Justice League America n. 1, la recensione della serie di Johns

Pubblicato il 19 Dicembre 2013 alle 11:30

Arriva un nuovo antologico che presenta tre serial del reboot DC. Ecco a voi l’esordio della Justice League America, di Vibe e di Katana con storie scritte da Geoff Johns e Ann Nocenti e disegnate da David Finch, Pete Woods e Alex Sanchez.

Justice League America n. 1

Autori: Geoff Johns, Andrew Kreisberg, Ann Nocenti (testi), David Finch, Pete Woods, Alex Sanchez (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Prezzo: 16,8 x 25,6, pp. 80, col.

Data di pubblicazione: dicembre 2013

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Il progetto New52 procede e la DC negli ultimi mesi ha pubblicato ulteriori comic-book ambientati nell’affascinante universo di Superman e company. Nell’ambito del reboot uno dei serial più rappresentativi dell’attuale corso editoriale della casa editrice è stato Justice League, scritto dall’onnipresente Geoff Johns e disegnato dall’immenso Jim Lee. Ed era inevitabile che il riscontro ottenuto da quel mensile avrebbe dato vita ad altre iniziative collegate al team di eroi più potenti della terra. È infatti uscito Justice League America, incentrato su un’altra squadra di supereroi, differente nei metodi e nell’approccio da quella che vede come componenti leggende del calibro di Superman, Batman o Wonder Woman.

RW-Lion ha ritenuto di tradurla in un albo antologico e come sapete non apprezzo questa formula editoriale. Leggere una serie al ritmo di un solo episodio al mese, almeno per me, è frustrante; e c’è sempre il rischio che a quella principale ne vengano affiancate altre meno interessanti. In questo caso, il sommario è omogeneo, nel senso che gli altri due serial hanno a che fare con componenti del team e l’albo si concentra quindi su una sezione specifica del DCU. Ma che dire sulla qualità delle storie? Partendo dal presupposto che un’avventura non serve a farsi un’idea di un prodotto, dalla lettura di questa prima uscita si può comunque ricavare qualcosa.

Justice League America è scritta, tanto per cambiare, da Geoff Johns che, rispetto a Justice League, opta, almeno adesso, per un ritmo narrativo lento, introspettivo e non basato sull’azione adrenalinica. Collegandosi ad eventi sviluppatisi su Justice League, ci presenta una lunga conversazione tra Steve Trevor, non più a capo dell’A.R.G.U.S., e l’aggressiva Amanda Waller che ha preso il suo posto su ordine del governo federale. Oltre ad occuparsi della Suicide Squad, la Waller, con l’ausilio di Trevor, ha il compito di creare una squadra di metaumani agli ordini delle autorità, come se si trattasse di un esercito da utilizzare contro Superman, Batman e alleati qualora decidessero di agire in maniera discutibile. La paranoia delle alte sfere USA è evidente ma la Waller non sembra porsi problemi.

A suo dire, ogni membro della squadra dovrà essere scelto come controparte di un componente della Justice League. La presenza di Catwoman, per esempio, potrebbe destabilizzare Batman; Martian Manhunter è perfetto per contrastare Superman; l’aggressivo Hawkman darebbe filo da torcere ad Aquaman e così via. Trevor non è entusiasta, considerando che alcuni metaumani presi in considerazione sono difficilmente controllabili ma accetta suo malgrado di occuparsi della formazione del team. Johns gioca con intrighi e misteri da spy story (Trevor ha infatti a sua volta finalità diverse da quelle della Waller e sta architettando qualcosa con Freccia Verde e Martian Manhunter) e la story-line si preannuncia complessa e articolata.

Johns conosce il mestiere e scrive buoni testi e dialoghi curati; ma l’impressione è quella di una trama dai tempi dilatati e bisognerebbe perlomeno leggere cinque o sei episodi di seguito per dare un giudizio più meditato. Per il momento, Justice League America, grazie ai disegni oscuri e crepuscolari dell’ottimo David Finch, pare avere potenzialità. Si passa poi a Vibe, incentrato su un altro membro della JLA. Anche in questo caso alla tastiera c’è Johns, coadiuvato da Andrew Kreisberg. In verità, lo stile di Johns qui è poca cosa e la trama è più farina del sacco di Kreisberg. L’episodio d’esordio si concentra sul passato di Cisco Ramon, alias Vibe, e sul suo background familiare. Ci sono riferimenti all’invasione di Darkseid e gli sviluppi potranno magari essere intriganti. Però Vibe è un fumetto mainstream convenzionale e banale. I disegni di Pete Woods sono efficaci ma il penciler non si discosta più di tanto dagli standard grafici imperanti nel comicdom.

La terza serie dell’albo è Katana, dedicata all’assassina orientale convinta che l’anima del suo defunto marito risieda nella sua letale arma da taglio, già vista su Birds of Prey. Ora fa parte della JLA e a scrivere i testi c’è Ann Nocenti. Di primo acchito, Katana è forse il serial più interessante. Questo primo episodio non rivela molto ma l’atmosfera è particolare. Del resto, la Nocenti è abile nella delineazione psicologica di personaggi femminili borderline (ricordiamoci di Typhoyd Mary) e non perde colpi, scrivendo testi intensi e poetici, indubbiamente peculiari. Prevalgono le suggestioni noir e un’ambientazione nipponica sul genere delle storie Marvel di Elektra, tanto per intenderci, e le splendide matite di Alex Sanchez valorizzano il prodotto. A conti fatti, Katana è l’unico dei tre serial che avrei voglia di leggere regolarmente.

Ma, lo ripeto, non apprezzo gli antologici e non sosterrò il mensile. Non so neanche, in tutta franchezza, fino a che punto possa interessare il lettore italiano, data la scarsa popolarità dei personaggi. La versione Jumbo Edition dell’albo include inoltre un allegato con le cinquantadue copertine realizzate dalla DC per il n. 1 di Justice League America; in pratica, una per ogni stato americano. In definitiva, lo spillato non si differenzia dagli altri di genere supereroico disponibili in fumetteria. Fate voi, dunque.

Voto: 6

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