Kirby e l’avventura perduta dei Fantastici Quattro

Pubblicato il 27 Agosto 2017 alle 11:00

Oltre ai 102 numeri di Fantastic Four pubblicati dal duo Lee-Kirby esisterebbe un ulteriore albo rimasto inedito fino al 2008.

Era il novembre del 1961 quando negli Stati Uniti venne pubblicato Fantastic Four #1. Iniziò così, senza alcun roboante annuncio e con molti scetticismi, l’epopea dell’universo Marvel. I Fantastici Quattro furono il primo gruppo di supereroi inventato dal “dinamicissimo” duo Stan Lee-Jack Kirby. Una corsa che durò per ben 102 numeri, fino a quando, nel 1969, alcuni dissapori fra i due, uniti a varie questioni contrattuali, portarono alla rottura tra “il re” Kirby e la Marvel.

Ma nel 2006 la Casa delle Idee annunciò il ritrovamento di una storia inedita. Si trattava di quello che sarebbe dovuto essere Fantastic Four #103, il vero ultimo numero del duo Lee-Kirby. Grazie all’intervento dello stesso Stan Lee e del disegnatore Joe Sinnott le tavole vennero completate e pubblicate nel febbraio 2008 in un albo speciale intitolato Fantastic Four The Lost Adventure.

Nel novembre dello stesso anno la Panini Comics ripropose anche in Italia quello stesso albo, arricchendolo con le tavole originali realizzate da Jack Kirby, e allegando Fantastic Four #108, sul quale venne in parte ripresa quella storia con alcune delle tavole realizzate da Kirby.

La prima pagina dell’inedito Fantastic Four #103

Il titolo di Fantastic Four #103 sarebbe dovuto essere La Minaccia dei Mega-Men. Il villain protagonista della storia è Giano (un esplicito riferimento al dio bifronte della tradizione romana), creatore di uno strumento potentissimo capace di creare “il mega potere”. La potenza di Giano è tale da riuscire a battere sia La Cosa che Johnny Storm durante lo stesso scontro.

Le tavole disegnate da Kirby, sono come al solito molto dinamiche, e ricche di scene d’azione, tanto che in una nota di revisione Stan Lee scrive sarcasticamente:«Rileggendo questa pagina dopo tutti questi anni mi sento obbligato a scusarmi per la mancanza di azione. Evidentemente, all’epoca, io e Jack abbiamo battuto la fiacca».

Durante la storia si scoprirà la natura “bifronte” di Giano, il quale è fratello di Corwin Giano, vecchio compagno di college di Reed Richards. Corwin ha una malattia debilitante che non gli consente di camminare, per questo motivo il fratello cattivo lo minaccia e lo obbliga a eseguire i suoi ordini.

Ma proprio nel momento in cui Giano minaccia l’intera città di New York, Reed Richards riesce a trovare una soluzione e a catturare il pericoloso uomo dal mega potere, guarendo anche la disabilità di Corwin Giano. La morale della storia riconosce entrambi i fratelli come colpevoli: uno incapace di seguire il bene, l’altro responsabile per essersi lasciato trascinare dal fratello malefico.

John Morrow, editore e direttore del trimestrale The Jack Kirby Collector, racconta, durante una pagina di approfondimento ripresa da Panini Comics, di come le tavole non sfruttate per questo numero inedito vennero utilizzate per realizzare Fantastic Four #108:«Con un lavoro redazionale di copia e incolla- racconta Morrow- gli originali vennero tagliati e le vignette ridisposte. Quindi John Buscema aggiunse delle pagine riempitive ed il finale venne cambiato. Il tutto fu inviato a Joe Sinnott per le chine e infine pubblicato (non a caso) lo stesso mese in cui New Gods #1 di Kirby uscì per la Dc».

Lo stesso Morrow sottolinea che quel Fantastic Four #108 «fu un colossale pasticcio, che in tutta sincerità, non aveva molto senso».  Nell’albo pubblicato da Panini Comics nel 2008, assieme all’avventura perduta del numero #103, venne riproposto anche Fantastic Four #108. E leggendo il fumetto il confronto con il numero originariamente realizzato da Kirby è quasi imbarazzante.

La copertina di Fantastic Four #108 nel quale vennero riprese alcune tavole dell’avventura perduta realizzata da Kirby

In questa storia Giano ritorna (anche se in realtà è la prima volta che viene presentato ai lettori) dalla zona negativa, ed è il Nega-Men. Il villain starebbe per fare ritorno sulla Terra, e Reed Richards si prende la briga di ricordare a Ben e Johnny quanto sia stato pericoloso la prima volta che lo incontrarono (ma come fanno a non ricordare un villain che ha battuto entrambi al primo scontro?). Inizia quindi un lunghissimo flashback che dura per l’intero albo, e gli stessi protagonisti della storia cercano di far notare la bizzarria della situazione:«Cosa sono, le Mille e una Notte?!- dice Ben a Reed dopo 11 pagine di flashback- che ne dici di venire al punto? Sempre che ce ne sia uno».

Lo stesso Stan Lee scrive con autocritica in una nota nella quale commenta queste pagine:«Se tutto questo per voi non ha alcun senso non fateci caso. Solo quegli sballati della Marvel cercherebbero di propinarvi dei flashback di una storia mai stampata».

Il taglia e cuci di Lee e soci è così strampalato da rendere inefficaci anche alcune parti interessanti dell’albo: ad esempio il fatto che Giano il fratello cattivo non esista, e che in realtà sia solo una propagazione del nega-potere di Corwin.

Ma ciò che risalta maggiormente è l’assenza di piccoli dettagli che rappresentano la sostanza del successo dei primi Fantastici Quattro realizzati da Jack Kirby. Così come sottolinea lo stesso esperto kirbiano John Morrow «l’abbigliamento casalingo di Reed e Sue a pagina 2,  il maglione della Cosa a pagina 8, Sue che prende il piccolo Franklin dalle braccia di Crystal a pagina 2. Questi dettagli apparentemente minori – continua Morrow- sono quelli che rendono i Fantastici Quattro delle persone reali e costituiscono una parte importante di quel senso di famiglia che i lettori avvertivano così distintamente nel periodo Lee-Kirby.

La mancanza di questo tipo di dettaglio narrativo- conclude- è uno dei motivi per cui gli FF non hanno più conosciuto gli apici raggiunti durante la gestione Kirby».

Insomma a distanza di cento anni dalla sua nascita questo senso così umano e tangibile di personaggi così fuori dal normale è un’altra eredità del Re dei Comics da continuare a tenere a mente e tramandare nel futuro dei fumetti, non solo nei Fantastici Quattro, ma in generale per tutti i supereroi.

E questo è forse il contributo più prezioso su Jack Kirby che la pubblicazione de L’avventura perduta dei Fantastic Four è riuscita a regalarci.

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