Leda. Che solo amore e luce ha per confine | Recensione

Pubblicato il 18 Settembre 2017 alle 10:00

Musulmana e anarchica, scrittrice e indovina, editrice e politica: Leda Rafanelli ebbe una vita lunga, intensa ed appassionata e, anche se sembra essere stata dimenticata dalle pagine della Storia, visse attivamente durante uno dei periodi storici più intensi dell’Italia e del resto del mondo. Tre autori per Coconino si impegnano a raccontare la sua storia…

La collana Progetto 900 della Coconino Press, dedicata a personaggi e a storie del cosiddetto “secolo breve”, si arricchisce con una lunga graphic novel dedicata ad un personaggio che testimonia come sia possibile, nonostante le difficoltà del periodo storico (specialmente per una donna), vivere secondo i propri principi, consapevole dei sacrifici che la propria libertà richiede: Leda Rafanelli (1880-1971).

Ad illustrare questa vita ricca di avvenimenti, sia intimi che storici, troviamo Sara Colleone, in passato vincitrice del Premio Attilio Micheluzzi e disegnatrice poliedrica tra illustrazione, fumetto e animazione. Sceneggiatori della graphic novel, invece, sono Francesco Satta e Luca De Santis, che in passato hanno già entrambi lavorato con Colleone.

Nel corso del fumetto, il lettore ha modo di conoscere la Leda del periodo pre-bellico, impegnata politicamente e vicina alla causa prima anarchica e poi socialista. Ma vede già dalle prime pagine anche la Leda del Secondo Dopoguerra, un’anziana signora misteriosa che, a Genova, fa la chiromante: qual è stato il percorso di questa donna, da umile tipografa a chiaroveggente musulmana?

Di famiglia umile, Leda ebbe la fortuna di trovare, giovanissima, un lavoro in una tipografia: questo le permise di imparare a leggere e di essere consapevole del delicato periodo storico che stava attraversando, fatto di grandi agitazioni e scioperi che culminarono con l’attentato di Re Umberto I da parte dell’anarchico Gaetano Bresci. Di mente sveglia, riuscì a farsi una propria opinione e fu fiera di dichiararsi anch’ella anarchica.

In seguito sarà sempre vicina agli ambienti anarchici e socialisti: con il marito Ugo Polli fonda una casa editrice e, dopo essersi separata da lui, si occupa con il compagno Giuseppe Monnanni (dalla quale avrà un figlio che chiamerà sempre Aini, “occhi miei” in lingua araba) della Casa Editrice Sociale. Scrittrice prolifica di articoli, romanzi e racconti, intreccerà importanti rapporti con Carlo Carlà e Benito Mussolini, quando ancora era contrario all’intervento italiano nella Prima Guerra Mondiale.

Ma fondamentale nella vita di Leda fu il fascino per l’Africa e la religione musulmana, alla quale dichiarerà di appartenere dopo un presunto periodo in Alessandria d’Egitto. L’Africa, immutevole come le piramidi stimate da Leda, è così diversa dalla caotica Europa, bellicosa e “moderna”, esaltatrice della modernità (basti pensare al Futurismo). La vita di Leda, in effetti, è fatta di contrapposizioni e contraddizioni: musulmana e anarchica, fu uno dei personaggi più singolari della sua epoca, anche se oggi sono in pochi a conoscere la sua storia.

Il disegni di Leda sono molto piacevoli e spesso è già il tratto a presentare buona parte dei personaggi storici: Marinetti, ad esempio, sembra uscito fuori da un quadro futurista, mentre invece Mussolini viene rappresentato con un profilo marmoreo, anticipando il suo futuro da dittatore. Inoltre gli ambienti in cui Leda vive sono la perfetta rappresentazione del personaggio, misterioso ed esotico.

Nel corso della narrazione non manca l’uso di metafore visive per raccontare il lato più intimo di Leda, quello maggiormente legato alla cultura araba: al lettore disattento alcuni passaggi potrebbero essere confusi, ma un personaggio come Leda Rafanelli merita tutta la nostra attenzione. E Leda. Che solo amore e luce ha per confine (titolo che cita una delle sue opere) è un ottimo punto di partenza per conoscere una donna che ha saputo non essere comune perché non voleva esserlo.

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