Greendale di Neil Young: Recensione

Pubblicato il 23 Dicembre 2011 alle 11:12

La versione a fumetti dell’opera rock del leggendario Neil Young, scritta da Joshua Dysart e disegnata da Cliff Chiang: una splendida storia Vertigo, dai toni anti-militaristi, ambientata nell’America rurale e piena di malinconia e misticismo!

Greendale

Autori: Joshua Dysart (testi), Cliff Chiang (disegni), Neil Young
Casa Editrice: Bao Publishing
Provenienza: USA
Prezzo: € 17,00, 16 x 24, pp. 160, col.
Data di pubblicazione: giugno 2011

Neil Young non è solo una delle personalità più rilevanti della storia del rock ma appartiene anche a quella categoria di artisti difficilmente catalogabili la cui attività creativa è caratterizzata da molteplici forme espressive che spaziano dalla musica, naturalmente, alla performance, dalla scrittura alla regia. Young, inoltre, da solo o con Crosby, Stills e Nash, appartiene pure a quella leggendaria generazione che negli anni sessanta si illuse di cambiare il mondo. Neil è un uomo, innanzitutto, che ha vissuto in prima persona le marce contro la guerra del Vietnam, le rivolte studentesche, la liberazione sessuale, le istanze pacifiste del Flower Power, da figlio ideale della Beat Generation.

Ma Young ha saputo sperimentare e, nel suo vasto repertorio di canzoni, non ci sono solo pezzi legati alle sognanti atmosfere della West Coast poiché ha utilizzato l’elettronica, ha flirtato con i suoni dissonanti e aggressivi del punk e del post-punk e, come ho scritto, si è dedicato a diversi media comunicativi, mantenendo sempre un forte impegno sociale e un’indiscutibile integrità.

Lo prova ‘Greendale’, nato originariamente come disco, o meglio ‘concept album’, come si diceva negli anni settanta, costituito da canzoni che formavano una storia ambientata in un paese immaginario dell’America rurale. L’album non passò inosservato e da esso Young ne trasse un musical, acclamato da pubblico e critica, rappresentato in molte zone degli Stati Uniti. E successivamente l’autore ne ricavò un film. La storia di Greendale è stata amata da molti poiché, con il pretesto di una saga familiare, Young esprime profonde riflessioni sull’America di George W. Bush, senza esimersi dal dare giudizi sferzanti sul conflitto in Iraq e sul cosiddetto ‘scontro di civiltà’.

Una versione a fumetti di questo straordinario esito creativo era, in un certo qual modo, un passo obbligato e la Vertigo ha deciso di proporla con il titolo Neil Young’s Greendale, affidata a Joshua Dysart, per ciò che concerne i testi, e a Cliff Chiang, responsabile dei disegni; il tutto, naturalmente, supervisionato dallo stesso Young. E si può affermare che il lavoro è pregevole. Dysart rispetta fino in fondo la story-line originale e narra, con poesia e sensibilità, le vicissitudini della bellissima Sun Green.

La ragazza abita a Greendale (il paese si chiama così poiché gli antenati di Sun erano personalità eminenti del luogo) e, almeno in apparenza, conduce una vita tranquilla in un ranch insieme ai genitori. Tuttavia, sin da bambina Sun ha sviluppato doti paranormali. E, in effetti, tutte le donne del clan Green hanno bizzarre capacità. Potrebbero essere streghe e la stessa Sun si fa domande sui suoi avi. In ogni caso, è una giovane spensierata e solare che vive in un contesto, tuttavia, che solo un occhio superficiale potrebbe considerare idilliaco.

Del resto, l’America, rurale e non, di questo fumetto non è idilliaca e non può esserlo con un Presidente che dichiara guerra a un paese con pretesti insulsi; con multinazionali e corporations che pensano solo al business; con una parte della popolazione che ha subito il lavaggio del cervello e si fa manipolare da una deviata interpretazione del concetto di patriottismo; con giornalisti che, invece di essere indipendenti e di denunciare i corrotti, usano i media per coprirli. Sun è contro la guerra e, in generale, contro questo sistema. Comprende le contraddizioni e le magagne statunitensi ma, almeno in principio, sente di non poter fare nulla per modificare la situazione.

Anche perché nella sua vita irrompe un inquietante e malvagio individuo, anch’egli in possesso di strane facoltà. Come una figura dei romanzi di Wilder e Anderson, costui è il diavolo, simbolo di quella sensibilità fondamentalista che contraddistingue la ‘Bible-belt’ americana. Ma questo diavolo, di fatto, non è altri che la rappresentazione del materialismo, dell’avidità, della ricerca del profitto a ogni costo che possiede l’anima dell’America ed è lui la causa delle contrapposizioni e delle divisioni di un popolo smarrito. Sun se ne accorge dopo aver subito brutte esperienze che, però, hanno il vantaggio di farle comprendere le sue origini e la sua intrinseca natura di donna dai poteri magici.

La storia affronta molte tematiche: il pacifismo, l’ecologia, la guerra, le differenze sessuali (con un’insistenza sulla femminilità, intesa come pulsione superiore all’istinto maschile, e ammettiamolo, le donne sono migliori degli uomini e questa è una delle chiavi di lettura del fumetto). Non manca l’esaltazione della democrazia, quella vera, che nasce dal basso, dal coraggio e dalle visioni di singoli individui che hanno il coraggio, come Sun, di ergersi contro il potere: in parole povere, Neil Young’s Greendale è impregnato dello spirito libertario e progressista della generazione dei sixties.

Dysart che, sinceramente, in Unknown Soldier non mi aveva mai convinto, fa un lavoro impeccabile, scrivendo testi intensi, di valenza letteraria, con dialoghi profondi e poetici dagli echi faulkneriani che incantano il lettore. E i disegni di Cliff Chiang sono splendidi. Il tratto del penciler è delicato, elegante, fluido e dinamico, nonché dotato di una raffinatezza perfetta per un prodotto del genere. Lodevole anche la cura da lui dimostrata nei confronti degli sfondi e dei particolari di ogni vignetta e sono da citare pure i tenui colori del bravissimo Dave Stewart.

Uso di rado il termine capolavoro e questa è una di quelle occasioni. Perché, onestamente, non saprei quale altra parola utilizzare per definire l’ennesima perla della Vertigo. Posso solo, da semplice lettore, ringraziare Neil Young, Joshua Dysart e Cliff Chiang per averci donato questo gioiello e la Bao Publishing per avere avuto la lungimiranza di tradurlo. Il volume è da non perdere. Fidatevi.

Voto: 8

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