Ravagers n. 1 – Recensione Lion Comics

Pubblicato il 8 Giugno 2013 alle 08:00

Arriva una nuova serie DC legata al reboot. Direttamente dalle pagine di Superboy, inizia la drammatica saga dei Ravagers. Chi sono i fuggiaschi del misterioso progetto N.O.W.H.E.R.E.? Ce lo spiega Howard Mackie coadiuvato alle matite da Ian Churchill.

DC Universe n. 8 – Ravagers n. 1

Autori: Howard Mackie (testi), Ian Churchill, Norm Rapmund, Jon Sibal, Tom Raney, Daniel Sampere, Stefano Martino, Julius Gopez, Tyler Kirkham, Eduardo Pansica, Daniel Hdr, Geraldo Borges (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Prezzo: € 15,95, 16,8 x 25,6, pp. 192, col.

Data di pubblicazione: aprile 2013

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Con il reboot la DC Comics ha fatto parlare di sé e bisogna ammettere che molte delle serie del cosiddetto New 52 si sono rivelate di pregevole fattura. Non significa però che la casa editrice di Superman e Batman non abbia commesso passi falsi. Per esempio, il mancato coordinamento dei vari comic-book è stata una pecca e ciò ha condizionato la leggibilità di alcuni prodotti. Non bisogna trascurare poi i continui cambiamenti a livello di team creativi che hanno causato confusione sia nei lettori sia negli stessi autori.

Un altro errore della DC, almeno secondo me, è stato anche quello di dare spazio a sceneggiatori che forse sarebbe stato preferibile non utilizzare. Se da un lato i vari Morrison, Johns e compagnia hanno fatto lavori apprezzabili e nuove leve come Jeff Lemire, tanto per citare un nome, hanno ottenuto la giusta attenzione, non riesco a capire per quale ragione la casa editrice abbia deciso di avvalersi di sceneggiatori vecchi e superati nell’impostazione. Provengono dalla Marvel e sono stati particolarmente popolari negli anni novanta ma non sono riusciti a rinnovarsi.

Mi riferisco a Scott Lobdell, Fabian Nicieza e Howard Mackie. Il primo si è dimostrato insipido, con l’eccezione di Red Hood & The Outlaws che perlomeno è ironico e divertente; ma gli altri due hanno realizzato brutte copie dei fumetti Marvel che un tempo li avevano resi celebri. È il caso di Ravagers, serial scritto da Howard Mackie che in passato aveva raggiunto il successo alla Casa delle Idee con Ghost Rider e con una lunga run dell’Uomo Ragno. Non che sia mai stato eccelso; ma le sue storie avevano un senso nell’atmosfera rutilante e violenta del fumetto americano dei nineties. Ma adesso?

Diritto di nascita

Adesso Mackie ci propina appunto Ravagers i cui presupposti narrativi sono stati impostati su Superboy ma che ha anche legami labili con Teen Titans e Legion Lost. Chi sono i Ravagers? Un gruppo di adolescenti sottoposti a esperimenti che hanno stimolato il metagene che dà loro superpoteri nell’ambito del progetto N.O.W.H.E.R.E. coordinato dal terribile Harvest. Costoro sono fuggiti, aiutati dalla dottoressa Fairchild, conosciuta dai lettori di Superboy e che ha ottenuto pure lei capacità superumane.

Del team fanno parte Tuono, Fulmine, Ridge, Beast Boy e Terra e sono teenager piuttosto incazzati e ansiosi di pareggiare i conti con Harvest e la sua organizzazione. In poche parole, la story-line si riduce a una quantità enorme di cliché e di luoghi comuni con situazioni viste e riviste in centinaia di albi Marvel e DC. Abbiamo quindi lotte sconclusionate, dialoghi piatti e superficiali, azione ipertrofica in puro stile anni novanta. Ravagers sembra quindi una rifrittura di X-Force, New Warriors e così via. Mackie scrive testi trascurabili e dialoghi banali e anche quando cerca di fare un’analisi psicologica dei personaggi non va in profondità. Tenta di mantenere desta l’attenzione del lettore con apparizioni di Superboy, di Red Robin, del Barone Sangue e di una nuova versione di Niles Caulder ma Ravagers rimane commerciale e noioso come non mai.

Alle matite c’è Ian Churchill, di solito un ottimo penciler, che qui fa un buon lavoro con un’inventiva costruzione della tavola e disegni di notevole impatto visivo; ma è meno efficace del consueto e c’è un continuo cambio degli inchiostratori che non conferisce uniformità al fumetto dal punto di vista grafico. In quasi ogni episodio poi ci sono tavole illustrate da altri penciler. Diversi di essi sono bravi ma rendono l’opera troppo eterogenea e questo è un altro aspetto che non giova a Ravagers. Come giudicare la serie, quindi? Come una delle proposte meno riuscite di casa DC. Si tratta di un comic-book mediocre e da evitare.


Voto: 5

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