Ennis’ Battlefields vol. 1: Recensione

Pubblicato il 2 Dicembre 2011 alle 11:25

Una drammatica e intensa vicenda di guerra con intriganti protagoniste femminili, scritta dal grande Garth Ennis e disegnata da Russ Braun, proposta in una splendida miniserie targata Dynamite!

Battlefields 1 – Le Streghe della Notte

Autori: Garth Ennis (testi), Russ Braun (disegni)
Casa Editrice: Magic Press
Provenienza: USA
Prezzo: € 10,00, 17 x 26, pp. 80, col.
Data di pubblicazione: ottobre 2011

Garth Ennis, trasgressivo e provocatorio autore di Preacher, è un grande appassionato di storie di guerra e, ogni volta che ne ha avuto l’occasione, ha scritto avventure a tematica bellica, come nel caso dei pregevoli one-shot della serie War Stories o del meno riuscito Adventures in the Rifle Brigade.

Ennis, del resto, ha sempre espresso ammirazione per la gloriosa casa editrice britannica Fleetway, celebre soprattutto per questo genere di fumetti.

Pur essendo un abilissimo sceneggiatore, Ennis non è esente dal manierismo e coloro che si accingono a leggere una sua opera sanno più o meno cosa è lecito aspettarsi: sangue, turpiloquio, violenza gratuita e blasfemia. Tuttavia, nel caso di Battlefields, il discorso è diverso. Il progetto è costituito da tre story-line, narrate nell’arco di tre miniserie, pubblicate negli Stati Uniti dall’intraprendente Dynamite. La prima di tali miniserie, dal titolo Le Streghe della Notte, è attualmente disponibile nel catalogo Magic Press.

La trama è ovviamente bellica e ci troviamo in piena Seconda Guerra Mondiale. E non mancano battaglie, sangue e violenza. Ennis, però, utilizza un registro narrativo più riflessivo del consueto e i testi non sono ironici e grotteschi come si potrebbe pensare. Come spiega lui stesso nella post-fazione del tp, l’idea della storia nacque dopo aver letto un libro dello storico inglese John Keegan. Costui scrisse che le donne non hanno mai avuto un ruolo nelle guerre. Cosa clamorosamente sbagliata, dal momento che sono state tantissime le rappresentanti del gentil sesso impegnate in azioni belliche.

Partendo da ciò, Ennis si concentra sulle donne russe che, durante il secondo conflitto mondiale, fecero parte di un gruppo di aviazione che i tedeschi definirono sprezzantemente Nachthexen, cioè Streghe della Notte. Costoro si distinsero per il coraggio e la determinazione dimostrati negli scontri contro i tedeschi. Molte persero eroicamente la vita e altre ottennero meritati riconoscimenti, benché il maschilismo dilagante le abbia, in un certo qual modo, relegate ai margini dei libri di storia.

Intrigato da questo particolare, quindi, Ennis narra una vicenda immaginaria, con una propria versione delle Streghe della Notte. Un gruppo di ragazze viene inviato alla base aeronautica di Vostok e sebbene i superiori (uomini), pieni di pregiudizi, non mostrino particolare entusiasmo nei loro confronti, ben presto ammirano il loro valore. Costrette, infatti, a confrontarsi con l’orrore della guerra, si troveranno, volenti o nolenti, ad uccidere o ad essere uccise, né più né meno dei loro commilitoni maschi.

Anche se Ennis non dimentica di raccontare una storia di guerra, con tutto ciò che comporta, non evita di fare riflessioni sulla stupidità dei conflitti. Ogni personaggio è un essere umano, vittima di un gioco crudele e mera pedina delle macchinazioni dei potenti. E persino i nazisti, a modo loro, pur combattendo dalla parte sbagliata, sono persone, con le loro fragilità e incertezze. È evidente nella sequenza di uno stupro ai danni di un’innocente ragazzina sovietica, in cui uno dei nazisti non riesce, malgrado gli ordini di un superiore, a usarle violenza, sconvolto dall’orrore di un simile gesto.

La trama è narrata, con un riuscito contrappunto, dal giovane nazista e da una bella aviatrice sovietica, e i due, benché appartenenti a fronti opposti, si rivelano a tratti simili nella sensibilità e nello stato d’animo. E se il fumetto abbonda di scene d’azione, non manca neanche una storia d’amore. Ennis, quindi, ha realizzato un’opera molto più profonda e sfaccettata del consueto che può essere letta e analizzata da diverse prospettive.

La parte grafica è affidata al bravo Russ Braun, che molti ricorderanno per Jack of Fables. Il penciler ha uno stile classico, forse privo di genialità, ma nel complesso è efficace e funzionale, sia nelle pagine di battaglia che in quelle più tranquille, e sa caratterizzare in maniera riuscita i personaggi. Da segnalare, inoltre, i colori cupi e crepuscolari di Tony Avina e le cover del grande John Cassaday. Battlefields è da provare e lo stesso vale per il capitolo successivo.

Voto: 7

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