The Flash 4×04 – Elongated Journey Into Night & 4×05 – Girls Night Out | Recensione

Pubblicato il 9 Novembre 2017 alle 15:00

Il due episodi back-to-back il meglio ed il peggio dello show?

Avevamo lasciato The Flash ben due settimane fa, complice Lucca Comics & Games, con un solidissimo episodio – la nostra recensione qui – che aveva fatto intraprendere alla serie una identità ben precisa miscelando un tono più leggero con quel pizzico di ingenuità Silver Age in un mix non privo di difetti seppur apprezzabile.

Con il quarto episodio Elongated Journey Into Night questa inerzia positiva continua e viene arricchita dal debutto di un personaggio famigliare ai lettori DC Comics e da tutta una serie di rimandi proprio ai comics che forniscono una marcia in più all’episodio.

Barry ed il Team Flash continuano la ricerca dei passeggeri dell’autobus che, investiti dalla scia di Barry dopo il suo ritorno dalla Forza della Velocità, sono divenuti metaumani. Si troveranno così ad incrociare al strada con l’ex-poliziotto ora detective privato Ralph Dibny ovvero l’alter-ego fumettistico di Elongated Man. Barry e Ralph non sembrano andare molto d’accordo visto che è stato proprio Barry la causa della fine della sua carriera in polizia dopo un indagine che ha portato a galla delle procedure non proprio regolari e l’attrito fra i due aumenta quando Barry scoprirà che Ralph sta ricattando il sindaco di Central City con delle foto compromettenti.

Tuttavia Ralph viene aggredito, rivelando i suoi poteri allungabili, ed il Team Flash, pur con un dubbioso Barry, inizia a dubitare che sia Ralph il vero “villain” della storia. I poteri di Ralph saranno ovviamente fondamentali per la risoluzione del plot convincendo Barry ad arruolarlo nella squadra non prima però di aver scoperto che il detective è stato messo sulle tracce del sindaco da un misterioso DeVoe, nome pronunciato da Abra Kadabra, villain proveniente dal futuro, durante uno degli episodi della scorsa stagione.

Elongated Journey Into Night recupera quelle atmosfere Silver Age del primo episodio e le condensa in un unico personaggio, Ralph Dibny, magistralmente interpretato da Hartley Sawyer che grazie alla sua mimica facciale e ad una performance davvero scanzonata è davvero la star dell’episodio. Gli showrunner piegano leggermente le origini e le caratteristiche del personaggio – che a tratti ricorda più Plastic Man che Elongated Man in termini fumettistici – ma senza snaturarlo e fornendo anche un ottima spalla/antagonista a Barry sicuramente più efficace di Julian (Tom Felton) nella passata stagione.

Sawyer sembra un Bob Hoskins di Chi ha incastrato Roger Rabbit? più caciarone e gli sceneggiatori costruiscono un plot che è quasi una gangster movie scanzonato, buoni gli effetti speciali che rendono Dibny allungabile anche se l’episodio è comunque avaro di azione se non nella parte finale.

Altro problema dell’episodio è il comic relief eccessivamente ingenuo che vede protagonisti Cisco, Gypsy e Breacher ovvero il padre iper-protettivo della ragazza interpretato da Danny Trejo (Machete) il quale perde la sua aurea minacciosa non appena pronuncia le poche, insignificanti, battute che gli vengono assegnate. Goffo è poi anche il tentativo di far intersecare le due linee narrative dell’episodio verso la fine.

L’inerzia acquisita subisce una brusca battuta d’arresto con Girls Night Out. L’episodio ruota intorno alle rispettive feste di addio al celibato e nubilato di Barry e Iris costruendo così un plot che si muove su due binari paralleli ma soprattutto a due velocità.

Per i maschietti infatti il perno della narrazione sarà la situazione di Joe – che diventerà padre nuovamente – ma in generale tutte le loro scene fungeranno, senza un risultato davvero apprezzabile, da comic relief.

Diverso il discorso per le femminucce dove il perno sarà Caitlin o meglio Killer Frost. Scopriremo cosa ha fatto Frost durante i mesi di assenza dal Team Flash e faremo la conoscenza di Amunet Black, interpretata da Katee Sachoff, contrabbandiera con il potere di controllare i metalli.

L’episodio non convince anche per un ritmo poco fluido e per la mancanza di chiarezza di intenti da parte degli sceneggiatori: i dialoghi di Amunet sono davvero troppo, troppo cartooneschi così come l’interpretazione della Sackhoff che si risolleva solo nelle scene d’azione e nell’interazione con Frost dimostrando ancora una volta la bontà di Danielle Panabaker nel doppio ruolo.

Tuttavia l’episodio scade davvero quando gli showrunner tentano di inserire in maniera forzatissima il tema del femminismo, se infatti un episodio tutto al femminile sarebbe potuto essere una idea tutto sommato apprezzabile, ed eventualmente un diverso davvero efficace, cercare di giustificarlo e/o di fornirgli una base “nobile” senza un plot solido alle spalle è una evidente mancanza di idee valide per alcuni di questi personaggi.

In fin dei conti questo quinto episodio è un lussuosissimo episodio di passaggio che aggiunge pochissimo alla macro-trama della stagione e che non sviluppa in alcuna direzione i personaggi, goffo è anche il tentativo di trattare il tema del femminismo quindi la riflessione potrebbe essere: è davvero necessario avere stagioni da 22/23 episodi? non sarebbe più inutile ridurre magari a 18/20?

Elongated Journey Into NightGirls Night Out mostrato il meglio ed il peggio che The Flash ha saputo offrire in questa stagione ma anche in quelle passate. Sembra quasi scontato mettere in evidenza come un tono più scanzonato unito a solidi riferimenti fumettistici rendano lo show estremamente godibile e divertente e come invece quando su viri su altri lidi e si cerchino di sviluppare i personaggi in maniera soltanto tangente a quello che il canone dello show il livello perda moltissimo.

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