Devil: Rinato – Recensione

Pubblicato il 28 Febbraio 2012 alle 11:33

In questo speciale della Panini viene presentata la miniserie di Andy Diggle e Davide Gianfelice che rimetterà in discussione il ruolo del supereroe cieco, attraverso un viaggio nella parte più sperduta e dimenticata dell’America. Basterà questo a far “rinascere” Devil…?!

Devil: Rinato

Autori: Andy Diggle, Anthony Johnston, Davide Gianfelice, Roberto De La Torre, Marco Checchetto
Casa editrice:
Panini Comics
Provenienza:
Stati Uniti, 17×26, B., 112 pp., col.
Prezzo: 5,30 euro
Anno di pubblicazione in Italia:
2012

I drammatici eventi di Shadowland ormai fanno parte del passato, anche se sono ancora una ferita fresca nel cuore di New York e in particolare a Hell’s Kitchen, il quartiere di Devil dove tutto è iniziato…

Anche stavolta la città deve avere la forza di riprendersi e andare avanti, ed è proprio da qui che inizia questo volume speciale della Panini, proponendoci il “one-shot” Shadowland: After the fall, una storia che ci mostra le reazioni dei comuni cittadini e delle persone più vicine a Matt Murdock in seguito alla sua dipartita.

Come saprete, infatti, il Diavolo Rosso era stato posseduto dalla Bestia, un’entità demoniaca evocata dal clan dei Serpentieri dopo che Matt accettò incautamente di diventare capo della Mano, una spietata setta di ninja assassini. Questa scelta gli causò la perdita della sua umanità e di tutti i valori per i quali aveva combattuto fino ad allora, oltre ad aver messo in serio pericolo i suoi amici e l’intera città, soggiogata dall’influsso maligno della Bestia.

Dopo essere miracolosamente sopravvissuto a questa esperienza, Murdock decide di abbandonare la sua amata New York e di scappare il più lontano possibile, distrutto dai sensi di colpa e rammaricato per aver deluso soprattutto le persone a cui vuole più bene… Ecco perché in questa storia non vedremo Matt Murdock, di cui nessuno ormai ha più notizie, ma solamente le reazioni della gente di fronte all’accaduto, attraverso gli occhi di due personaggi chiave delle avventure recenti del Diavolo Rosso, ovvero il giornalista Ben Urich, amico di vecchia data di Matt, e il detective Kurtz, che da un po’ di tempo segue attraverso il suo lavoro le vicende del supereroe cieco, sempre con una certa diffidenza sul suo operato.

Entrambi comunque indagano per lo stesso motivo: capire dov’è finito Matt Murdock, anche se con finalità diverse. Urich infatti tiene davvero a lui, in quanto conosce bene la sua doppia vita e sono amici da lungo tempo, mentre Kurtz ha avuto l’incarico di arrestarlo. In questa loro ricerca ovviamente non mancheranno altri personaggi fondamentali nella storia del Diavolo Rosso, come il suo amico e collega Franklin “Foggy” Nelson e la sua ex fiamma Elektra Natchios, oltre a veloci comparsate di altri “colleghi” supereroi, tra cui il suo temporaneo sostituto Pantera Nera.

Una bella storia scritta da Anthony Johnston, già sceneggiatore e spalla di Andy Diggle durante il suo ciclo su Daredevil, e disegnata dagli ottimi Roberto De La Torre e Marco Checchetto, che ci presentano delle tavole particolarmente dark ed evocative, in cui solo alla fine intravediamo una luce e quindi un barlume di speranza, per una quartiere che si sforza di ricominciare e di vivere, proprio come il suo protettore, senza paura….!

Ed è proprio la paura il tema predominante anche di Devil: Rinato, la miniserie che riporta alla ribalta il nostro avvocato cieco e che è anche il piatto forte di questo volume.

Dopo aver vagabondato in giro per l’America, Matt Murdock incappa in una desolata cittadina nelle Badlands ( già il nome è tutto un programma… ); una contea dimenticata da tutti, dove regna la violenza e la corruzione, a cominciare dalle forze dell’ordine. Nonostante la sua iniziale riluttanza a voler intromettersi in questioni che non lo riguardano, Matt si ritroverà in mezzo, suo malgrado, a situazioni davanti alle quali non potrà chiudere gli occhi ( scusate l’eufemismo ) e che faranno scattare in lui quella scintilla ormai affievolita che lo spingeva a infilarsi il costume tutti i giorni per combattere l’illegalità e l’ingiustizia.

Sarà proprio in una realtà così piccola e così lontana dal frastuono e dalla complessità di una metropoli come New York che il Diavolo Rosso riuscirà a ritrovare se stesso e il suo ruolo all’interno della società, sia come uomo che come eroe. E questo lo farà affrontando anche le sue paure, come il suo senso di inadeguatezza o la frustrazione per aver deluso i suoi amici o essere stato in qualche modo responsabile della loro morte.

Queste paure sono il vero motivo per cui Matt è scappato e sarà costretto ad affrontarle a causa del perfido trafficante di droga Calavera, un albino dall’aspetto cadaverico che riesce a far rivivere tutte le peggiori paure di un uomo solamente guardandolo. Del resto, la paura è sempre stato un elemento chiave e caratterizzante dell’iconografia di Devil, che non a caso viene chiamato “l’uomo senza paura”, visto che neanche il suo ( apparente ) handicap riesce a farlo desistere dall’attività di giustiziere e a volte risulta quasi sfrontato nel modo in cui affronta le avversità….

E’ anche vero che il potere di Calavera è un escamotage fin troppo scontato e grossolano per far misurare il Diavolo Rosso con le sue paure, così  come il personaggio del ragazzino cieco, che sprona Matt a rivestire i panni del supereroe e nel quale ovviamente rivede se stesso. Aldilà di questo, però, Devil: Rinato è un’avventura molto scorrevole e ben scritta, che ci mostra un Matt Murdock fuori dal suo contesto e senza costume ( se escludiamo la tuta da ginnastica nera utilizzata alla fine, che omaggia chiaramente quella vista nella graphic novel Devil: L’uomo senza paura, di Frank Miller e John Romita Jr.) , proprio perché non è una storia di supereroi, ma un viaggio sia fisico che interiore del protagonista, che definirà anche il suo futuro nell’universo Marvel.

Dopo averlo spinto fino al fondo del baratro con Shadowland, Andy Diggle chiude con questa miniserie la sua avventura con il Diavolo Rosso, raccontandoci la sua rinascita. Molto valida anche in questo caso la parte grafica, affidata ad un altro italiano doc come Davide Gianfelice, che conferisce alla trama quel tocco europeo, dinamico e moderno, che calza a pennello in una storia un po’ sui generis come questa; lo stesso vale per i colori freddi e basilari di Matt Hollingsworth, che descrivono alla perfezione l’ambiente arido e poco invitante in cui si svolge questo allucinante viaggio.

Voto: 6,5

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