The Complete Alan Moore Future Shocks | Recensione

Pubblicato il 11 Agosto 2017 alle 10:00

Arriva un volume con le storie di fantascienza di Alan Moore pubblicate sulla rivista 2000AD! Non perdete il capolavoro visionario dell’autore di Watchmen, coadiuvato dal talento di Alan Davis, Steve Dillon, Dave Gibbons e tantissimi altri disegnatori!

Alan Moore pubblicò molto materiale sulla rivista 2000AD, facendosi conoscere per l’estro e l’inventiva della sua immaginazione. Editoriale Cosmo propone un corposo volume che include tutto il materiale che il Bardo di Northampton realizzò per alcuni serial del magazine e coloro che avranno modo di leggerlo si renderanno conto, qualora ce ne fosse ancora bisogno, della poliedricità e della versatilità del celebrato scrittore di Watchmen.

Molte delle storie, quasi sempre auto-conclusive, fanno parte di Tharg’s Future Shock, serial che proponeva il bizzarro personaggio di Tharg, alieno che aveva la funzione di narrare un’avventura in rima. Gli episodi firmati da Alan lo vedono ovviamente presente ma solo in minima parte. Il Magus, infatti, preferisce concentrarsi su protagonisti bizzarri e strampalati coinvolti in vicissitudini assurde e deliranti.

Siamo nell’ambito della fantascienza pura, alla Van Vogt, per intenderci, considerando l’insistenza sulle creature aliene e sulle dimensioni alternative. Ma gli stilemi fantascientifici sono filtrati da un’attitudine sarcastica e irriverente. Molte delle storie potrebbero essere definite comiche e, con il pretesto di suggestioni futuribili, Alan mette alla berlina gli aspetti più discutibili dell’animo umano. Il razzismo, il militarismo, la mentalità bigotta dei conservatori, la mancanza di etica del capitalismo sono condannati da Moore in maniera netta. In pratica, se le mostruose creature da lui descritte sono spaventose, sono molto più spaventosi gli esseri umani.

Vale lo stesso per gli episodi di Time Twisters. La tematica è quella dei paradossi temporali e dei viaggi nel tempo, come è facile intuire dal titolo. Anche in questo caso, non mancano acre ironia e intenti sarcastici. A volte Moore gioca con tematiche alla Philip K. Dick e Robert Shackley, sempre però in maniera personale e non limitandosi a imitare i due romanzieri.

Il volume si conclude con un altro serial, Abelard Snazz, imperniato su un incredibile alieno dotato di quattro occhi, considerato il più grande genio dell’universo. Effettivamente, Abelard è un genio e molti si rivolgono a lui per risolvere i loro problemi. Peccato però che le soluzioni proposte da Abelard sovente complichino le situazioni, con risultati esilaranti per il lettore. Abelard Snazz è un ottimo esempio del lato umoristico di Alan Moore, nonché del suo atteggiamento provocatorio, quasi in linea con gli intenti ribelli del punk.

L’altro aspetto intrigante del libro è rappresentato dai disegni. L’elenco dei penciler coinvolti fa venire i brividi e costituisce il gotha del fumetto British. Nominarli tutti richiederebbe parecchio spazio e mi limito a citare Alan Davis, con il suo tratto fluido e plastico; il mitico Dave Gibbons di Watchmen; Ian Gibson, che ha pure illustrato un’altra opera di Moore, The Ballad of Halo Jones; Paul Neary, nome storico dei comics made in UK; e il compianto Steve Dillon di Preacher.

Tutti svolgono un lavoro eccellente e raffigurano con maestria e abilità l’universo folle e psichedelico immaginato dal più importante autore di comics a livello mondiale. Di conseguenza, questo volume va tenuto d’occhio ed è una proposta di innegabile qualità.

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