Predator – Fire and Stone | Recensione

Pubblicato il 21 Settembre 2017 alle 10:00

Il quarto capitolo della miniserie Fire and Stone mette finalmente a confronto gli alieni della saga Predator con gli Ingegneri di Prometheus. Cosa accadrà durante il loro incontro?

Eravamo tutti curiosi di vedere l’incontro tra gli alieni di Predator e gli Ingegneri di Prometheus in questo quarto numero del crossover Fire and Stone.  La miniserie rappresentava infatti l’opportunità di vedere per la prima volta dall’uscita di Prometheus gli alieni Yautja nell’universo di Alien. C’era quindi molta curiosità attorno al primo confronto tra i Predator e gli Ingegneri.

Come avevate immaginato questo incontro? Avete pensato a qualcosa di molto filosofico ed esistenzialista in stile Prometheus, o qualcosa di più muscolare in linea con le pellicole dedicate a Predator? Bè, scordatevi le complessità del primo. L’ultimo numero della miniserie che avevamo letto, ovvero Alien vs Predator – Fire and Stone, aveva cercato di mescolare i duelli muscolari tra gli xenomorfi e gli alieni Yautja, con lo scontro esistenziale tra l’umano Francis e l’androide Elden. Ed il risultato di quest’amalgama non era stato particolarmente soddisfacente.

Predator – Fire and Stone riprende la storia all’interno dell’astronave Perses, sulla quale ritroviamo alcuni protagonisti della miniserie, tra i quali spicca il capo della sicurezza Galgo. Sarà proprio lui il protagonista di un approccio piuttosto “buddy” con uno degli alieni Yautja.

L’obiettivo di uno dei Predator sarà arrivare alla resa dei conti con uno degli Ingegneri, cosa che riporterà lui e Galgo lì dove tutto è iniziato, sul pianeta LV-223. E qui ne vedremo delle belle.

C’è da dire che gran parte della storia sta tutta qui, non ci sono grossi colpi di scena, né una trama particolarmente complessa. Questo quarto capitolo della miniserie Fire and Stone è un fumetto muscolare, che inserisce in un contesto di cose già viste e tipiche dell’Alien Universe una strana storia di amicizia e cooperazione tra umani e Predator.

Chi si aspettava qualcosa di più articolato e complesso, magari qualche spunto su un collegamento tra le origini dei Predator e la storia degli Ingegneri rimarrà piuttosto deluso. Quella che sembrava essere una miniserie pronta a rivelare connessioni importanti tra Alien, Predator e Prometheus in realtà si sta rivelando una sorta di vetrina, sicuramente divertente, ma che non toglie né aggiunge nulla di rilevante a ciò che già conosciamo.

Diverso invece è il discorso per i disegni di Predator – Fire and Stone. Lo stile di Christopher Mooneyham (sostituito alle chine nei capitoli 3 e 4 da John Lucas) ci restituisce un gusto anni ’90 veramente godibile. Il tratto sporco e non perfettamente definito e dettagliato ricorda un po’ Frank Miller, e si adatta più che bene ad una storia violenta da action muscolare.

I colori di Dan Brown accompagnano bene i disegni di Mooneyham che hanno i tratti delle chine piuttosto marcati. Molto piacevoli a livello visivo sono alcune scene ambientate sul pianeta LV-223 e che fanno vedere cosa ne è stato di gran parte degli Xenomorfi.

In conclusione Predator – Fire and Stone è un fumetto godibile, ben fatto a livello di disegni, ma schematico ed essenziale fino all’osso a livello di trama. Non resta comunque che attendere l’ultimo capitolo della miniserie, intitolato Omega, che speriamo possa dare quel po’ di contenuti in più che in molti si aspettavano da Fire and Stone. Anche perché le incognite ed i misteri all’interno dell’universo di Alien sono il sale di di queste storie ambientate in uno dei più affascinanti e terrificanti mondi partoriti dall’immaginario pop del ventesimo secolo.

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