The Evil Within 2 | Recensione PS4

Pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 15:00

Lo STEM è lieto di accoglierLa di nuovo, detective Castellanos.

The Evil Within 2 è ambientato 3 anni dopo gli eventi del primo gioco, e vede nuovamente come protagonista Sebastian Castellanos, che però ha lasciato il dipartimento di polizia di Krimson City in seguito alla scomparsa di sua moglie Myra e alla morte della piccola Lily, la loro bambina.

Ma la Mobius non ha ancora finito con Castellanos, e il vostro compito sarà quello di accompagnarlo nuovamente all’interno del mondo da incubo dello STEM, in cui la situazione è, tanto per cambiare, sfuggita di mano alla Mobius.

Una famiglia distrutta

Questa volta per Sebastian la faccenda è ancor più personale, ed entrerà nello STEM di sua spontanea volontà, perché il suo obiettivo è trovare Lily, che credeva morta, ma che, a quanto pare, è invece ora nella mani della Mobius. Come abbiamo già riportato in questo nostro articolo, non sarà necessario conoscere i personaggi e gli eventi del primo gioco per potersi godersi The Evil Within 2, che ha premesse, ambientazione e trama ben diversi.

Benvenuti a Union

Union è la riproduzione di una ridente cittadina americana, creata per poter far sentire a proprio agio le persone che vi risiedono, grazie allo STEM. Per usare le parole impiegate da Morpheus nella primissima descrizione di Matrix a Neo, lo STEM è una “neurosimulazione interattiva”, ma a differenza di Matrix qui tutte le menti non solo sono collegate fra di loro, ma lo sono anche con un nucleo centrale, che è, ovviamente, un essere umano.

Anche questa volta, però, qualcosa è andato storto, e Union ha iniziato a sfaldarsi, vedendo al suo interno la comparsa di creature mostruose e bizzarre. Sebastian è qui per scoprire cosa sia accaduto alla sua Lily e per salvarla, ma più o meno tutto è contro di lui: riuscirà a salvare Lily e a scoprire cosa sia accaduto a sua moglie Myra? Che la Mobius sia coinvolta anche in questo?

Vedendo come sia ridotta Union, verrebbe da chiedersi come fosse questa cittadina, prima che tutto andasse a rotoli. Le ambientazioni create sono allucinanti, fuori dalla logica, distorte, ricche di riferimenti a Twin Peaks, per l’uso preponderante del colore rosso, anche nei tendaggi, e a Shining, sempre per quanto riguarda la costruzione delle ambientazioni negli interni, in cui spesso sono presenti delle pavimentazione decorate con motivi anni ’70:

Il senso di straniamento è ottenuto anche grazie alla particolare conformazione di Union, che ricorda a tratti un’altra ridente cittadina molto amata dai videogiocatori: Silent Hill. Anche a Union, infatti, le strade si interrompono bruscamente, e sono ovviamente infestate da strane creature, alcune più simili agli zombie di Resident Evil, altre che ricordano più i clicker di The Last of Us, altre ancora che ricordano le mostruosità di Silent Hill.

Inoltre, anche spazio e gravità si comportano in maniera peculiare, poiché la città di Union è ormai spaccata in vari spezzoni scollegati fra loro e raggiungibili solo grazie a dei corridoi accessibili attraverso particolari computer: da questa zona, chiamata Midollo, sarà possibile recarsi in zone altrimenti irraggiungibili. Tutto questo fa un po’ pensare alla costruzione del mondo onirico di Inception:

Tutte queste citazioni non devono però lasciar intendere che si tratti di un lavoro poco originale: esplorando il mondo di gioco, e anche la vostra “zona franca”, ovvero la stanza di Sebastian, noterete come la dimensione dell’incubo sia una costante imprescindibile: anche quando non sarete inseguiti dalle creature mostruose che popolano la degenerata Union, succederanno cose molto strane, che faranno mutare l’ambiente che vi circonda, spesso e volentieri a vostro discapito, proprio come avviene negli incubi.

Purtroppo, elementi come i capelli dei personaggi, ad esempio, hanno delle pecche, che spezzano il senso di verosimiglianza al quale comunque il gioco tende sempre:

Guardare il mondo attraverso gli occhi della psicosi

L’ambiente in cui vi troverete immersi è stato creato e modificato da almeno due grandi antagonisti del nostro eroe Sebastian Castellanos: si tratta del fotografo e serial killer Stefano Valentini, di cui potrete ammirare i tanti lavori di ispirazione surrealista e impressionista nel corso nel gioco, spesso appesi a delle pareti, e di Padre Theodore, un prelato sui generis che desidera essere il signore di Union. Per delle descrizioni più dettagliate, vi rimandiamo ai relativi articoli dedicati a questi interessantissimi personaggi.

Detto questo, sembra dunque evidente che il senso di straniamento, di terrore e di smarrimento presenti in The Evil Within 2 sia molto più di tipo psicologico che meramente splatter e sanguinolento, per quanto il sangue si sprechi e alcune scene possano essere considerate “forti”, il che denota una certa ricercatezza e raffinatezza che costituiscono un indubbio valore aggiunto a questo titolo.

Muoversi nell’incubo distorto

Il gameplay e il comparto tecnico di The Evil Within 2 soffrono di qualche problema: mentre i movimenti sono quasi sempre fluidi e i comandi ben reattivi, può essere un problema il fatto che non sia possibile mirare in maniera precisa ai nemici quando si decide di combattere corpo a corpo, mancando un sistema di puntamento.

Quando vorrete invece usare altri tipi di armi a distanza, come le armi da fuoco, potrete scegliere anche di impostare la mira automatica. Essendo presente questa modalità per le armi a distanza, stupisce che, invece, con le armi bianche non sia possibile mirare con precisione ai nemici, per cui spesso vi potrete ritrovare a fendere l’aria.

Inoltre, durante le ore di test del gioco lo stesso si è bloccato improvvisamente, facendo comparire la schermata di errore blu che gli utenti PS4 conoscono bene, per due volte, rendendo necessario far ripartire il gioco stesso. La seconda volta il problema si è presentato subito dopo il combattimento contro un boss, ma prima che il gioco potesse salvare i progressi, per cui è stato necessario pestarlo per bene una seconda volta.

La telecamera non è automatica, per cui dovrete correggerla manualmente, il che non è davvero un problema, se siete già abituati a farlo.

Nonostante questi problemi, che potrebbero essere facilmente risolti con una patch, lo scheletro su cui The Evil Within 2 è costruito è apprezzabilissimo: oltre che visivamente molto affascinante, il gioco è reso dinamico anche dalle missioni secondarie, anch’esse con una storia ben articolata a supportarle, dalle tante informazioni che potrete trovare in giro per Union, come documenti scritti su carta, file digitali e diapositive.

Sarà anche possibile rompere delle statue, anche con il vostro fedele e indistruttibile coltello, all’interno delle quali sarà sempre presente una piccola chiave con cui aprire uno dei tanti armadietti presenti nell’area dove sarà anche possibile modificare i parametri di Sebastian; qui troverete oggetti utili, come kit medici o munizioni:

Stia tranquillo, detective, non farà male

Per poter potenziare il nostro eroe, vi servirà anche in questo titolo il Gel Verde, che troverete in giro e che potrete raccogliere dai cadaveri dei nemici sconfitti. In base al vostro stile di gioco, potrete personalizzare i parametri di Sebastian Castellanos in modo da usufruire di una esperienza di gioco più personalizzata:

Potrete anche migliorare e creare armi e oggetti in due modi: usando i banchi di lavoro o la funzione Creazione Improvvisata, che vi permetterà di compiere queste azioni, a un costo però più elevato rispetto alla creazione su un banco di lavoro. La struttura di questi potenziamenti riprende quella usata per potenziare il protagonista di questa avventura surreale:

I banchi di lavoro sono presenti nei Rifugi, zone franche all’interno di Union, dalle quali recarvi anche nella Stanza di Sebastian guardando attraverso uno specchio, familiare per chi ha già giocato il primo titolo della serie. Nei Rifugi e nella Stanza di Sebastian potrete anche salvare manualmente la vostra partita, ma il gioco dispone anche di una funzionalità di autosalvataggio.

Nei Rifugi potrete anche gustarvi un buon caffè che, oltre a rinfrancare l’animo e a tenere sveglio Sebastian, ripristinerà all’istante tutta la salute del personaggio. Troverete qui anche delle casse della Mobius, ricche di oggetti utili alla vostra esplorazione.

In qualsiasi momento durante il gioco, potrete accedere alla mappa dell’area, creare oggetti (anche durante i combattimenti) e quindi mettere anche il gioco stesso in pausa. Inoltre, potrete anche cambiare livello di difficoltà quando vorrete: a livelli di difficoltà minori, corrisponderà anche una maggiore presenza di oggetti e un minor numero di danni subiti dagli attacchi dei nemici.

La colonna sonora e gli effetti audio sono molto suggestivi, e contribuiscono grandemente alla buona riuscita della creazione di ambienti e atmosfere tesi.

In conclusione, The Evil Within 2 è un survival horror psicologico molto ricco e visivamente affascinante e curato, con una storia avvincente e articolata, che si dipana anche attraverso le missioni secondarie. Nonostante qualche problema tecnico, il titolo sarà sicuramente piacevolissimo da giocare per gli amanti del genere che desiderano essere catapultati in un mondo da incubo surreale originale e liberamente esplorabile.

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