Moon Knight nn.1-6 – Recensione

Pubblicato il 22 Ottobre 2012 alle 12:00

Brian Micheal Bendis e Alex Maleev tornano insieme per raccontarci le nuove avventure di Marc Spector/ Moon Knight in quel di Los Angeles, dove tenterà la carriera di produttore televisivo, ma dovrà anche affrontare il nuovo Kingpin della Costa Ovest ! Riuscirà a cavarsela senza l’aiuto dei Vendicatori ???

Moon Knight nn. 1-6

Autori: Brian Micheal Bendis, Alex Maleev

Casa editrice: Panini Comics

Provenienza: Stati Uniti, 17×26, B., 48 pp., col. cad.

Genere: Supereroistico

Prezzo: 3,00 euro cad.

Anno di pubblicazione in Italia: 2012


 

Moon Knight è uno dei personaggi più particolari e controversi dell’universo Marvel, con alle spalle una travagliata storia sia fumettistica che editoriale, costellata da numerosi alti e bassi. Dopo essere morto e resuscitato più volte, più o meno letteralmente, vari autori hanno tentato di fargli percorrere nuove direzioni e di riportarlo alla ribalta, facendolo uscire dalla cerchia dei cosiddetti “personaggi minori” o, più brutalmente, di “serie B” della Casa delle Idee.

Il maggior rilancio di cui ha beneficiato di recente è stato sicuramente quello nel 2006 ad opera dello scrittore Charlie Huston, che grazie anche alle spettacolari tavole di David Finch riuscì a far puntare i riflettori sul Cavaliere Lunare, conferendo al vigilante una connotazione molto più cruda e violenta, che lo faceva assomigliare a un mix tra Batman e il Punitore,  accentuando inoltre la sua apparente schizofrenia. Questi suoi squilibri mentali furono ripresi anche successivamente da Gregg Hurwitz, che nella miniserie La vendetta di Moon Knight smorzò leggermente i toni oscuri di Huston e fece utilizzare all’eroe una corazza che sembrava una copia “sbiancata” di quella indossata dal Pipistrello ne Il Cavaliere Oscuro di Nolan.

Dopo qualche mese di limbo, in cui comunque era entrato a far parte dei Vendicatori Segreti di Steve Rogers, sembrava che finalmente Moon Knight potesse tornare alla ribalta con una nuova serie tutta sua, scritta dalla premiata coppia Brian M. Bendis e Alex Maleev, reduci da successi come Daredevil e Spider-Woman. Purtroppo però la sfortuna sembra perseguitare il povero Marc Spector e il suo alter ego, e la suddetta serie ha chiuso i battenti dopo dodici numeri. Qui in Italia la Panini decide di presentarcela integralmente sui primi sei numeri della nuova “collana-ombrello” Marvel Select, contenenti due storie ciascuno.

Bendis fa spostare Marc Spector verso la patria del cinema, a Los Angeles, dove tenta la fortuna come produttore televisivo per una serie ispirata alla sua vita, intitolata Legends of the Khonshu. Com’era inevitabile, però, anche qui incapperà nella malavita organizzata del posto e in particolare nel nuovo Kingpin della costa ovest, desideroso di farsi strada entrando in possesso niente meno che di un Ultron ! Per fortuna Moon Knight non dovrà affrontare da solo questa battaglia: sarà infatti spalleggiato da un ex agente dello S.H.I.E.L.D. chiamato Buck Lime, che gli farà anche da consigliere e fornitore di armi, a cui si aggiungerà poi  la supereroina sorda Echo, di cui s’invaghirà, e infine giungeranno in suo aiuto i Vendicatori, anche se non sempre saranno loro “realmente”….

Bendis infatti gioca molto su questi disturbi psichici di Spector, secondo cui non è ancora ben chiaro se il dio egizio Khonshu sia mai veramente apparso all’eroe o se si trattava solamente di un’allucinazione frutto della sua mente malata. In questo caso lo scrittore rincara la dose con un disturbo da personalità multipla, che provoca a Spector continue visioni di alcuni colleghi Vendicatori ( tre in particolare )che in qualche modo incarnano i diversi aspetti della sua personalità. Nello specifico si tratta di Wolverine, che rappresenta il suo lato più istintivo e aggressivo, Capitan America invece la sua parte più razionale ed equilibrata, mentre Spider-Man è il suo lato più ironico e ottimista. Queste tre personalità convivono all’interno di Moon Knight, a volte prendendo il sopravvento l’una sull’altra, sperando che alla fine prevalga quella più consona alla situazione e che non litighino troppo tra di loro.

L’obiettivo di Bendis era quello di creare un supereroe “multi-tasking”, che all’occorrenza potesse impersonare altri eroi, assumendone le caratteristiche e il modus operandi. Del resto, questo squilibrio mentale da cui Moon Knight è affetto è ormai diventato anche un suo punto di forza a livello narrativo e ciò che lo contraddistingue maggiormente dagli altri supereroi. Ecco perché Bendis ci gioca così tanto, tentando anche di spiazzare il lettore, che non sempre riesce subito a distinguere ciò che è reale da ciò che è frutto della mente di Spector.

Il problema sostanziale di questa nuova serie, che probabilmente ha portato anche alla sua chiusura, è il fatto che la trama imbastita da Bendis è piuttosto moscia e priva di mordente. Se già infatti il suo modo di scrivere tende ad essere dilatato e a dilungarsi fin troppo su dialoghi e primi piani, in questo caso scarseggiano anche momenti di vero pathos e coinvolgimento, così come battaglie spettacolari o colpi di scena emozionanti, a esclusione forse di uno, che evito di spoilerare. Alla fine l’unico vero punto d’interesse rimane lo status del protagonista e un dialogo tra lui e Buck Lime a tal proposito, da cui emerge che in fondo chiunque decida di combattere per le strade con indosso un costume non ha tutte le rotelle a posto. Spector forse ne ha qualcuna di troppo, ma probabilmente è proprio questa la “follia” di cui adesso il mondo ha bisogno….

Al tavolo da disegno Alex Maleev mantiene il suo tratto cupo e spigoloso, molto suggestivo e particolare, ma più adatto a delle illustrazioni piuttosto che per un fumetto. Se le sue cover pittoriche sono infatti molto evocative e d’impatto, non sempre lo stesso vale per le tavole interne, in cui ha voluto provare ad adottare uno stile meno fotografico e più fumettistico ma comunque ancora troppo legnoso e statico, soprattutto quando si tratta di sequenze movimentate, in cui non sempre è molto chiaro il suo storytelling. Il  Moon Knight di Maleev è di fatto quello originale, senza armatura e con la calzamaglia bianca, anche se dotato delle nuove armi ispirate a quelle dei Vendicatori; la sua interpretazione del personaggio resta comunque molto convincente, specialmente quando lo rappresenta come una sorta di “macchia bianca” che squarcia l’oscurità della notte.

Da una coppia come Bendis e Maleev potevamo sicuramente aspettarci qualcosa di più, ma purtroppo ciò che ne è uscito fuori non è certo una delle loro opere più ispirate… La sfortuna purtroppo continua a perseguitare il povero Moon Knight e quindi non resta che sperare in qualche altro autore che in futuro riesca davvero a rilanciare definitivamente il personaggio.

Voto: 6

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