Before Watchmen: Ozymandias n. 1 – Recensione

Pubblicato il 20 Dicembre 2012 alle 14:09

Il progetto Before Watchmen continua e arriva il turno della miniserie dedicata all’enigmatico e inquietante Ozymandias! Ci narrano le sue origini il veterano Len Wein e l’incredibile Jae Lee!

Before Watchmen: Ozymandias n. 1

Autori: Len Wein (testi), Jae Lee, John Higgins (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Provenienza: USA

Genere: Supereroi

Prezzo: € 2,50, 16,8 x 25,6, pp. 32, col.

Data di pubblicazione: dicembre 2012


Il controverso progetto Before Watchmen procede e inizia l’ennesima miniserie dedicata a uno dei personaggi inventati da Alan Moore e Dave Gibbons nel capolavoro Watchmen e cioè Ozymandias, alias Adrian Veidt, l’uomo più intelligente del mondo nonché colui che si rivelò cruciale per la comprensione della story-line concepita dal Bardo di Northampton. Il Magus aveva descritto Adrian come un businessman ricchissimo, austero e freddo. Simboleggiava l’estremizzazione della figura del supereroe: un individuo estraniato dagli esseri umani poiché troppo coinvolto da una concezione utopistica ed elitaria della società.

L’altra sua caratteristica fondamentale era rappresentata dall’attrazione nei confronti dell’antichità e in particolare della figura di Alessandro di Macedonia che per lui assumeva una valenza mitica e un esempio da emulare. Inoltre Moore fece capire che la sessualità di Adrian era ambigua e Rorshach infatti si poneva domande al riguardo.

Da questi dettagli è partito Len Wein per delineare le vicende della miniserie in questione. A prima vista può sembrare strano vedere un veterano come Wein alle prese con un character simile; bisogna però rammentare che Wein è stato innovativo, pur operando in ambito mainstream. Ha scritto storie per personaggi come l’Uomo Ragno e Hulk, per esempio, ma non va trascurato l’apporto da lui dato alle serie horror della DC e fu lui ad inventare Swamp Thing. È anche il creatore di Wolverine e soprattutto decise, insieme a Karen Berger, di ingaggiare Alan Moore per il mensile della Cosa della Palude, contribuendo di fatto al rinnovamento del fumetto americano.

Wein narra le origini e il passato di Ozymandias partendo da uno dei momenti più drammatici di Watchmen: quello cioè in cui Adrian attende gli ex alleati nel suo rifugio, pronto ad affrontarli in uno scontro definitivo. In tale frangente Ozymandias rivive l’infanzia e il periodo tormentato dell’adolescenza. Wein chiarisce subito che la diversità (intellettuale ed emotiva) è ciò che lo definisce. Ozymandias è abile e calcolatore, capace di raggiungere qualsiasi obiettivo, vittima di ossessioni che in seguito lo porteranno nelle terre un tempo dominate dai faraoni, nell’antica Fenicia e persino nelle lande inaccessibili del Tibet.

L’autore fa rivelazioni specifiche sulla bisessualità di Ozymandias e inserisce un personaggio femminile che forse potrebbe influenzarlo in senso positivo. Ma il crimine e nella fattispecie Moloch modificano il suo destino, spingendolo a diventare un giustiziere. Wein ha un tono di scrittura distaccato, quasi aristocratico nelle modalità espressive, e pur non raggiungendo livelli di particolare liricità, risulta intenso e ammaliante. Come nel caso delle altre miniserie di Before Watchmen, nemmeno questa contraddice la pietra miliare di Moore/Gibbons e ha il merito di fornire ulteriori elementi che ne arricchiscono l’universo narrativo.

Ai disegni c’è Jae Lee, l’eccezionale penciler di Inhumans, Sentry e altri gioielli. Con il suo tratto cupo, ombroso, non privo di influssi iperrealisti, realizza tavole di grande impatto visivo, rappresentando degnamente l’allure algida di Ozymandias, le maestose ambientazioni delle culture antiche (e qui si collega al neoclassicismo) e quelle urbane delle città statunitensi. Gioca poi con simboli che richiamano Watchmen, a cominciare dall’orologio. E le pagine hanno una composizione particolare: in certe tavole c’è al centro una vignetta rotonda, circondata da alcune rettangolari; in altre ce n’è sempre qualcuna che evoca l’immagine della mezza luna, di un cerchio tagliato a metà, e comunque l’idea della sfericità. Si rilevano inoltre accenni all’estetica gotica, all’impressionismo e al surrealismo che rendono particolarmente preziosa l’opera.

In appendice c’è una nuova puntata del serial di pirati imperniato sul Corsaro Cremisi, sempre scritto da Wein e disegnato da John Higgins. Come nel caso dei capitoli precedenti, gli autori producono una piccola gemma, sia a livello di testi che di disegni. Direi perciò che la miniserie di Ozymandias è decisamente valida e merita di essere presa in considerazione.


Voto: 8

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