Before Watchmen: Dollar Bill – Recensione

Pubblicato il 14 Giugno 2013 alle 16:00

Arriva un altro tassello del controverso progetto Before Watchmen! Chi era veramente Dollar Bill, uno dei personaggi più sottovalutati del capolavoro di Moore e Gibbons? Ce lo spiegano il veterano Len Wein e il grande Steve Rude in un albo autoconclusivo!

Before Watchmen: Dollar Bill

Autori: Len Wein (testi), Steve Rude (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Prezzo: € 2,50, 16,8 x 25,6, pp.32, col.

Data di pubblicazione: maggio 2013

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Il controverso progetto Before Watchmen è ormai agli sgoccioli e si può considerare una delle iniziative editoriali made in DC più discusse degli ultimi anni. Alcuni hanno gridato al sacrilegio, storcendo il naso; altri hanno accolto con favore l’iniziativa e al di là del giudizio negativo di Alan Moore, di per sé prevedibile, a mio parere le miniserie ambientate nell’universo distopico immaginato dal Bardo di Northampton sono state accettabili. Non mi aspettavo qualcosa che potesse reggere il confronto con la serie che ha rivoluzionato i fumetti di supereroi ma semplicemente un omaggio a quella pietra miliare.

E così è stato. Gli autori coinvolti hanno rispettato l’opera di Moore senza stravolgere i personaggi e in diversi casi hanno impostato i presupposti della saga di Rorschach, Dr. Manhattan e compagni, approfondendo particolari delle loro psicologie e inserendo ulteriori motivi di riflessione e dettagli che hanno arricchito quel fenomenale affresco narrativo. Un esempio è dato da un albo autoconclusivo che si concentra su un character minore di Watchmen e cioè Dollar Bill, membro dei Minutemen che Moore e Gibbons avevano appena abbozzato.

Di lui si sapeva che era un componente della squadra di supereroi degli anni quaranta morto in seguito a un incidente assurdo. Con questa storia si scoprono diverse cose che lo riguardano, grazie al veterano Len Wein che crea quasi dal nulla un eroe pressoché sconosciuto. Intendiamoci, non si tratta di un’avventura memorabile ma Wein è esperto e sa incuriosire il lettore e anche in questa occasione rivela il suo innegabile professionismo. Nell’atmosfera suggestiva della Golden Age, Wein introduce William Benjamin Brady, colui che il mondo conoscerà come Dollar Bill. In realtà il giovane Billy non pensa a una carriera da supereroe. Desideroso di fama e successo e consapevole della sua bellezza, tenta la strada nel mondo dello spettacolo, senza esito, poiché privo di talento.

Per una serie di circostanze e per guadagnarsi da vivere accetta l’offerta di un istituto di credito. A scopi pubblicitari, dovrà indossare il costume di Dollar Bill cercando di convincere quante più persone possibili ad aprire un conto. Dollar Bill è perciò sin dal principio una finzione piuttosto farsesca e la voglia di giustizia e legalità in lui è del tutto assente. Tuttavia in seguito entra nella squadra dei Minutemen, pur consapevole di non essere un eroe. Ma la sua presenza non stona in un team che vede tra le sue fila Silk Spectre, pure lei interessata alla pubblicità e al successo, e uno psicopatico come il Comico che di eroico non ha nulla.

Poi accade qualcosa e tutto cambia e Dollar Bill è costretto a crescere e a prendere sul serio il suo ruolo da vigilante mascherato. Ma la tragedia, sia nella sfera privata sia in quella supereroica, incombe. A differenza delle altre miniserie di Before Watchmen, Wein non opta per atmosfere cupe e opprimenti. Sebbene le vicende di Dollar Bill non siano allegre e il personaggio per certi versi sia un perdente, lo sceneggiatore scrive testi ironici contrassegnati da una solarità inusuale, anche se non privi di malinconia. Prevale la nostalgia e Wein descrive abilmente l’immaginario della Golden Age e l’America ingenua degli anni quaranta con efficacia e da questo punto di vista l’albo può dirsi riuscito.

Dal momento che i mitici forties giocano un ruolo rilevante, la scelta di usare Steve Rude come disegnatore era azzeccata, considerando il forte taglio retrò presente in molti dei suoi lavori passati. Purtroppo, però, nel caso specifico di Dollar Bill, Rude si rivela sottotono. Non compie un pessimo lavoro, intendiamoci, e i lettori troveranno il tratto fluido, pulito e dinamico che lo rende particolarmente amato dai fans. Ma i disegni sono poco rifiniti rispetto ai suoi standard e ciò compromette la qualità dell’albo. Di conseguenza, Before Watchmen: Dollar Bill si legge con piacere e funziona ma il risultato sarebbe potuto essere certamente migliore.


Voto: 7

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