondo una serie di crimini e furti che poi verranno ricondotti a quel Prometheus di morrisoniana memoria.

Ed è a questo punto che qualcosa scricchiola perchè se metti su un tetto di Gotham City Freccia Verde, Lanterna Verde e  Atom che si miniaturizza per entrare nel cervello di un supercriminale qualche reazione te la devi aspettare soprattutto negativa…qui non si discute infatti la scelta di Robinson di creare una squadra di “bastardi senza gloria” si discute più che altro la totale mancanza di prospettiva perchè vedere Hal Jordan agire come se la crescita del personaggio, magistralmente operata da Johns nel suo ciclo, non fosse mai accaduta, o utilizzare quello stesso Atom che avrebbe indossato l’anello indaco della compassione, fa storcere il naso.

I primi numeri allora sono penalizzati da una serie di forzature operate da Robinson che utilizza i personaggi solo ed esclusivamente per i fini della sua storia e l’aver compresso la serie in 7 numeri fa si che i “comprimari” Mikaal Tomas e Congorilla poi di fatto servano davvero a poco se non a riempire pagine, Supergirl fa la figura della fessa presa in giro da un Captain Marvel poi perno del finale, Starfire e Donna Troy solo a mostrare la bravura di Cascioli con le anatomie femminili…ah dimenticavo ma perchè Jay Garrick fa il fattorino del DC Universe (DCU)?

E’ indubbio quindi che Robinson abbia dovuto fare una opera di “taglia-e-cuci” durante la saga cosa per altro positiva perchè sterzando bruscamente, e mettendo Freccia Verde piuttosto che Hal Jordan al centro della narrazione, la serie diventa più godibile e il ritmo serrato dimostrando che Robinson quando vuole sa ancora scrivere, e il finale?

Peccato per un finale, di cui Freccia Verde è assoluto protagonista, che è una caduta di gusto…si perchè il problema che ho avuto con questa serie è stato più che altro una questione di principio: vedere campeggiare il logo JLA su questo volume mi ha causato più di una perplessità essendo la Justice League espressione proprio di quella fibra morale che contraddistingue il DCU, cosa che sotto sotto mi ha fatto apprezzare la JLA di Morrison che recuperava quei toni, quindi vedere i miei eroi andare a caccia, nel vero senso della parola, di supercriminali, per altro tutti criminali di secondo piano, non un Luthor non un Joker, mi ha lasciato perplesso quanto l’aver fatto agire Freccia Verde come un vigilante di bassa lega nel finale, proprio lui il più sinistroide fra tutti i personaggi dei fumetti…

Requiem per la giustizia allora è una pessima storia della JLA, ma un ottimo punto di partenza per Freccia Verde, unica testata dove questi avvenimenti sembrano aver avuto ripercussioni, rilanciando la serie addirittura dal numero 1 con alle redini JT Krull…una pessima storia della JLA perchè evidenti sono i richiami di Robinson a testate vendicative della concorrenza senza scomodare poi quel capolavoro che è Crisi di Identità della quale Robinson sembra aver fatto canovaccio per questa storia…

Citando Crisi di Identità poi si apre una questione contenutistica: la violenza…è più violento il DCU o quello della concorrenza? E’ giusto che personaggi come Atom agiscano così? Il mio parere è un pò fuori dal coro: contesto sì la “tortura” sul tetto, non contesto ciò che accade a Roy/Freccia Rossa nel finale…la differenza? La gratuità della prima che ci è mostrata come unica alternativa, ma i supereroi non si dovevano interrogare per noi proprio su queste questioni? Non erano nostro archetipi?, mentre la seconda è “funzionale” alla storia…allora Freccia Verde che prende il braccio della nipotina morta è molto più disturbante di qualsiasi scena di tortura spiattellata così…anche in questo purtroppo ha fallito…

Edizione: buono davvero questo “ciccioso” TP con all’interno le note di Robinson, le cover originali, e ben 6 Origins scritte da Len Wein. Mi ha convinto Mauro Cascioli col suo stile pittorico ma mai troppo statico come quello del suo illustre collega Alex Ross. Qualche refuso ma nulla di grave e la buona traduzione fanno di questo primo TP un buon prodotto che vale i soldi spesi se decidete di comprarlo.

Una pessima storia della JLA, ma un buon punto di partenza per un personaggio come Freccia Verde…per me la JLA è un’altra cosa negli intenti e nelle dinamiche, se Robinson chessò avesse scritto questa storia per gli Outsiders o la Squadra Suicida forse avrei gridato al miracolo, ma in fin dei conti questa storia rimarrà auto-contenuta perchè così deve essere…attendiamo il secondo TP con la JLA “regolare” di Robinson e Bagley…


VOTO:5,5

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